CARCERI: NEL PIANO IONTA ANCHE QUELLE GALLEGGIANTI /ANSA

ALFANO APRE AI PRIVATI; PREMIER, GIA' TROVATI 500 MLN PER NUOVE
20:57 - 14/05/2009 




(di Silvia Barocci) (ANSA) - ROMA, 14 MAG - Non saranno le navi-prigione di vittoriana memoria che salpavano dai porti britannici alla volta dell'Australia con quell'infernale carico di galeotti che Charles Dickens immortalò nel romanzo "Grandi speranze". Le carceri galleggianti che potremmo vedere ancorate nelle acque antistanti Genova, Livorno o in uno degli innumerevoli e non meglio precisati porti della nostra Penisola saranno piattaforme simili a quelle inaugurate nell'89 a New York, lungo il fiume Hudson, o sulla falsariga dei centri di detenzione che l'Olanda ha destinato agli immigrati, oppure simili alla 'Weare', imbarcazione fluviale con 400 detenuti che dal 1997 al 2005 rimase ormeggiata a Portland, nel sud-ovest dell'Inghilterra.

L'idea di far ricorso anche in Italia a questa e ad altre soluzioni per risolvere l'emergenza sovraffollamento è del capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Franco Ionta, designato dal governo commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria con l'obiettivo di dare ossigeno alle 206 carceri che stanno letteralmente esplodendo: i detenuti sono arrivati a 62.473 contro un limite regolamentare di 43.201 e una tollerabilità di 63.702. Troppi. Soprattutto in tempi di 'tolleranza zero' che non lasciano spiragli ad alcuna ipotesi di nuovi indulti o amnistie.

Da pochi giorni Ionta ha messo nero su bianco - in un piano di 19 pagine di cui l'ANSA è in possesso - dove, come e quando costruire 22 nuove carceri (di cui 9 già finanziate) e 46 padiglioni in quelle vecchie, così da arrivare a creare, entro dicembre 2012, 17.129 posti letto in più (di cui 4.605 nel giro di un paio di anni) per un costo totale di 1 miliardo e 590 milioni di euro, di cui però 980milioni di euro ancora da individuare. "Abbiamo trovato 500 milioni di euro, vorremmo procedere con il project financing facendo intervenire i privati", ha detto il premier Silvio Berlusconi facendo riferimento al piano.

Nell'elenco dettagliato delle città di 17 regioni in cui sorgeranno padiglioni e carceri non ci sono i porti dove ormeggiare gli eventuali penitenziari galleggianti. Quest'ipotesi - che ora valuterà il ministro Alfano - è in un passaggio della relazione in cui Ionta indica la possibilità, in futuro, di un "nuovo modello di custodia per i soggetti di minore pericolosità". Si tratta delle cosiddette 'carceri leggere', "soluzioni alternative" a quelle fino ad ora adottate, da realizzarsi attraverso "strutture modulari" (più economiche nella manutenzione-gestione oltre che più rapide da costruire) nonché attraverso "la previsione di strutture penitenziarie 'galleggianti''.

Ma le priorità del piano Ionta sono due: ampliare 46 vecchie carceri con altrettanti padiglioni da circa 200 posti l'uno cercando di "evitare di sacrificare il più possibile" spazi verdi o ricreativi per i detenuti; costruire nuovi penitenziari nelle aree dove maggiore è il flusso degli arrestati (per questo sono previsti carceri da mille posti ciascuno a Milano, Roma, Napoli e Catania). Per trovare i fondi che scarseggiano Alfano ha intenzione di aprire ai privati, anche attraverso lo strumento della permuta (le vecchie carceri nel centro delle città vengano trasformate in alberghi o in store-center dai privati che, in cambio, costruiscono nuovi penitenziari in periferia) o con il 'project financing' . Per questo il Guardasigilli ha incontrato in serata il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia assieme al presidente dell'Associazione dei Costruttori Paolo Buzzetti e ai tecnici del ministero delle Infrastrutture.

A bollare il piano sono Antigone ("i tassi d'ingresso sono ormai di mille unità al mese, per cui entro sei mesi servirebbero 30 mila nuovi posti letto", dice Patrizio Gonnella), e il sindacato penitenziario Osapp ("le navi prigione indicano che ci troviamo in un mare di guai"). (ANSA).


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