>ANSA-FOCUS/ In Svizzera 200 italiani l'anno per 'dolce morte'

Proposta di legge pro eutanasia ferma in Parlamento dal 2013
19:37 - 21/12/2015 


(ANSA) - ROMA, 21 DIC - Sono oltre 200, secondo ultime stime, gli italiani che ogni anno 'emigrano' in Svizzera per ottenere la 'dolce morte', ovvero il suicidio assistito, anche se sul fenomeno non esistono statistiche ufficiali. Il trend però, come rilevano i Radicali - che oggi si sono autodenunciati per aver aiutato l'italiana Dominique Velati ad ottenere l'eutanasia a Berna - è in crescita.

Un diritto negato, afferma l'esponente Radicale Marco Cappato, che vede ''il silenzio colpevole delle Istituzioni: giace infatti in Parlamento dal settembre 2013 la proposta di legge di iniziativa popolare da noi depositata e che chiede appunto la legalizzazione dell'eutanasia per i malati terminali che vogliano farvi ricorso''. Una proposta di legge, ha sottolineato, ''corredata da 67.000 firme, ma le adesioni sono arrivate oggi ad oltre 105.000 e sono 220 i parlamentari favorevoli''. Dal 2013, però, nulla è accaduto: ''La nostra proposta di legge - chiarisce Cappato - chiede l'eutanasia legale per casi precisi, ovvero in caso di malattia incurabile con una aspettativa di vita minore di 18 mesi. Il Parlamento deve almeno discuterne''. E che la questione del fine-vita sia molto sentita in Italia, rilevano i Radicali, è dimostrato anche dal fatto che sarebbero almeno 20mila i casi di eutanasia cosiddetta 'clandestina' negli ospedali, mentre circa mille sarebbero i suicidi in Italia ogni anno tra i malati terminali. Solo nelle ultime settimane, ha affermato Cappato, ''sono almeno 90 le richieste che abbiamo ricevuto da parte di cittadini che vogliono ottenere il suicidio assistito in Svizzera''. La richiesta di eutanasia deve però rispondere a precisi requisiti e c'è una selezione molto attenta, nel rispetto della legge Svizzera, dei malati. Peraltro, sempre secondo stime delle associazioni pro eutanasia, circa il 40% di coloro che arrivano ai colloqui con gli specialisti poi ci ripensa e solo un terzo di chi ha avuto l'ok arriva fino in fondo. Una scelta difficile ma, sottolineano i Radicali, è giusto avere la possibilità di scegliere.

''Mi auguro - conclude Cappato - che sia il Parlamento a interrompere la nostra azione di supporto ai malati che chiedono il suicidio assistito in Svizzera, mettendo finalmente in discussione la proposta di legge di iniziativa popolare. In caso contrario, spero che potremo difendere davanti al giudice il principio della libertà individuale e del diritto all'autodeterminazione''.(ANSA).


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