>ANSA-FOCUS/ Tv: Schiavone, vince in ascolti e in polemiche

Proteste Giovanardi-Gasparri con Sap. Manzini, 'indifferente'
18:49 - 17/11/2016 


(di Daniela Giammusso)(ANSA) - ROMA, 17 NOV - "Tossicodipendente", colpevole di "falsa testimonianza e creazione di prove false" e poi "violento, ladro, corrotto e corruttore, sfruttatore della prostituzione". Insomma, "lo stereotipo della negatività in divisa". Rocco Schiavone, il vicequestore nato dalla penna di Antonio Manzini e ora, con il volto di Marco Giallini, nuove eroe tra luci e ombre della fiction di Rai2, continua a dividere. Da un lato il pubblico, che ieri lo ha incoronato re degli ascolti di prima serata, con 3 milioni 783 mila spettatori (15.01% di share) a seguire le sue indagini. Un successo quasi doppio, perché se è da domenica che la Rai primeggia in prime time con una media del 42%, era invece dall'Eurovisione Song Contest di maggio 2015 che Rai2 non vinceva una prima serata. Dall'altro però oggi ci sono i suoi stessi colleghi in carne e ossa. Almeno quelli del Sap, il Sindacato Autonomo di Polizia, per voce del Segretario generale Gianni Tonelli, schierati accanto ai senatori Maurizio Gasparri e Carlo Giovanardi, autori già nei giorni scorsi di un'interpellanza parlamentare. "Solo per i reati delle prime tre puntate, Schiavone dovrebbe scontare 20-28 anni: una laurea ad honorem da criminale", punta l'indice Tonelli. "In un momento in cui tanto ci si interroga sul ruolo della Polizia - dice - è gravissimo l'atteggiamento ideologico che tende a fuorviare l'opinione pubblica dal nostro ruolo e dai nostri compiti. Già lo scorso anno ho ricevuto molte segnalazioni per una fiction con un rappresentate femminile della Squadra mobile che se la faceva con un suo sottoposto, per di più drogato e assassino. Lì, però, si trattava di tv privata. Qui il trend è ancor più di assoluta negatività e sulla tv di Stato, che si dovrebbe invece porre il problema dei valori che promuove. E non dicano che tutti sanno distinguere tra fiction e realtà, perché invece è così che nascono i pregiudizi". Se qualche giorno fa i 100 Autori erano scesi in difesa "della libertà artistica di chi fa Tv e cinema in Italia", Gasparri e Giovanardi, la cui interpellanza è rimasta ancora "senza risposta", assicurano che "non c'è alcuna intenzione di censura". Dopo aver visto Rocco Schiavone, "ragazzi fermati in auto da un poliziotto potrebbero anche pensare che sia sotto l'effetto di sostanze", spiega Giovanardi, citando l'elenco dei casi, da Cucchi in poi, in cui l'operato di agenti è stato "ripetutamente messo in dubbio. In questo caso, però, non ho sentito intervenire il Ministro degli Interni, ne' il senatore Manconi". "Non ce l'abbiamo con gli autori, ne' con gli attori - sottolinea Gasparri - Ognuno è libero di scrivere quello che vuole. Ma vogliamo sapere se il servizio pubblico ha ritenuto Schiavone un modello da promuovere, chi lo ha supportato e come. La storia della tv e del cinema è piena di poliziotti negativi, da Tomas Milian a Serpico, ma con un fine positivo". "A questo punto - incalza Tonelli - vogliamo sapere il ruolo avuto dal Dipartimento di Polizia. Per tutto quel know how ci deve essere stata una collaborazione, ma soprattutto per utilizzare auto e stemma araldico serve un'autorizzazione. Al Dipartimento mi dicono che non c'è stata. Ma se è così, allora sporgano denuncia". Intanto Manzini, in viaggio verso Boocity a Milano dove presenterà il suo nuovo "Orfani bianchi", non ribatte. Il dibattito, dice all'ANSA, "non mi interessa. Mi lascia del tutto indifferente".(ANSA).


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