ANSA/ Superfarmaco epatite C solo a 30 paziente,allarme Lorenzin

Solo in nove regioni partita la distribuzione, 4 'pecore nere'
18:22 - 26/01/2015 


(ANSA) - ROMA, 26 GEN - Dopo le difficoltà e i ritardi connessi prima alla contrattazione del prezzo e poi al reperimento dei fondi per il suo acquisto, il Sofosbuvir, il 'superfarmaco' contro l'epatite C si trova adesso ad affrontare un ostacolo tutto italiano. I 21 sistemi sanitari regionali diversi che ci sono in Italia, ha sottolineato il direttore dell'Aifa Luca Pani, stanno facendo sì che solo 30 pazienti abbiano ricevuto il farmaco, e poche Regioni si sono attivate in questo senso.

''Ad oggi, il nuovo farmaco Sofosbuvir per la cura dell'epatite C è stato erogato solo a 30 pazienti e solo in 5-6 Regioni. E' scandaloso'', ha denunciato Pani in occasione della presentazione del Rapporto Osmed dell'Aifa. Astretto giro è arrivata la risposta del ministro della Salute Beatrice Lorenzin che ha affermato di aver chiesto alle Regioni di ''attivarsi in modo celere, al fine di assicurare il farmaco a 50mila pazienti partendo dai casi più gravi''.

Al momento, secondo i dati dell'associazione EpaC Onlus, Sicilia, Campania, Calabria e Molise non hanno ancora neanche individuato i centri prescrittori per il farmaco, mentre delibere per la distribuzione sono state adottate in nove regioni, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Marche, Toscana, Veneto ed Emilia Romagna. ''Il sospetto - spiega Ivan Gardini, presidente dell'associazione - è che il fondo stanziato dalla legge di Stabilità per acquistare il farmaco non sia ancora nella disponibilità delle Regioni, che quindi procedono molto lentamente perchè intanto devono anticipare i soldi''.

L'individuazione dei centri prescrittori, spiega l'epatologo del policlinico Gemelli di Roma Antonio Gasbarrini, è solo il primo di una serie di adempimenti burocratici che creano non pochi problemi ai pazienti. ''Una volta contrattato il prezzo e stanziati i fondi con la legge di Stabilità le Regioni devono fare due cose - spiega l'esperto -. Individuare e sancire con delibere ufficiali i centri prescrittori e le regole di distribuzione. Il Lazio ad esempio ha individuato 13 centri, molti meno rispetto ai 34 che distribuivano le cure tradizionali, e deciso che l'unica farmacia che acquista è quella dello Spallanzani, per cui il medico autorizzato deve richiederlo a questo istituto. Altre Regioni - continua Gasbarrini - non hanno ancora iniziato la procedura, e questo crea un problema, anche perchè non è possibile prescriverlo a chi viene da fuori, e io mi trovo quindi a poterlo dare solo a metà dei miei assistiti''.

Il problema di fondo, insiste Gardini, è economico, e rischia di diventare più pressante nei prossimi mesi. ''L'Aifa ha individuato dei criteri di priorità per il Sofosbuvir con cui siamo d'accordo - spiega - ma fra circa sei mesi arriveranno nuovi farmaci senza interferone molto efficaci. A quel punto il fondo andrà rimpinguato, anche per l'arrivo di altre molecole innovative per patologie diverse''. In una indagine dell'associazione italiana di gastroenterologi Aigo, avviata in questi giorni, in tutte le Regioni italiane per verificare quali unità di gastroenterologia degli ospedali, che pure avrebbero i requisiti per farlo, non sono state inserite dai Governi regionali nelle liste dei centri che possono prescrivere i nuovi farmaci antivirali contro l'epatite C, e' emerso che in alcune Regioni (come la Lombardia) sono state già elaborate liste di Centri prescrittori in cui mancano Unita' di Gastroenterologia che già forniscono terapia anti Epatite C. Ciò comporta che pazienti con epatite C che da anni si affidano ai loro centri di riferimento perderebbero improvvisamente la possibilità di essere seguiti e assistiti con i farmaci più avanzati dal loro centro di fiducia, e sarebbero costretti a sobbarcarsi il disagio, le spese e i tempi di viaggi di trasferimento presso centri più distanti. (ANSA).


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