RECENSIONI
RECENSIONI

Werner Batzing, Le Alpi. Una regione unica al centro dell'Europa. Edizione italiana a cura di Fabrizio Bartaletti. Ed. Bollati Boringhieri, Torino 2005.
Il volume costituisce il coronamento di venticinque anni di ricerche sulle Alpi, e si presenta come l'opera più completa oggi disponibile su questo tema. Basato su una profonda conoscenza del terreno, il libro è anche scritto col cuore ed esprime in ogni pagina l'amore che Bätzing nutre per l'ambiente alpino, per le Alpi sotto tutti i loro aspetti. Un amore rivolto al paesaggio naturale, certo ma ancor più ai paesaggi agrari creati dal lavoro dell'uomo nonché ad altri aspetti del mondo alpino spesso rimossi dall'immaginario collettivo, come le città, le industrie, i corridoi di transito, le grandi infrastrutture: perché le Alpi, lo si voglia o no, sono anche questo, ed è in questo contesto non sempre bello che dalla rivoluzione industriale in poi vive una porzione rilevante della popolazione alpina. Dalle pagine del libro traspare il vivo contrasto fra l'atteggiamento nei confronti dell'ambiente dei contadini di montagna, quasi sempre improntato al mantenimento della stabilità ecologica, e uno sviluppo turistico, commerciale o industriale che talora è di rapina e pone seri problemi di ordine ecologico e socioeconomico. Per tali problemi, Bätzing non ha soluzioni pronte, ma intravede nello sviluppo sostenibile, nella valorizzazione di alcune aree spopolate come possibile localizzazione di attività tipiche dell'era postindustriale e nei progressi della Convenzione alpina un percorso praticabile, in grado di proporre le Alpi non solo come arena per il tempo libero, ma come uno spazio per vivere.

Laura e Giorgio Alprandi, Le Grandi Alpi nella cartografia 1482 - 1885. Ed. Priuli e Verlucca, Pavone Canavese 2005.
L'opera attuale Le Grandi Alpi nella cartografia 1482-1885 è un'indagine di cartografia storica in quanto gli autori hanno cercato di ritrovare nelle carte geografiche le tracce delle vicende umane, politiche, militari e religiose che costituiscono la storia del territorio alpino. Lo studio dei toponimi, delle frontiere e soprattutto dei colli che rappresentano la parte più umana che la cartografia delle Alpi può offrirci, ha consentito di realizzare questo volume.
Per gli autori la carta geografica non è una semplice rappresentazione del territorio come sempre è stata considerata, ma un documento storico fino ad ora trascurato nella storiografia: la frase latina "Historiæ oculus geographia" sintetizza il loro modo di considerare l'argomento della cartografia alpina. Il vecchio testo del 1974, completamente rinnovato, ha costituito per gli autori un punto di riferimento di cui hanno tenuto presente solo l'impianto e il piano dell'opera.
La quantità di materiale raccolto ha permesso di suddividere il lavoro in due volumi: il primo dedicato alla storia della cartografia alpina, che illustra come la scoperta delle Alpi da parte dei cartografi sia stata lenta e graduale; la ricerca è stata finalizzata soprattutto alla descrizione dei colli utilizzati per motivi commerciali, religiosi, militari.
Il secondo volume affronta la tematica della cartografia specialistica delle Alpi, prendendo in considerazione lo studio settoriale delle Grandi Alpi dal Monviso al Monte Rosa. È stato un lavoro impegnativo e gravoso, difficile da organizzare anche perché il materiale raccolto in tanti anni di ricerca assommava a più di 700 carte, ridotte a circa 500 effettivamente utilizzate per la pubblicazione e elencate alla fine del secondo volume in un catalogo riassuntivo.
Quest'opera di largo respiro si può considerare la summa delle carte geografiche antiche relative alle Grandi Alpi, che mai sono state una barriera e mai, grazie ad un sistema di colli e passaggi ben messi in evidenza dallo studio cartografico, hanno diviso le genti al di qua e al di là della catena alpina.
 
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