LA TERRA COME TERMOMETRO
Èstato sempre sostenuto che l’acqua è una risorsa rinnovabile, le cui riserve sono continuamente reintegrate attraverso un grande ciclo naturale, anche se non distribuita in modo omogeneo su tutta la terra. Ma oggi siamo coscienti che anche l’acqua è un bene scarso e prezioso.
RISORSA ACQUA
di Raffaele Rocco
La chiesa di Fontainemore si specchia nel torrente Lys.L’acqua è ovunque: sopra, sotto, ma soprattutto dentro di noi: le piante, gli animali e gli esseri umani non potrebbero farne a meno. Da sempre, nella nostra cultura, il modo di considerare l’acqua si fonda su un antico simbolismo di purezza: nella religione cristiana, ad esempio, l’acqua libera dai peccati con il battesimo e interviene nei riti religiosi della benedizione come acqua santa. Del resto, la stessa immagine che ha sempre accomunato l’acqua corrente alla vita ed alla fertilità avvicina l’acqua stagnante alla morte, gli ambienti paludosi sono sede di presenze terrificanti e pericolose, dove l’acqua è elemento ostile, nauseabondo e portatore di malattie per gli uomini e gli animali. È stato sempre sostenuto che l’acqua è una risorsa rinnovabile, le cui riserve sono continuamente reintegrate attraverso un grande ciclo naturale, anche se non distribuita in modo omogeneo su tutta la terra. Con la sua comparsa, l’uomo ha cambiato inevitabilmente anche la storia dell’acqua: fonte di sviluppo delle prime civiltà essa è stata trasportata con imponenti opere di ingegneria nei centri urbani e nei campi e utilizzata come fonte di energia, divenendo così uno dei principali motori dell’evoluzione sociale. Dalla fine del XIX secolo, la cultura occidentale modifica il proprio rapporto con l’acqua con la scoperta del comfort e del concetto di potabilità. Inizia l’era dell’igiene trionfante, le stanze da bagno ed il sistema fognario diventano le insegne della civiltà urbana, segni indiscutibili del progresso, ma è anche il tempo dello spreco e dell’inquinamento, i corsi d’acqua vanno regimentati per permettere il massimo utilizzo del territorio e lo sfruttamento idroelettrico. La qualità viene continuamente peggiorata dall’inquinamento e dall’incuria dell’uomo, e la disponibilità di acqua dolce proveniente da fiumi e sottosuolo si fa progressivamente sempre più inadeguata. Lo sviluppo sociale ed economico ha fortemente incrementato il consumo di acqua e le quantità utilizzate sono ormai diventate enormi. Il prelievo idrico ha provocato un grave impatto sull'ambiente del quale solo da poco si comincia a prendere coscienza. Fino a pochi anni fa infatti, i progetti per il prelievo e l'utilizzo dell'acqua erano mirati unicamente ad obiettivi di tipo economico e scarso era l'interesse per gli effetti indotti sul regime dei corsi d'acqua e per gli impatti generati sul territorio. Pochi pensavano che l'uso indiscriminato di acqua avrebbe comportato un forte degrado dell'ambiente e che fosse necessario garantire ad un corso d'acqua il deflusso minimo vitale. La risorsa acqua era considerata inesauribile. Così, se la domanda di acqua dolce è triplicata dal 1950 ad oggi a causa dell’incremento demografico e delle moderne abitudini di vita, e si prevede che raddoppi entro il 2050, contemporaneamente la sua disponibilità pro capite a livello mondiale è diminuita da 17.000 a 7.500 metri cubi. Oggi il problema del prelievo delle acque viene avvertito come una delle maggiori emergenze ambientali e desta forte preoccupazione anche la qualità stessa della risorsa. Infatti l'uso dell'acqua, indispensabile alla nostra vita civile, porta inesorabilmente al degrado delle sue qualità originarie. L’eccesso di sostanze organiche e inquinanti sversate nei corpi idrici ne limita la naturale capacità autodepurativa creando la necessità di ricorrere a tecnologie molto gravose dal punto di vista economico per recuperarne le caratteristiche iniziali. Eppure non siamo ancora completamente consapevoli che le disponibilità di acqua non sono infinite, e che i mutamenti dell’ambiente dovuti all’uomo sono di tale portata ed avvengono così rapidamente che il meccanismo con il quale la natura stessa provvede a fornire e depurare l’acqua rischia di diventare insufficiente: il numero degli esseri umani e le loro necessità potranno anche crescere, ma le risorse idriche mondiali rimarranno sempre costanti. Oggi anche questa ultima affermazione “le risorse idriche mondiali rimarranno sempre costanti” richiede però ulteriori chiarimenti e specificazioni. I dati sulla distribuzione delle piogge e sullo stato dei ghiacciai (montani e polari) diventano di anno in anno sempre più preoccupanti perché indicano un’evoluzione che non potrà che aggravare la disponibilità delle risorse idriche. La distribuzione delle piogge nel corso dell’anno sta subendo una variazione: i fenomeni sembrano concentrarsi in eventi maggiormente intensi e di minore durata, intervallati da lunghi periodi di scarsità di precipitazioni. Le nevicate, a causa del generale aumento delle temperature medie, interessano in modo sensibile le quote più elevate delle nostre montagne, con una tendenza ad un generale spostamento verso i 1800-2000 metri di altitudine, e lo scioglimento delle nevi avviene con maggiore anticipo rispetto ai dati storici. I ghiacciai sono in progressivo arretramento e ormai gli scenari più pessimistici ne vedono la scomparsa totale dall’arco alpino entro i prossimi 25 anni. Tutti questi sono fattori di un mutamento in corso che, se ulteriormente confermato, avrà anche ripercussioni notevoli sulla disponibilità di risorse idriche. Le portate dei corsi d’acqua valdostani hanno subito nel corso degli ultimi anni variazioni sensibili: alcune valutazioni, ancora molto preliminari, danno ad esempio una riduzione del 10% - 15% delle portate medie rilevate presso alcune derivazioni idroelettriche, rispetto alle medie storiche di una decina di anni fa. Si notano poi un numero maggiore di picchi di portata in occasione di piogge intense, ai quali fanno seguito lunghi periodi di portate ridotte, di molto inferiori alle medie storiche. I volumi di acqua complessivamente veicolati non sembrano, al momento, aver subito variazioni significative, pur nella consapevolezza che l’apporto dallo scioglimento dei ghiacciai è fondamentale a garantire questo risultato. Questi possono essere assunti come ulteriori elementi di una cambiamento in atto che ci arriva direttamente dal nostro pianeta, ma che possiamo interpretare al momento con grandi difficoltà perché non sempre disponiamo di serie storiche complete di raffronto. Negli ultimi anni la Regione ha impegnato significative risorse finanziarie ed umane nel ricostituire la rete di rilevamento meteo-idrologico. L’ufficio idrografico regionale nasce sul finire degli anni ’80 per la gestione delle concessioni di derivazione, nel 2002 (ai sensi del D.lgs 112/98) ha acquisito anche le competenze dell’ex Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale. Tra le varie attività di competenza, si occupa di:

