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  | Valle 
        d'Aosta e riformeMai come in questi anni la qualità dell’istruzione/formazione 
        è stata al centro del dibattito nella comunità internazionale. 
        Mai come ora se ne è riconosciuta – quanto meno in linea 
        di principio - l’importanza per la società futura, in termini 
        di pace sociale, di convivenza civile, ma anche di sviluppo economico. 
        Conseguente è la lunga stagione di riforme che investe in particolar 
        modo i paesi europei. La L.R. 18/05 costituisce il primo passo della Valle d’Aosta in 
        questa direzione. A fine gennaio, l’IRRE-VDA fu chiamato ad esprimere 
        un parere sulla prima bozza di legge regionale di adeguamento delle riforme 
        nazionali alle peculiarità del nostro sistema scolastico, riferita 
        alla scuola dell’infanzia e al primo ciclo di istruzione. In quella 
        sede abbiamo, in via preliminare, espresso alcune considerazioni - riportate 
        nel riquadro - in ordine alla collocazione di una simile legge nel quadro 
        di un processo di riforma complessivo dell’intero sistema educativo 
        regionale.
 Sebbene non sappiamo se e in che misura quelle considerazioni siano state 
        tenute in conto nell’elaborazione della legge poi definitivamente 
        approvata, non possiamo che constatare come essa sia coerente con le prospettive 
        da noi evidenziate, ponendosi peraltro come un primo tassello del quadro 
        di innovazione globale della scuola valdostana delineato dalla risoluzione 
        del Consiglio Regionale del 10 marzo 2005(1).
 
 Dal punto di vista normativo, i passi successivi sono chiari:
 • adeguamento alle peculiarità regionali dei due decreti 
        legislativi nazionali, riferiti al secondo ciclo di istruzione e formazione;
 • adattamenti dei programmi nazionali della scuola di base 
        (ora “Indicazioni per i piani di studio personalizzati”) 
        ai sensi degli artt. 39, 40 e 40 bis dello Statuto Speciale;
 • attivazione della struttura regionale per la valutazione del sistema 
        scolastico, di cui all’art. 18 della L.R. 19/2000.
 Siamo quindi solo all’inizio di un cammino lungo e complesso che 
        non può essere liquidato come una semplice operazione di restyling 
        poiché comporta cambiamenti a cascata su tutti i diversi aspetti 
        del sistema scuola.
 La relazione accompagnatoria alla proposta di legge regionale, approvata 
        il 1° agosto 2005, ha espresso con forza la volontà di conservare, 
        valorizzare e perfezionare le scelte di qualità che caratterizzano 
        l’offerta formativa nella nostra Regione. Paradossalmente, conservare, 
        in questo caso, significa soprattutto, a partire dalle attuali peculiarità 
        del sistema scolastico regionale, innovare. Tra le parole chiave del surplus 
        formativo che appartiene alla cultura della scuola valdostana ci 
        sono, infatti, la flessibilità organizzativa, la differenziazione 
        dell’offerta formativa, l’integrazione dei disabili, ma anche 
        il bi-plurilinguismo, gli interventi di carattere interculturale, il riferimento 
        ad approcci metodologici ispirati al costruttivismo e all’interazionismo 
        sociale.
 Si tratta di aspetti su cui la nostra scuola è ben oltre i “livelli 
        minimi essenziali di prestazioni”, ma che necessitano di essere 
        rafforzati, ampliati, generalizzati.
 La Valle d’Aosta è in una condizione di vantaggio - rispetto 
        ad altre realtà, che solo ora si trovano ad affrontare aspetti 
        qui già consolidati come, ad esempio, l’insegnamento precoce 
        di più lingue comunitarie - per sviluppare un sistema educativo 
        di eccellenza, sia dal punto di vista socio-culturale sia rispetto 
        alla certificazione e spendibilità delle competenze.
