>>>ANSA/ Slow food in Cina, 3 mila prodotti rischio estinzione

Come tè pregiato, ginseng selvatico e salsa di soia tradizionale
20:07 - 08/07/2015 




(di Giampaolo Grassi) (ANSA) - MILANO, 8 LUG - In Cina Slow Food stima che siano tremila i prodotti alimentari a rischio estinzione: nel resto del mondo quelli già censiti sono 2.700. E' anche per l'enormità di questo dato che a gennaio è nata Slow Food Great China.

Non è stato facile: è servito il via libera del governo cinese e la disponibilità dell'associazione a muoversi solo a fianco del ministero dell'agricoltura, ma "non si può parlare del futuro dell'alimentazione se non si parla a un Paese con un miliardo e 300 milioni di persone", ha spiegato il segretario generale di Slow Food, Paolo di Croce, durante un incontro all'Expo di Milano.

Primo appuntamento della Slow Food d'oriente è lo Slow Food Beijing Festival, dal 24 al 27 settembre a Pechino, dove saranno presentati 100 prodotti a rischio estinzione provenienti dalle 33 province cinesi. "Fra questi - ha spiegato Piero Ling, coordinatore di Slow Food Cina - ci sono, per esempio, il ginseng selvatico, alcuni tipi di tè pregiato, come quelli bianchi non fermentati, la salsa di soia tradizionale, che una volta veniva fatta nelle famiglie e ora è industriale".

Prima regione italiana ospite d'onore del Festival sarà il Piemonte. Durante la manifestazione, verranno presentati anche 20 presidi internazionali Slow Food, "come il culatello - illustra Ling - l'olio spagnolo, il cavolo di fossa o il salmone canadese".

Chi si occupa di cibo e dell'evoluzione dell'alimentazione non può prescindere dal seguire passo passo ciò che avviene in Cina, che vanta tradizioni di alto livello culinario, come quella della provincia Chengdu. "La Cina - ha sottolineato Ling

- è il terzo produttore di biologico al mondo, dopo Australia e
Argentina, e entro cinque anni sarà il maggior consumatore di biologico".

Ma in Occidente, quando si parla dei piatti cinesi Cina, c'è sempre chi tira in ballo la storia dei cinesi che mangiano i cani. "E' un fattore culturale - ha risposto Ling - Non lo giustifico, ma perché in Italia non ci scandalizziamo per i conigli, le mucche o i capretti?". E poi, a chi gli chiedeva della qualità della cucina nei ristoranti cinesi in Italia, ha risposto "Ci sono eccellenze, ma sono poche, ci sono dei ristoranti dove la cucina è molto simile a quella cinese ma, purtroppo, nella maggior parte è rivisitata per il gusto italiano. E' un ibrido, non è la vera cucina cinese".(ANSA).


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