VANNA MARCHI:IN CELLA CON FIGLIA, INCONTRO CON FRANZONI/ANSA

PRESTO VIDEO PER DIRE 'SIAMO RAVVEDUTE' E CHIEDERE I BENEFICI
19:33 - 06/03/2009 




(Di Giampiero Moscato) (ANSA) - BOLOGNA, 6 MAR - Dopo la prima notte di carcere, passata in una cella condivisa con la figlia Stefania Nobile, Vanna Marchi ha avuto nella prima ora d'aria della sua pena l'incontro con l'altra detenuta celebre del carcere della Dozza, Annamaria Franzoni, bolognese come lei, e anche lei condannata definitivamente, ma per l'omicidio di un figlio, il piccolo Samuele. Un fatto mediatico, come si usa dire, per due donne segnate dalla cronaca. La teleimbonitrice che aveva conquistato un pubblico con la sua chioma rossa e quel "d'accordo?" gridato durante le vendite su ReteA, prima di finire in disgrazia, e la mamma di Cogne sono le detenute più note, più o meno tristemente, tra quelle ospitate dal braccio 'Definitivi' del carcere bolognese della Dozza. Vanna Marchi e Stefania Nobile avevano varcato mestamente quel portone attorno alle 20 di ieri, Annamaria Franzoni è entrata in quella stessa prigione il 22 maggio 2008. "Sì, si sono incontrate - è costretto a confermare l'avv.Liborio Cataliotti - ma non sono autorizzato a dire cosa si sono dette".

Simile il destino, diverso l'atteggiamento rispetto alla condanna. Vanna lo accetta fino in fondo, assumendosi le proprie responsabilità, non proclamandosi innocente come continua a fare Annamaria: "Del processo non ne parleremo più", spiega Cataliotti, dopo due ore passate a delineare le strategie con Vanna e Stefania. Però parleranno ancora, e molto. "Presto affideranno il loro pensiero a un video, che sarà diffuso da un'emittente tv secondo modalità che faremo sapere più avanti. Diranno che ora è il tempo di Vanna 2 e Stefania 2. Che le donne massacrate dai media e condannate non esistono più. Ora ci sono due persone diverse, e già questo spiega che non ha molto senso il carcere sette anni dopo, e che sono completamente ravvedute. Che hanno sempre rispettato le prescrizioni di legge, non sono mai espatriate, nemmeno quando potevano, che si sono costituite, hanno cercato di lavorare e sono state private di questo diritto dall'odio della gente. Hanno rispettato e affrontato la giustizia, a differenza di altri imputati, come Mario Pacheco do Nascimento, il 'maestro' che lavorava con loro, che, dopo l'indulto concesso a madre e figlia, ha condanne da scontare più elevate, ma è latitante. E sarebbe estradabile. I miei clienti mai si sottraggono alla legge, né evadono. Sennò non li difendo".

Secondo il legale, dunque "Vanna e Stefania meritano, nell'accezione rieducativa della pena prevista dalla Costituzione, i benefici di legge che loro spettano, dall'affidamento in prova ai servizi sociali alla liberazione anticipata per buona condotta, 45 giorni ogni sei mesi. Per Stefania, lunedì depositerò istanza per differimento pena per motivi di salute, dimostratissimi, che richiedono cure e trasfusioni incompatibili col carcere".

Vanna e Stefania cercano insomma una sola cosa, che le loro prigioni siano le più brevi possibili. (ANSA).


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