La tutela e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico

Nell’intento di dare la maggiore visibilità possibile alle collezioni regionali, soprattutto quando oggetto di delicati interventi di restauro che restituiscono alle opere il loro splendore originario, al castello Gamba di Châtillon, nell’ambito della rassegna Détails, è stato esposto il monumentale dipinto Ritorno di Terra Santa di Federico Pastoris (1880). Al termine della rassegna, l’opera è stata trasferita al castello di Issogne, dove verrà esposta al pubblico nell’ambito di un nuovo percorso di visita che renderà accessibili i locali dell’appartamento di Vittorio Avondo.

collezioni regionali: Federico Pastoris, Ritorno di Terra Santa, 1880 (foto Diego Cesare) foto

 

Al fine di accrescere la conoscenza del patrimonio ecclesiastico valdostano e di ampliare l’offerta culturale, la Soprintendenza per i beni e le attività culturali ha sostenuto due diverse iniziative espositive promosse dalla Diocesi. A giugno è stata inaugurata la mostra Ecclesia Pulchra, volta a valorizzare il patrimonio artistico-librario della Cattedrale di Aosta e, nel contempo, tre ambienti di grande interesse del complesso della cattedrale: il chiostro, la sacrestia monumentale e il Museo del Tesoro. Partner del progetto sono stati, oltre alla Regione autonoma Valle d'Aosta, la Diocesi di Aosta, l’Académie Saint-Anselme e l’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano. A ottobre è stato inaugurato il museo parrocchiale di Sarre, per la cui apertura l’Amministrazione regionale ha impegnato il proprio personale nelle attività di movimentazione e allestimento delle teche e ha finanziato negli anni il restauro di alcune opere. Nel solo 2015 sono state oggetto di restauro quattro statue lignee policrome (san Maurizio, san Pantaleone, santa Margherita, san Giacomo) e una croce astile in oreficeria.

Numerose sono le iniziative di studio e restauro sui castelli valdostani, attività indispensabili per garantirne la fruizione: proseguono gli interventi di manutenzione conservativa delle superfici decorate a Castel Savoia di Gressoney-Saint-Jean, così come le attività di monitoraggio e la mappatura del degrado sui prospetti che si affacciano sulle pareti del cortile del castello di Issogne, mentre al castello di Sarre è in corso la revisione dell’inventariazione delle collezioni che rientra in un più ampio programma di riordino delle collezioni regionali che viene portato avanti di anno in anno.

Nel campo della ricerca, una decina di studiosi di diverse discipline, tra storiche, storico-artistiche e archeologiche è stata coinvolta per indagare le scelte di ricostruzione, ampliamento e decorazione pittorica e scultorea delle dimore signorili valdostane e per approfondire il ruolo delle famiglie nobili ad essi connesse, con particolare riferimento al XV secolo e alla ricorrenza del VI centenario della creazione del ducato di Savoia (1416-2016). Esempio di castello di piano appartenuto a una nobile casata valdostana, il castello Sarriod de La Tour è stato oggetto di particolare attenzione, sia con l’assegnazione di ricerche specifiche sullo sviluppo architettonico del complesso castrale, sulla sua decorazione e sulla famiglia proprietaria, sia con l’analisi delle potenzialità del sito che costituiranno la base per la progettazione di un futuro allestimento che lo renda immediatamente identificabile nell’ambito della rete dei castelli valdostani e attraente per il pubblico più vasto.

Tra gli edifici di proprietà regionale attualmente oggetto di interventi di restauro, si segnalano i castelli di Aymavilles, Quart e Arnad sui quali il personale della Soprintendenza svolge compiti di direzione scientifica e operativa relativamente alle decorazioni pittoriche.

Nel campo della tutela, sono stati promossi restauri di opere del patrimonio ecclesiastico, come opere in legno policromo, tra cui statue e altari (tra cui quello della chiesa parrocchiale di Brusson, dedicato a san Giuseppe), suppellettili di oreficeria ad uso liturgico e un paliotto in cuoio, raro manufatto del XVII secolo proveniente dalla cappella di Ecko a Gressoney-Saint-Jean.

Cappella di Ecko, Gressoney -Saint-Jean, Paliotto in cuoio impresso e dipinto, XVIII secolo (foto Natalia Baccichetto) foto

 

Per alcune di queste opere è stata posta in essere una collaborazione con il Centro Conservazione e restauro Beni culturali della Venaria Reale. Si segnala inoltre che, con personale interno alla Soprintendenza per i beni e le attività culturali sono stati ultimati l’intervento di restauro e la mappatura del degrado dei due mosaici nel coro della cattedrale di Aosta.

Cattedrale di Aosta, mosaico inferiore del coro (XII secolo), dopo la pulitura (foto Nicole Seris) foto

 

Sono stati inoltre eseguiti i necessari sopralluoghi in occasione di interventi di restauro sostenuti da enti o istituti privati. Tra le attività istituzionali, si segnalano le procedure amministrative relative a prestiti di beni culturali per mostre in Italia o all’estero e la collaborazione sollecitata dagli enti doganali per il controllo di opere d’arte alla frontiera.