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>>>ANSA/Meloni, fine del fascismo pose le basi per la democrazia
Sinistra contro nostalgie,distinguo nel governo. Fischi a Nordio
19:25 - 25/04/2024
(di Paolo Cappelleri)
(ANSA) - ROMA, 25 APR - La Liberazione "con la fine del
fascismo pose le basi per il ritorno della democrazia". È il
passaggio chiave del messaggio di Giorgia Meloni nel suo secondo
25 aprile da presidente del Consiglio, commemorato all'Altare
della Patria con Sergio Mattarella e le alte cariche dello
Stato. Dopo aver affermato un anno fa in una lettera al Corriere
della sera che la sua parte politica è "incompatibile con
qualsiasi nostalgia" del Ventennio, in questa occasione la
premier sceglie i social per ribadire l'avversione "a tutti i
regimi totalitari e autoritari". E promette di continuare "a
lavorare per difendere la democrazia e per un'Italia finalmente
capace di unirsi sul valore della libertà". Per le opposizioni,
però, non basta. In una giornata segnata da polemiche e scontri
di piazza, da più parti le rimproverano di non dichiararsi
esplicitamente "antifascista", dimensione intorno a cui secondo
il presidente della Repubblica "è possibile e doverosa l'unità
popolare".
A Milano la segretaria del Pd Elly Schlien abbraccia Antonio
Scurati, lo scrittore autore del monologo che ha creato il caos
in Rai, e la definisce "una giornata in cui celebrare
quell'Italia che è stata dalla parte giusta della storia",
rilanciando "l'impegno e la lotta per la difesa della nostra
Costituzione". Toni simili a quelli di Giuseppe Conte. "Non
possiamo permettere - afferma il leader M5s - che i valori
costituzionali vengano oggi scalfiti, uno a uno, tra corsa al
riarmo, tagli alla sanità e scarso impegno per assicurare
dignità, salari giusti e sicurezza alle persone". Nessun
riferimento al post di Meloni, liquidato invece da Nicola
Fratoianni (Si) come il "minimo sindacale", mentre il sindaco di
Milano Giuseppe Sala critica il "silenzio imbarazzante" di "una
parte del governo". "Se è un governo che proviene dalla storia
dell'Msi - sostiene il leader di Azione Carlo Calenda - è
necessario" che dica di essere antifascista.
Con sfumature diverse è vissuta la festa della Liberazione
nella maggioranza e nell'esecutivo, e non passa inosservato che
alcuni ministri non si esprimono. Per Gennaro Sangiuliano,
"l'antifascismo è sicuramente un valore" ma "lo è allo stesso
modo l'anticomunismo". "Liberiamo la festa del 25 aprile da chi
la tiene in ostaggio, diventi finalmente di tutti", il post di
Daniela Santanchè. Deve fare i conti con fischi e 'buuh' il
guardasigilli Carlo Nordio, mentre nel suo discorso a Treviso
sostiene che la richiesta di dirsi antifascisti "è retorica,
perché avendo noi giurato fedeltà sulla Costituzione è ovvio
che siamo antifascisti". Più volte si è dichiarato tale il
ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, che denuncia la
"retorica dell'allarme fascista: non esiste nel Paese e non
interessa agli italiani". E il ministro della Difesa Guido
Crosetto, al fianco di Mattarella anche alla cerimonia a
Civitella in Val di Chiana, sottolinea che "l'impegno per la
libertà è più attuale che mai". Mentre il vicepremier Antonio
Tajani onora "tutte le vittime innocenti del nazifascismo".
Poche le voci leghiste. Il presidente della Camera Lorenzo
Fontana, al Foglio, si dice "pienamente antifascista", e Gian
Marco Centinaio mette nero su bianco un "viva l'Italia
antifascista". Il leader Matteo Salvini partecipa a una
cerimonia a Milano ("Ho sempre onorato il 25 aprile senza
sbandierarlo"), prima della presentazione del suo libro in cui
annuncia la candidatura di Roberto Vannacci con la Lega. "Una
provocazione", per Angelo Bonelli (Avs). "Festeggia il 25 aprile
con un criptofascista", la stilettata di Riccardo Magi
(+Europa). "Uno schiaffo della destra ai valori antifascisti",
attacca il dem Alessandro Zen, in un pomeriggio segnato dalle
tensioni nelle manifestazioni, da Roma a Milano. FdI condanna i
manifesti di Meloni bruciati a Bologna e le contestazioni
all'urlo di "assassini" alla Brigata ebraica, stigmatizzate, fra
gli altri, anche dal dem Emanuele Fiano, dall'azzurro Maurizio
Gasparri e da Raffaella Paita (Iv): "Qui gli unici fascisti sono
gli autori di questi cori".
Fa discutere anche il post con cui Tomaso Montanari, rettore
dell'Università per stranieri di Siena, commenta un articolo del
Secolo d'Italia: "Ma almeno oggi tornate nelle fogne e
tacete...". "È questa - ribatte Tommaso Foti (FdI) - la libertà
di espressione che certi nostalgici degli anni più bui vogliono
predicare?". (ANSA).