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PEL, valutazione auto-valutazione e certificazione delle competenze linguistiche

Il Portfolio europeo delle lingue, come è ormai noto, sta determinando una vera e propria rivoluzione nel campo dell'apprendimento/insegnamento delle lingue. Ciò è senz'altro vero anche per quanto riguarda il delicato campo della valutazione, intesa modernamente anche come auto-valutazione e come qualificazione tramite certificazione esterna delle competenze linguistiche. Vediamo, a grandi linee, come ciò si può configurare nella nostra scuola.
Innanzi tutto è bene tener presente che il Portfolio del Consiglio d'Europa, documento gemello del Quadro comune europeo di riferimento (Consiglio d'Europa, Strasbourg, 1998), che permette di implementarne gli orientamenti metodologico/didattici, condivide con il Quadro anche le definizioni dei livelli di progressione degli apprendimenti linguistici. Si tratta in particolare delle griglie di valutazione, suddivise in tre macro livelli (A-B-C), a loro volta suddivise in due sotto livelli ciascuno (A1-A2; B1-B2; C1-C2), che delineano sei profili di competenza indicati da descrittori finemente dettagliati, trasparenti e trasferibili.

Tali descrittori, accuratamente definiti nei termini concreti del "saper fare" in lingua, sono attualmente riconosciuti e assunti come parametri di riferimento da tutti coloro che operano nel campo della glottodidattica: docenti, formatori, autori di libri di testo. Ormai le case editrici specializzate impostano tutti i loro materiali (e lo dichiarano orgogliosamente nelle note di presentazione) secondo le indicazioni del Consiglio d'Europa.
Anche i massimi enti certificatori internazionali, come UCLES (University of Cambridge Local Examination Syndacate) e Trinity College per l'inglese, Alliance Française per il francese, Goethe Institut per il tedesco e Instituto Cervantes per lo spagnolo, hanno trovato un accordo fra le loro valutazioni delle competenze linguistiche e le hanno adeguate ai parametri del Consiglio d'Europa, come illustrato nella tabella.
Si sta verificando, quindi, per la prima volta nella storia della glottodidattica, una generale condivisione degli orientamenti a livello teorico/pratico da parte dei principali soggetti coinvolti negli insegnamenti linguistici che può tradursi in una sostanziale convergenza sui principi alla base dei processi di apprendimento/insegnamento delle lingue, nonché sulla valutazione di tali processi e, naturalmente, sulla formulazione dei curricoli, dei percorsi didattici e delle strategie.
Ciò, a sua volta, può generare altre convergenze e altri fondamentali cambiamenti negli approcci e nei metodi, con ripercussioni che vanno ben oltre gli ambiti, già notevolmente significativi, della valutazione e delle certificazioni delle competenze linguistiche.