• gestire la rete di telemisura delle portate dei corsi d’acqua, delle piogge e della neve;

• acquisire, analizzare e distribuire i dati verso l’utenza;

• predisporre il bollettino idrologico e organizzare e validare i dati per la predisposizione degli annali idrologici.

L’acqua di un torrente.Negli anni 1989-92 infatti nasce l’Ufficio Idrografico con le prime 6 stazioni telerilevate (poi implementate a 14). Dal 1997 al 2000 sono installate altre 14 stazioni con il Progetto Interreg IIC-Prevenzione delle nondazioni e dal 2002 è in corso l’implementazione e ottimizzazione della rete con l’installazione di 23 nuove stazioni. La rete di telemisura è composta attualmente da 66 stazioni contraddistinte da oltre 300 sensori di misura dei parametri idro-meteorologici. Ogni ora sono così acquisiti circa 2000 dati relativi ai 46 pluviometri, 53 termometri, 24 idrometri, 24 nivometri, 8 barometri, 84 termometri neve, 7 radiometri, 6 igrometri, 12 anemometri. L’attività della Fondazione Montagna Sicura di Courmayeur, in collegamento con la Regione e con l’ausilio dell’ARPA Valle d’Aosta, fornisce poi un quadro completo dell’evoluzione dei ghiaccia valdostani che è stato posto a disposizione di tutti nell’ambito della cabina di regia dei ghiacciai. Alla cabina di regia dei ghiacciai partecipano, oltre che i tecnici regionali, i responsabili del Soccorso alpino valdostano e delle Guide di alta montagna per l’individuazione delle iniziative volte al monitoraggio dei ghiacciai valdostani, alla programmazione di interventi operativi di salvaguardia degli stessi, e alla divulgazionedelle conoscenze scientifiche acquisite e degli interventi attuati, anche attraverso la valorizzazione della banca dati glaciologica regionale. Di anno in anno stiamo acquisendo migliaia di nuovi dati che, comparati tra di loro e con quelli storici disponibili, iniziano a fornire un quadro delle conseguenze dell’evoluzione in atto nel clima valdostano per quanto riguarda le risorse idriche. Lo scenario che si sta configurando nel medio periodo è quindi quello di una crescente difficoltà nell’accedere alle risorse idriche necessarie, se non sono riorganizzati i sistemi di approvvigionamento e quindi di distribuzione delle acque stesse. Bisogna infatti immagazzinare l’acqua quando essa è resa disponibile, in occasione delle piogge o dello scioglimento delle nevi, per poter poi essere distribuita a tutti gli utenti quando necessaria per gli usi potabili, irrigui e industriali. L’uso di tali risorse dovrà poi avvenire in modo oculato, usando i quantitativi strettamente necessari quando necessario e senza sprechi inutili. La qualità dei corpi idrici va salvaguardata con sempre maggiore attenzione, perché il loro degrado qualitativo comporterà un ulteriore assottigliamento delle disponibilità. Non è più sufficiente limitare gli inquinamenti della risorsa attraverso il solo trattamento degli scarichi fognari, ma si dovrà operare per recuperare lo stato ecosistemico dei corsi d’acqua stessi. I livelli di consumo di acqua e lo stato ambientale dei corpi idrici sono divenuti parametri importanti di valutazione del livello di sviluppo di una regione. È necessaria una nuova consapevolezza del fatto che la rarità crescente delle risorse di acqua dolce ed il cattivo uso che ne viene ancora fatto minacciano gravemente le possibilità di sviluppo, tanto in senso generale che tantomeno di sviluppo sostenibile. È chiaro, quindi, che la principale fonte di vita dell’umanità si sta trasformando in una risorsa strategica vitale: il valore crescente dell'acqua, le preoccupazioni concernenti la qualità e la quantità di approvvigionamenti, oltre che le possibilità di accesso, accordate o rifiutate, stanno avvicinando l’acqua al petrolio e ad altre ricchezze minerali in quanto risorsa strategica. La sua rarità e il suo valore crescente porteranno sempre più a mettere in atto politiche dell'acqua che ne favoriscono l’uso esclusivo in aree circoscritte e che puntano alla sua salvaguardia e al suo razionale utilizzo.
   
Pagina a cura dell'Assessorato territorio, ambiente e opere pubbliche © 2024 Regione Autonoma Valle d'Aosta
Condizioni di utilizzo | Crediti | Contatti | Segnala un errore