Assessore all'Istruzione, Università, Politiche giovanili, Affari europei e Partecipate

Il periodo è difficile e si riverbera su tutti i settori di competenza. Lo è di certo per l’Istruzione, che resta un caposaldo per la società valdostana e abbiamo fatto tutto il necessario per poter garantire in sicurezza le lezioni in presenza e, laddove era impossibile, per avere un buon livello di didattica a distanza. Ora lavoriamo in vista del 7 gennaio per la riapertura totale. Ringrazio tutti gli addetti della scuola per lo sforzo corale, compresi i precari ai quali dobbiamo delle risposte per le procedure concorsuali necessarie per garantire il numero necessario degli insegnanti. La nostra attenzione vale anche per l’Università della Valle d’Aosta e per il Conservatoire, che devono esprimere dell’eccellenza. La competitività crescente ci obbliga ad avere sempre chiari gli orizzonti da raggiungere.

Le Politiche giovanili sono in qualche modo connesse. La crisi demografica rende sempre più prezioso il nostro capitale di bambini e ragazzi e bisogna combattere fenomeni di dispersione scolastica e di disagio giovanile.

Gli Affari europei mai come ora sono pieni di impegni e ben sapete quanto io guardi, per formazione culturale e per esperienze politiche, all’Europa. Bisogna rimboccarsi le maniche per chiudere l’attuale periodo di programmazione e lanciare progetti e idee sulla nuova fase che ci porterà sino al 2027. Il Recovery Fund ci ha visto raccogliere molte proposte e ci auguriamo che una fetta consistente di finanziamenti comunitari possa affluire per lo sviluppo della nostra Valle. Garantisco che stiamo lavorando per essere più presenti a Bruxelles per non perdere occasioni e mantenere contatti utili anche per il mondo della montagna e in connessione con le altre minoranze linguistiche europee. Conta anche il rapporto Oltralpe con Savoia e Vallese e le più larghe istanze come AlpMed e Eusalp.

Sulle Partecipate regionali, cui mi è stata affidata la visione strategica, è necessario lavorare per avere una sinergia fra tutte le società con progettualità in comune. Ciò vale anche per gli impianti a fune, di cui in questa stagione si è compresa ancor di più l’importanza. Ma questo è valido per Finaosta, Inva, CVA e tutta la galassia di partecipazioni dirette e indirette, cui dedicheremo normative sempre più confacenti alle loro rispettive missioni. La nascita a inizio anno di un vero e proprio Dipartimento delle Partecipate è un chiaro segnale politico.

Quel che è decisivo è che la comunità valdostana approfitti della ripartenza dopo la pandemia. Sarà come un dopoguerra, che ci vedrà esausti per le esperienze vissute, ma anche speranzosi per quanto potrà venire. Ognuno di noi deve essere impegnato non solo a difesa dell’Autonomia, perché si tratta del minimo sindacale, ma deve operare – e questo nel mio caso vale per i settori per i quali ho la delega – per progettare a lunga scadenza una Valle d’Aosta che sappia reggere ai rischi incombenti di indebolimento dell’economia e pure di messa in discussione del nostro Statuto, che va applicato in pieno e rafforzato contro ogni tentazione centralista. Si tratta di uno sforzo importante per tenere viva e dinamica la nostra Autonomia, che proprio nel corso della pandemia è tornata ad essere un valore più condiviso di quanto lo fosse prima che il virus dilagasse. Una importante riappropriazione per la comunità valdostana, che deve avere nell’onestà e nella correttezza il punto di riferimento: diritti cui corrispondono doveri.

 


 



Torna su