VALUTAZIONE E AUTO-VALUTAZIONE

L'utilizzo del Portfolio, nella prassi didattica, sta spostando il fuoco della valutazione, tradizionalmente centrato solo sul "prodotto" finale dell'allievo (ciò che l'allievo sa fare in lingua), sulla riflessione e sull'assessment (accertamento, stima) dei sottostanti "processi" di apprendimento nelle varie fasi.
Di conseguenza anche la concezione dell'errore viene radicalmente modificata: da "deviazione dalla norma", da sradicare prontamente e penalizzare, a passaggio obbligato ("S'impara anche tramite gli errori!", S. P. Corder, 1981) e prezioso elemento d'indagine sul punto in cui si trova effettivamente l'allievo nel suo personale complesso cammino di apprendimento (fenomeno dell'Interlingua, B. Selinker, 1972).
Secondo la logica del Portfolio, l'allievo viene coinvolto in prima persona anche nell'identificazione e nella valutazione del suo errore e viene stimolato a ricercare le proprie vie per superarlo, sistematizzando via via le proprie conoscenze al fine di rendere più efficaci e performanti le proprie competenze linguistiche.
Il corretto utilizzo del Portfolio - documento personale dell'allievo, lo ricordiamo, compilato con la guida dell'insegnante - permette di realizzare questa particolare indagine sui processi e sulla valutazione degli stessi.
Tali processi possono essere puntualmente monitorati in ogni fase dello sviluppo da parte di allievi e insegnanti congiuntamente, per cui si può parlare di una sorta di co-valutazione sistematica basata su verifiche oggettive, condivisa e trasparente, attuata secondo parametri europei standard trasferibili, lontana da quell'area di arbitrarietà e di unilateralità che in qualche misura caratterizza il sistema tradizionale di valutazione.
La valutazione attuata secondo la logica del Portfolio non può più essere svolta esclusivamente dal docente, ma piuttosto diventa una sorta di riflessione comune con il discente, di co-valutazione, che agevola, tra l'altro, anche la messa a punto delle tappe successive del percorso in una prospettiva dinamica, che tenga conto dello sviluppo della personalità globale dell'allievo.
Attività di ricerca degli obiettivi organizzativi e di apprendimento, messa a punto dei criteri di valutazione, elaborazione e compilazione di griglie di auto-valutazione conformi a tali criteri, presa di coscienza delle proprie capacità, dei propri limiti e delle proprie preferenze, discussioni e negoziazioni sulla varietà di attività possibili per ottenere i risultati prefissati… sono tutte prassi innovative che vengono messe in moto dalla compilazione del PEL, ai diversi livelli di scolarità.
Ne consegue che l'auto-valutazione, attuata con l'ausilio del PEL, contribuisce a realizzare concretamente la famosa "autonomia" dello studente, proprio in termini di sviluppo della consapevolezza dei propri punti forti e dei propri punti deboli, secondo i propri ritmi e, in una certa misura, secondo i propri bisogni e le proprie inclinazioni.
In altre parole il Portfolio facilita l'assunzione di responsabilità del proprio apprendimento da parte dell'allievo, per cui è l'allievo stesso che ne diventa protagonista in collaborazione con il docente. Quest'ultimo viene ad assumere la funzione di facilitatore dei processi di apprendimento, può elaborare percorsi mirati e individualizzati secondo i bisogni effettivi e gli obiettivi da raggiungere, tenendo conto dei diversi stili di apprendimento e dei diversi tipi di intelligenza dei suoi allievi. In definitiva, l'obiettivo primario diventa quello di "imparare ad imparare!".
Ma non si può tacere il fatto che, allo stato attuale, almeno per quanto riguarda la categoria dei docenti di lingue in Italia, solo chi ha seguito recentemente corsi di formazione specifica e chi ha partecipato a progetti di elaborazione del PEL, nonché i giovani laureati che hanno frequentato le SSIS (scuole di specializzazione post-laurea), sono veramente a conoscenza degli orientamenti del Consiglio d'Europa e delle relative implicazioni operative sul piano didattico e, quindi, sul corretto uso del Portfolio.

LE CERTIFICAZIONI DELLE COMPETENZE LINGUISTICHE

Il Portfolio europeo delle lingue, se validato dal Consiglio d'Europa, può essere anche riconosciuto nel mondo del lavoro in Europa come documento comprovante le conoscenze acquisite nelle diverse lingue, ai diversi livelli di abilità e sotto abilità, ma, dato che nell'attuale mondo globalizzato le qualifiche professionali internazionali sono sempre più richieste, la preparazione degli allievi per il conseguimento delle certificazioni ufficiali delle competenze linguistiche è fortemente raccomandata.
È principalmente da queste considerazioni che è scaturito fin dall'anno scolastico 2000/01 il "Progetto regionale speciale concernente le certificazioni esterne delle competenze linguistiche". Tale progetto, che ha incontrato sempre maggiori consensi, consiste nella promozione, anche tramite finanziamenti, dell'acquisizione delle certificazioni delle competenze nelle lingue francese, inglese, tedesco, spagnolo da parte degli studenti della scuola secondaria, ed è stato sancito da un Protocollo d'Intesa stipulato tra l'Assessorato Regionale all'Istruzione e Cultura e i principali Enti Certificatori stranieri che assicurano tariffe agevolate e servizi.
La preparazione dell'allievo, ai fini dell'acquisizione di questi certificati internazionali, può diventare complementare alla formazione linguistica attuata in ambito scolastico, proprio con l'ausilio del PEL. Infatti, la logica del Portfolio, come abbiamo visto, ben si coniuga con la logica della preparazione per gli esami delle certificazioni, dal momento che promuove la consapevolezza delle proprie capacità effettive, il raggiungimento progressivo di competenze autentiche, precisamente identificate e verificate.
L'utilizzo del Portfolio aiuta l'allievo (e l'insegnante) a posizionarsi esattamente in ogni momento rispetto alle tappe dell'apprendimento, secondo una progressione personalizzata, codificata, funzionale e, aspetto certamente non trascurabile, altamente motivante.
Infatti, l'uso del Portfolio può dare valore aggiunto europeo all'insegnamento/apprendimento delle lingue in generale e nel particolare settore della valutazione, giacché docenti e allievi divengono consapevoli di procedere secondo le stesse linee teorico/pratiche che guidano i loro omologhi negli altri paesi europei. Ciò può indubbiamente agevolare il mutuo riconoscimento dei crediti e quindi la comprensione reciproca e la mobilità (dimensione europea dell'educazione).

