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Condividere emozioni

La crescita nelle proprie competenze lessicali e semantiche passa anche attraverso le emozioni che si provano e si condividono leggendo.

Tra i tre e sei anni prende avvio la scoperta del mondo legato alla lettura. L’accostarsi al libro è un atto intenzionale, frutto di un percorso di educazione. Come numerose ricerche hanno dimostrato, risulta fondamentale il primo contatto del bambino con il libro e la lettura, sia individuale sia mediata dall’adulto. L’esperienza della lettura è anche un’esperienza affettiva; in particolare, i bambini non leggono, fanno leggere gli altri per loro e, fino a quando non imparano a leggere da soli, qualsiasi esperienza legata ai libri sarà mediata e accompagnata dagli adulti, da fratelli, sorelle o da compagni più grandi. Così, molto prima che possa leggere da solo una pagina stampata, la lettura diventa per il bambino un’adeguata introduzione ad un mondo che supera la sua immediata esperienza con la guida e l’interazione di persone cui affida il suo sentire emotivo.

Leggere narrazioni ai bambini in età prescolare svolge un importante ruolo di pre-alfabetizzazione, si riflette positivamente sull’arricchimento della competenza linguistica e crea un rapporto positivo con il libro che li inizia ad un mondo meraviglioso e sconosciuto.
È fondamentale avvicinarlo alla lettura attraverso libri che possa comprendere e che gli permettano di fare semplici riflessioni proprio grazie al fatto che, essendo alla sua portata, li può capire e ne può diventare appassionato.
I bambini che arrivano alla scuola dell’infanzia conoscono già i libri e sanno anche leggere, con modalità personali certo, ma sanno leggere e si dimostrano interessati alla loro lettura soprattutto se sfogliano libri illustrati e colorati. Proprio per garantire una continuità formativa con la famiglia, nella nostra sezione di scuola dell’infanzia, abbiamo allestito l’angolo della biblioteca dove su comodi cuscini i bambini possono guardare, sfogliare, leggere libri da soli o con i compagni. È molto interessante per noi insegnanti ascoltarli in questi momenti, mentre parlano fra loro, commentando quello che osservano. Ci permette di scoprire come ragionano, come si pongono nei confronti di problemi o situazioni. Emerge, cioè, la loro individualità della quale bisogna tener conto nel programmare l’attività didattica.
Succede, in questi momenti, che guardino insieme un libro che diventa uno strumento di dialogo e di contatto perché si nominano oggetti, personaggi, animali, ambienti,
si fanno semplici narrazioni, si indicano e si ricercano particolari, si fanno e si sollecitano domande.
Si attiva, in sostanza, un lavorio linguistico significativo ed estremamente funzionale alla crescita linguistica, cognitiva e sociale dei giovani lettori.

Un’attività che spesso utilizziamo per avvicinare i bambini alla lettura è quella della libera interpretazione di illustrazioni scelte da comuni riviste, così come il riordino di immagini di un racconto noto. In queste attività si richiede loro di tener conto del nesso logico che unisce le varie fasi del racconto, delle possibili relazioni causa-effetto, della direzionalità in base alla quale incollare le immagini (da sinistra a destra) per dare senso alla storia. Il lavoro linguistico termina con la verbalizzazione di questo prodotto.
La costruzione di vere e proprie narrazioni partendo da elementi dati è un’attività che utilizziamo per stimolare la capacità narrativa dei nostri alunni. È il momento dei “dadi magici” e vuole sollecitare in maniera simpatica la produzione di testi narrativi. Sul primo dei tre dadi vengono rappresentati i personaggi (la fata, il postino, il cane, ecc.), su di un secondo gli ambienti (il bosco, il castello, la casa, ecc.) e sull’ultimo gli oggetti (la spada, la scopa, la palla, ecc.). Utilizzando gli elementi ottenuti dal lancio dei dadi, i bambini, in gruppo, diventano autori di piccoli testi narrativi.
E, quando, nell’angolo della biblioteca, i piccoli alunni ascoltano le storie che raccontiamo noi insegnanti o quando leggiamo un libro, non stiamo trasmettendo solo quanto c’è scritto nelle pagine, ma anche la nostra disponibilità a condividere con loro delle emozioni.
Attraverso la nostra voce, ma soprattutto attraverso le nostre emozioni, i bambini si avvicinano al codice scritto, iniziano a comprenderne le caratteristiche e le funzioni, migliorano le competenze trasversali (attenzione, ascolto, memoria) e affinano le competenze lessicali, semantiche e il linguaggio verbale.
Leggere insieme è un bel gioco, è un’esperienza piacevole e formativa, unica per tutti, adulti e bambini, che “intender non può chi non prova”.

Agnese Canale Clapetto
Nadia Stevenin
Patrizia Trenta

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