Editoriale
Editoriale

Il progetto editoriale incentrato sulle Comunità Montane dalla nostra rivista prosegue con questo numero dedicato alla Comunità Evançon.
Come nel caso del precedente numero dedicato alla Comunità Montana Monte Cervino, il territorio in esame, ricco di tradizioni e di paesaggi diversi, inizia dal fondovalle, includendo realtà urbanistiche e territoriali molto varie: si va da centri sedi di attività industriali e artigianali, quali Verrès e Champdepraz, a centri prettamente montani e a vocazione turistica come Ayas e Brusson. Se, come spesso accade, la popolazione si concentra nel fondovalle o nelle località a vocazione turistica montana, non dobbiamo però dimenticarci della presenza di centri minori, come i due comuni di Challand, a vocazione maggiormente agricola e oggetto di profondi cambiamenti nel corso degli ultimi decenni.
La comunità montana Evançon è ricca di tesori storici e archeologici, alcuni ben conosciuti al grande pubblico, come i castelli di Verrès e Issogne, altri più “nascosti”, ma meritevoli di un approfondimento che il presente numero si propone di affrontare, come il sistema dei forni di Montjovet, il forte di Machaby di Arnad, il castello di Cly a Brusson, interessato da un progetto di recupero.
La comunità vanta al suo interno l’unico parco naturale regionale valdostano, il Parco del Mont Avic, che vanta ormai oltre 20 anni di vita, e che continua, come ci viene descritto dal suo Direttore, a impegnarsi sul fronte della tutela e del recupero di un valore naturalistico di pregio.
Sempre in tema di valorizzazione e recupero interessante è il progetto che riguarda le miniere di Brusson, la cui valorizzazione ha visto di recente l’approvazione un impegno economico da parte dell’Amministrazione Regionale.
Anche in questa porzione del territorio regionale troviamo quindi uno spaccato della realtà territoriale valdostana, caratterizzata da ambienti urbani e da attività industriali e commerciali, ma anche da peculiarità ambientali e valenze turistiche, legate soprattutto alla montagna, con le sue caratteristiche peculiari, che offrono spunti turistici sia nel periodo invernale (con lo sci) sia in quello estivo. Si tratta di territori che vantano una lunga storia di insediamenti, come testimoniano i numerosi resti medievali, e che sono stati nel corso dei secoli “plasmati” dall’uomo, e dalle sue attività, soprattutto da quelle agricole nel passato.
Ma la realtà di un territorio non è fatta solo di ricordi dei “bei tempi andati”. Il presente e il futuro impongono nuovi sviluppi, nuove forme di uso del territorio, e di conseguenza diventa importante un’attenta riflessione da parte di coloro che sono chiamati ad amministrare questa risorsa, e dalle cui scelte presenti possono dipendere molti scenari futuri. Buona lettura.

Manuela Zublena
Assessore al territorio e ambiente
 
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