Dichiarazione di Chivasso



Con l’entrata dell’Italia nella Seconda guerra mondiale (1940), che coincide con la fase discendente del fascismo, gli antifascisti autonomisti valdostani ritengono prossima la crisi del regime che ha condotto la nazione al tracollo. Nel 1941 muore l’abbé Joseph-MarieTrèves, figura profetica, che già nel 1931 aveva annunciato come prossima la dissoluzione della monarchia, suddita del fascismo, e l’avvento della repubblica “à travers le feu et le sang”. Émile Chanoux, accogliendo l’eredità politica di Trèves, ne raccoglie il messaggio e ne dà un’elaborazione originale, innestandolo in una visione federalista più ampia. La catastrofe immane in cui l’Europa era caduta costituiva, secondo Chanoux, un’occasione storica perché si modificassero le mentalità e le forme con cui le comunità dovevano essere governate, anche in una prospettiva di autogoverno.

La fine della dittatura in Italia poteva costituire il punto di partenza per la costruzione di un diverso rapporto tra cittadini e governo, non più basato sul centralismo, ma sulla relazione tra organismi creati sulla base delle caratteristiche di una comunità e tra loro solidali. La proposta federale di Chanoux, centrata sulle esigenze delle popolazioni alpine, risponde, infatti, sia alla necessità di creare un sistema federale all’interno dello stato, sia a quella di creare una sussidiarietà tra le forme di gestione politica organizzate dal basso all’interno di una regione o di un cantone, a loro volta poste in relazione federativa con altre regioni.

Un federalismo integrale, sopranazionale e infranazionale poteva essere infatti la soluzione per contrastare, a guerra finita, il risorgere del marasma nato nel XIX secolo in Europa con la creazione di Stati-nazione accentrati, autoritari e livellatori, in conflitto perenne con i paesi confinanti, specie se retti da dittature fasciste.

Il 19 dicembre 1943 Chanoux, accompagnato dall’avvocato Ernest Page, incontra clandestinamente a Chivasso alcuni esponenti dell’antifascismo valdese, Osvaldo Coïsson, Gustavo Malan, Giorgio Peyronel e Mario Rollier, tutti vicini al Partito d’Azione. Lo scopo di quella che passerà alla storia come “riunione di Chivasso”è redigere, anche sulla base di un testo preparato dallo storico valdostano Federico Chabod, un manifesto, la “Dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine”, che preconizza forme particolari di autonomia e di sostegno per le popolazioni alpine che fanno da cerniera tra l’Italia e gli stati confinanti.

L’autonomia e il federalismo auspicati dalla Dichiarazione di Chivasso sono una risposta non utopistica ai problemi delle minoranze etniche, linguistiche e religiose, sempre ignorati o disconosciuti nello Stato unitario italiano. Chanoux rielaborerà questa Dichiarazione nel saggio Federalismo e autonomie (pubblicato postumo nell’autunno del 1944 nei “Quaderni dell’Italia libera” del Partito d’Azione), esponendo con chiarezza le ragioni di un’autonomia per le comunità alpine (ma non soltanto) che prevede l’equilibrio tra le funzioni degli organismi sociali minori e quelli dello stato, premessa per la soluzione di “velenosi conflitti di frontiere tra i diversi stati”.

La Dichiarazione, nata in un contesto di urgenza e di incertezza sui tempi della “Liberazione” e della fine del fascismo, rappresenta un caso originale rispetto alle diverse tendenze federaliste elaborate negli anni Trenta e Quaranta del Novecento, ma anche rispetto a quelle dei risorgimentali Carlo Cattaneo e Giuseppe Ferrari, ben conosciuti, e più volte citati, da Chanoux.

La “Dichiarazione”, che inizia subito a circolare clandestinamente e che sarà pubblicata postuma sulla rivista clandestina del Movimento federalista europeo, l’“Unità Europea” (n. 5 del luglio-agosto 1944), rappresenta altresì una proposta avanzata per i tempi e rispetto ai programmi politici dei partiti nazionali, perché affronta sia i problemi sociali sia quelli culturali, calandoli nell’ipotesi della creazione di comunità cantonali autonome dal punto di vista politico, economico e amministrativo. Essa rappresenterà quindi, in quanto risposta di carattere politico ai problemi dei Valdostani, una pietra miliare per la costruzione della futura Autonomia della Valle d’Aosta.

 

1943, dicembre.
Dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine (manoscritto attribuibile a Ernest Page)

 

1943, dicembre.
Dichiarazione dei diritti delle popolazioni alpine (testo preliminare presentato alla riunione di Chivasso, con le correzioni a mano dell’autore, Emile Chanoux)

 

1944 – Emile Chanoux, Federalismo ed Autonomie (testo ciclostilato, con correzioni a mano dell’autore).

Le immagini sono state concesse dall'Istituto storico regionale, Aosta.


 



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