 In questa prospettiva l’intero sistema scolastico regionale, ai 
        diversi livelli di decisionalità (la Regione, le singole Istituzioni 
        scolastiche, i docenti) è chiamato a ripensare le proprie scelte 
        e a decidere come e in quale misura ricollocare in un nuovo quadro normativo 
        e organizzativo le opzioni culturali e metodologiche adottate in precedenza.
 Cambiamenti di tale portata richiedono la convergenza e l’azione 
        sinergica di tutte le risorse disponibili, per strumentare adeguatamente 
        - in termini concettuali e metodologici - i processi innovativi, sia nelle 
        fasi istruttorie dei diversi provvedimenti di carattere normativo e orientativo 
        a livello regionale sia nel cogliere e sviluppare le potenzialità 
        dell’autonoma progettualità delle scuole che costituisce 
        la leva strategica di reale qualificazione dell’offerta formativa.
 In questo senso, nell’ambito delle proprie funzioni istituzionali, 
        l’IRRE-VDA - che all’interno del sistema scolastico ha compiti 
        legati allo sviluppo di processi di miglioramento e di innovazione – 
        mette a disposizione competenze e risorse attraverso progetti di studio 
        ed approfondimento, che privilegiano il metodo della ricerca partecipata, 
        integrati sia da collaborazioni e consulenze alle scuole sia da azioni 
        di comunicazione, confronto allargato e diffusione, nell’ambito 
        dei servizi per i docenti, delle iniziative, delle pubblicazioni e del 
        sito dell’istituto.
 
        
          | Analisi e considerazioni in merito alla 
              bozza di legge regionale“Norme generali sull’istruzione” - IRRE-VDA – 
              febbraio 2005
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          | Cette Loi répond, 
              d’un côté, à l’exigence – 
              largement partagée – de maintenir et de légitimer, 
              par rapport au cadre institutionnel qui est en train de se définir 
              au niveau national, toutes les caractéristiques du système 
              scolaire valdôtain qui en constituent la valeur ajoutée 
              en termes de qualité de l’offre de formation.Comme il est mis en évidence dans le document concernant 
              les orientations et les lignes directrices pour la réforme 
              du système scolaire régional(2), il s’agit 
              d’activer une compétence législative par rapport 
              aux lois de l’État « qui peut être 
              exercée, pour ainsi dire, à la hausse et jamais à 
              la baisse » :
 « Légiférer aujourd’hui signifie donc, 
              en premier lieu, ne pas dissiper et, si possible, améliorer 
              le patrimoine de l’organisation, de la pédagogie, de 
              la didactique, de la culture et des langues que l’école 
              régionale de la Vallée d’Aoste a su accumuler 
              au cours de ces années d’autonomie ».
 D’autre part – et par conséquent – la Loi 
              régionale constitue, par le biais d’une obligation 
              qui relève de l’urgence, un anneau de raccord entre 
              l’école de notre région telle qu’elle 
              a été construite au cours des dernières décennies 
              et l’école valdôtaine de l’avenir, qui 
              se veut, justement, ouverte à la citoyenneté européenne 
              et capable d’outiller convenablement les futures générations 
              face aux défis de la société contemporaine.
 Par rapport aux nouvelles indications pour les plans d’étude 
              personnalisés et au profil culturel et éducatif proposés 
              par la réforme nationale, elle joue donc la fonction de relais 
              entre les anciennes adaptations et les nouvelles, qui devront être 
              élaborées.
 Il s’agit d’un moment historique particulièrement 
              délicat et important pour l’école valdôtaine. 
              Du point de vue éducatif, l’enjeu ne porte pas seulement 
              sur les niveaux scolaires concernés à ce moment précis 
              ni sur le seul enseignement des langues.
