Coronavirus: 200 medici in chat su uso idrossiclorochina

Scambio esperienze in profilassi e cure precoci
15:06 - 25/05/2020 


(ANSA) - MILANO, 25 MAG - L'utilizzo dell'idrossiclorochina sia nella prima fase della malattia da Covid-19, sia nei casi sospetti ed anche come profilassi, ad esempio da parte di medici ed infermieri, è diffuso sia nella medicina di base sia in alcuni reparti ospedalieri. Le diverse esperienze vengono condivise in una chat su whatsapp dove sono iscritti perlopiù medici di base ma anche di ospedali, specializzati in diverse branchie della medicina: sono in tutto circa 200, molti di loro lombardi ma anche di altre regioni.

"Ho supportato i medici di base in chat condividendo l'esperienza ospedaliera: nel reparto di terapia sub intensiva dell'ospedale di Lodi abbiamo utilizzato idrossiclorochina, azitromicina ed eparina fin dai primi giorni", spiega all'ANSA di Valentino De Filippis, anestesista rianimatore dell'Esercito Italiano, in servizio per supporto dall'ospedale militare di Milano a Lodi dal 4 marzo. "I dati raccolti andranno analizzati

- ha aggiunto -. In tutta Italia il protocollo è stato lo
stesso, con uso differito di cortisonici". De Filippis ha detto che "l'idrossiclorochina non ha dato problemi, certo vanno monitorati i pazienti con problemi cardiologici ma dissento che possa aumentare il rischio di morte in malati Covid". Anzi, ha aggiunto, "se non ci fosse stata avremmo avuto sicuramente più morti".

Anche Giulio Mercandalli, chirurgo vascolare all'Istituto Sant'Ambrogio di Milano, ha raccontato di aver "supportato a molti medici di base" sulla base "di quanto fatto in ospedale". "Per la profilassi trombotica da ipercoagulazione abbiamo usato l'eparina, l'idrossiclorochina a casa e nei primi stadi della malattia appare al momento la più funzionale. Dire che aumenti il rischio di morte a prescindere è errato, da problemi in caso di patologie cardiologiche pregresse. Servirà uno studio per validare i protocolli - ha aggiunto Mercandalli - ad ogni modo la si prendeva per andare alle Maldive e nessuno faceva il cardiogramma prima".

Oltre ai medici in chat, altri professionisti hanno raccontato del medesimo protocollo in uso negli ospedali, tra cui Filippo Crivelli, direttore della struttura complessa di anatomopatologia dell'Asst Valle Olona (Varese) e rappresentante lombardo di Siapec (Società Italiana di Anatomia Patologica). "Accertata la presenza di micro trombi in polmoni, rene, fegato e cervello", ha raccontato "abbiamo capito la reazione immunitaria scatenata dal virus nell'organismo e abbiamo iniziato a somministrare anche l'idrossiclorochina" che, secondo il medico, "ha anche una funzione preventiva e i medici di base hanno fatto molto bene a usarla. Perché venga validata serviranno i trial clinici".

"L'idrossiclorochina funziona sull'aspetto infiammatorio che in questa malattia è quello prevalente, lo abbiamo usato sotto la nostra responsabilità e sembra che funzioni - ha raccontato Paolo Viganò, direttore del dipartimento di infettivologia dell'ospedale di Legnano (Milano) - di fatto ha salvato migliaia di persone dalla malaria e viene assunta dai malati di artrite reumatoide". Poi ha aggiunto "alcuni infermieri e medici del mio ospedale la assumono come profilassi, scelta che non comprendo senza una validazione". (ANSA) (ANSA).




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