>ANSA-VATICANO/ Lascia manager sanità,Profiti via da Bambin Gesù

Voluto da Bertone e confermato da Parolin,dimesso prima scadenza
19:00 - 13/01/2015 




(di Fausto Gasparroni) (ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 13 GEN - Lascia il super-manager della sanità vaticana. Giuseppe Profiti si è dimesso dopo sette anni dalla presidenza dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù, di proprietà della Santa Sede, dov'era stato voluto dal cardinale Tarcisio Bertone. L'annuncio lo ha dato lui stesso ieri al consiglio di amministrazione, avendo consegnato le proprie dimissioni al cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, "secondo quanto precedentemente concordato", sottolineano all'Ospedale. Alla guida del Bambin Gesù, polo d'eccellenza della pediatria a livello europeo, Profiti era stato riconfermato proprio da Parolin nel marzo scorso per altri tre anni, fino al termine del 2016. Ora, invece, le sue dimissioni, con decorrenza dal 1 aprile 2015.

"Sono estremamente soddisfatto del lavoro fatto in questi anni - ha commentato Profiti - che ci ha portato a raggiungere risultati straordinari, per i quali va dato merito a tutto il personale dell'Ospedale, eccezionale per umanità, dedizione e professionalità". "La mia profonda gratitudine - ha proseguito - va al cardinale Tarcisio Bertone, che mi ha voluto qui sette anni fa, e al cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, che ha voluto riconfermarmi lo scorso marzo". "Oggi - ha aggiunto - sento che i tempi sono maturi per nuove importanti sfide, per me personalmente ma soprattutto per questo Ospedale che ho avuto l'onore e il privilegio di dirigere".

Cinquantatre anni, docente di Contabilità dello Stato e degli Enti pubblici all'Università di Genova, nel capoluogo ligure il manager ha diretto tra l'altro l'istituto Gaslini. E' presidente del Bambino Gesù dal gennaio 2008. Nel lasciare la presidenza rivendica i risultati raggiunti, come il fatto che in questi anni l'Ospedale ha aumentato il numero e la complessità degli interventi e ha sviluppato nuove attività di ricerca, affermandosi come il più grande Policlinico e Centro di ricerca pediatrica in Europa. Alle sedi storiche del Gianicolo, Palidoro e Santa Marinella, si sono aggiunti la nuova sede dei laboratori di ricerca a San Paolo fuori le Mura e i nuovi centri pediatrici regionali in Sicilia (Taormina), Basilicata (Potenza) e Calabria (Catanzaro). Alla crescita in Italia si è affiancato il consolidamento delle sedi estere in Cambogia, Vietnam e Tanzania, e l'attivazione delle iniziative umanitarie nelle zone di crisi, dalla Siria ad Haiti.

L'uscita di Profiti arriva comunque nel quadro di uno "spoil system" ancora in corso. Il segretario di Stato Pietro Parolin ha infatti rafforzato il suo controllo sul polo ospedaliero, d'accordo con papa Francesco, e da qui deriverà anche l'avvicendamento sulla poltrona di presidente. Profiti, tra l'altro, era l'uomo su cui Bertone puntava per la creazione di un maxi-polo sanitario nazionale cattolico all'ombra del Vaticano, col tentativo di acquistare il San Raffaele di Milano, progetto poi rientrato anche per l'opposizione dell'allora presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi, che lo giudicava impraticabile dal punto di vista finanziario. L'anno successivo, proprio nei giorni della rinuncia di Benedetto XVI al pontificato, Profiti è stato messo in campo dalla Santa Sede, come vicario del delegato papale card. Giuseppe Versaldi, per il risanamento dell'Istituto dermopatico dell'Immacolata di proprietà della Congregazione dei Figli dell'Immacolata Concezione, travolto dai debiti (vicini al miliardo) e dalle inchieste, che hanno portato all'arresto per appropriazione indebita e false fatture del consigliere delegato padre Franco Decaminada e di due imprenditori a lui legati.

La notizia delle dimissioni di Profiti cade ora proprio nel momento di indiscrezioni, riportate oggi dal Sole 24 Ore, su un probabile salvataggio del polo Idi-San Carlo - di cui si fa cenno indiretto nel decreto salva-Ilva - grazie all'intervento diretto del Vaticano e forse con l'arrivo di un imprenditore privato, il gruppo Sansavini. (ANSA).


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