 La réforme du système éducatif, auquel le Val 
              d’Aoste fait face actuellement, représente, en effet, 
              une occasion unique dans son histoire. Le processus de réforme, 
              qui se doit de prendre en compte le parcours scolaire et formatif 
              dans son ensemble, depuis l’école de l’enfance 
              jusqu’à l’école secondaire du deuxième 
              degré, pourrait permettre, en effet, de :
 • repenser dans la continuité l’éducation 
              bi-/plurilingue et dynamiser, en la rendant plus flexible et diversifiée, 
              l’offre éducative dans ce domaine ;
 • assumer une interprétation culturelle de la spécificité 
              de notre région, qui, à travers le décloisonnement 
              et l’intégration culturelle et sociale, viserait la 
              construction d’une identité plurielle, historique et 
              particulière d’un côté, de perspective 
              et européenne de l’autre ;
 • capitaliser et rendre cohérentes les innovations 
              de qualité que chaque niveau scolaire a réalisées 
              au cours de ces trente dernières années, aussi bien 
              dans le domaine de l’éducation bilingue que pour ce 
              qui concerne d’autres aspects d’une école de 
              qualité (attention aux enfants ayant des besoins spécifiques, 
              méthodologies d’avant-garde…).
 Cette Loi régionale offre une précieuse occasion de 
              confirmer - mais aussi de relancer et de faire évoluer - 
              certains choix de qualité dans une perspective plus large 
              et ainsi de dessiner – bien sûr de façon encore 
              très générale – le projet éducatif 
              du Val d’Aoste aussi bien dans son identité territoriale 
              et patrimoniale que dans sa dynamique de région européenne.
 Ce projet éducatif, dans une perspective interculturelle 
              et européenne, pourrait bien assumer, en tant que finalité 
              générale, l’éducation plurilingue dans 
              ses deux volets : la formation plurilingue (enseignement de et en 
              plusieurs langues) et l'éducation au plurilinguisme (éduquer 
              à la tolérance linguistique, sensibiliser à 
              la diversité des langues, former à la citoyenneté 
              démocratique). Il pourrait également viser, en tant 
              qu’éléments de qualité, le succès 
              scolaire et formatif, y compris par rapport aux situations de difficulté 
              et de handicap, et confirmer, du même coup, les méthodologies 
              d’avant-garde, qui font déjà partie de la culture 
              pédagogique de l’école valdôtaine.
 Enfin, l’autonomie scolaire, le fonctionnement en réseau, 
              la parité de l’offre de formation sont les éléments 
              sur lesquels se fonde l’efficacité - et donc la qualité 
              - du système dans son ensemble : « Mais l’autonomie 
              scolaire doit garantir une même Offre de Formation sur tout 
              le territoire régional et, dans ce sens, sera renforcé 
              le principe du système scolaire en réseau, et le principe 
              des ententes entre écoles et des écoles elles-mêmes 
              avec les Organismes Locaux » (3).
 Ces «facteurs de qualité» doivent être 
              accompagnés par un dispositif d’évaluation, 
              tel que celui prévu par l’art. 18 de la loi régionale 
              19/00, qui se doit d’assumer comme objets, entre autres, les 
              spécificités qui caractérisent, de façon 
              tout à fait transversale, l’école valdôtaine.
 Dans le cadre mouvant actuel, il peut même stratégiquement 
              concourir, au moyen d’actions de régulation et de monitorat, 
              aux processus d’implémentation de la réforme 
              et de son adaptation aux exigences socioculturelles suivant 
              les articles 39 et 40 du Statut Spécial pour le Val d’Aoste. 
              C’est pour cette raison que sa prise en compte et sa mise 
              en œuvre constituent une des dimensions essentielles du processus 
              de réforme en cours.
 |    Irene BosoninDirettore dell’Istituto Regionale 
        di Ricerca Educativa
 Note
 (1) Conseil régional OBJET N° 1210, concernant les orientations 
        et les lignes directrices pour la réforme du système scolaire 
        régional.
 (2) Annexe à l'objet n° 31 à l’ordre du jour de 
        la séance du Conseil régional en date du 23 et 24 février 
        2005.
 Objet : relation de l’assesseur à l’éducation 
        et à la culture (conformément a la résolution du 
        conseil régional du 12 février 2004) concernant les orientations 
        et les lignes directrices pour la réforme du système scolaire 
        régional.
 (3) ibidem
 
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