CONCLUSIONE

Sia la pratica della valutazione/auto-valutazione, sia la preparazione sistematica finalizzata al conseguimento delle certificazioni delle competenze, agevolate dall'utilizzo di uno strumento pedagogico innovativo quale è il PEL, possono svolgere una rilevante funzione di confronto e di stimolo alla motivazione dell'apprendimento delle lingue, rafforzando il senso di achievement, ovvero la percezione del progresso, del raggiungimento di obiettivi tangibili e spendibili anche in ambito internazionale, che ha un ruolo tanto importante in tutti i processi di apprendimento/insegnamento e, come dicono gli inglesi, "success breeds from success!" ("il successo è generato dal successo!").

Annabella Cabianca

Bibliografia
BACHMAN L.F., Fundamental Considerations in Language Testing, O.U.P., 1990
CABIANCA A., DUC V., "Le certificazioni esterne delle competenze linguistiche, una necessità, - Documenti del Consiglio d'Europa: Il quadro Comune Europeo" in L'École Valdôtaine, n° 50, 2001
CORDER S.P., Error Analysis and Interlanguage, O.U.P., 1981
GATTULLO F., (a cura di), La valutazione degli apprendimenti linguistici, Quaderni LEND, La Nuova Italia, 2002
GENINATTI M.L., "Il PEL e l'autovalutazione" in Portfolio Europeo delle Lingue – un'esperienza piemontese, Strumenti per la scuola, Quaderni USR Piemonte 3, 2003
MARIANI L., Portfolio - Strumenti per documentare e valutare cosa si impara e come si impara, Zanichelli, 2000
MARIANI L., POZZO G., Stili, strategie e strumenti nell'apprendimento linguistico, Quaderni LEND, La Nuova Italia, 2002

Bibliographie du Pel

BAILLY S. et alii (2001), Common European Framework of Reference for Languages: Learning, teaching, assessment - Guide for users, Strasbourg, Conseil de l'Europe
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CONSEIL DE L'EUROPE (2001),Cadre Européen commun de référence pour les langues : apprendre, enseigner, évaluer, Paris, Conseil de l'Europe, Didier
CONSEIL DE L'EUROPE, Lignes directrices pour la soumission de modèles de PEL aux fins de validation, DGIV/EDU/LANG (2002)12
http://www.istruzione.it/argomenti/portfolio/allegati/digivfra.pdf
LITTLE David et PERCLOVA Radka (2001) : Portfolio européen des langues. Guide à l'usage des enseignants et des formateurs d'enseignants. Strasbourg, Conseil de l'Europe, Division des politiques linguistiques
SCHÄRER ROLF (2000) : Portfolio européen des langues. Rapport final du Projet pilote. Strasbourg, Conseil de l'Europe, Division des politiques linguistiques
SCHNEIDER G., LENZ P., Portfolio européen des langues : guide à l'usage des concepteurs, Strasbourg, Conseil de l'Europe http://culture2.coe.int/portfolio//documents_intro/Fguide.pdf
Pour toute information complémentaire sur le Portfolio européen des langues, consulter le site http://culture.coe.int/lang

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