ABORTO. 'DATI BENE COMUNE': MANCA TRASPARENZA SU OBIEZIONE COSCIENZA -2-

02:11 - 23/12/2021 


(DIRE) Bologna, 23 dic. - Per questi motivi, le organizzazioni e attiviste che hanno dato il via a questa iniziativa chiedono che: tutti i dati presenti nelle tabelle della relazione, siano pubblicati anche come dati aperti, machine readable, riusabili e basati su standard di classificazione; la relazione possa descrivere lo stato dell'arte al massimo dell'anno precedente; la relazione possa includere maggiori informazioni sui Consultori familiari; sul sito del ministero sia creata una sezione dedicata alla relazione annuale, con l'archivio di tutte le relazioni pubblicate, in modo da poter analizzare il fenomeno nel tempo; siano pubblicati come dati aperti, anche i dataset che fanno da fonte alle tabelle di sintesi della relazione, disaggregati per struttura sanitaria e nel rispetto delle norme sulla privacy; venga predisposta una modalità di pubblicazione continua e più di dettaglio per tutti i dati in archivio nel rispetto della privacy.

Inoltre, i promotori e le promotrici dell'iniziativa ritengono che il monitoraggio dell'obiezione di coscienza dovrebbe essere condotto attraverso la compilazione di un modello unico e standardizzato da parte di ciascuna struttura/servizio pubblico o convenzionato autorizzato, da compilare con cadenza regolare annuale. Hanno aderito all'iniziativa: Think Tank Period, Amnesty International Italia, Coordinamento Consultori del Lazio, Non è un veleno, Maghweb, Pro-choice Rete italiana contraccezione aborto, IVG, ho abortito e sto benissimo!, Libera di abortire, UAAR, Governo di Lei, La Casa delle Donne di Ravenna, SEX & THE CITY, D.i.Re Donne in Rete contro la violenza, Casa delle donne per non subire violenza Onlus, Donne in quota, Forum - Associazione Donne Giuriste, Sonia Montegiove, Elisa Rosso, Barbara Leda Kenny, Giulia Nanni, Marina Della Rocca, Rossella Ghigi, Annette Ventroni, Daniela Valdiserra, Marzia Ragusa, Martina Lombardi.




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