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Pedagogia e formazione nella società della conoscenza

I contributi del Convegno 2002 della SIPED raccolti in un volume

L’epoca in cui viviamo è contrassegnata da profonde trasformazioni nell’economia e nel lavoro e da processi di riforma che investono il mondo della scuola, della formazione e delle professioni nel tentativo di consentire a ciascun individuo e alla comunità di vivere al meglio nella cosiddetta società della conoscenza.
È questo, in generale, il tema che ha ispirato il Convegno annuale della Società italiana di pedagogia (Siped) realizzato presso l’Università degli Studi Roma Tre, i cui contributi sono stati presentati nel volume curato da Giuditta Alessandrini ed edito dalla Franco Angeli.
Attraverso il dibattito a più voci che anima il volume, personaggi illustri del mondo della ricerca pedagogica e rappresentanti del mondo associativo, delle istituzioni e delle organizzazioni nazionali ed internazionali tentano di fornire risposte ad alcune questioni fondamentali:
- la relazione sempre più stretta tra formazione e professionalizzazione, nell’ottica dei processi di riforma del sistema formativo integrato e dell’Università;
- il contributo che la riflessione pedagogica può offrire per coniugare la domanda di formazione del mercato del lavoro, che la considera come risorsa ‘sociale’ indispensabile per la qualità e competitività del nostro sistema produttivo, e la domanda espressa dal mondo educativo, che ritiene la formazione innanzitutto un valore in sé ed una risorsa ‘personale’ irrinunciabile per lo sviluppo dell’individuo lungo tutto l’arco della vita.
A partire da tali riflessioni e da una comune consapevolezza della centralità della formazione nella società contemporanea le riflessioni si incrociano toccando temi complementari.
Alcuni autori esortano alla cautela nel ricorso al paradigma della società della conoscenza inteso quasi come slogan che nasconde non pochi pericoli: primo tra tutti, il rischio della selezione e dell’esclusione sociale per quella parte della popolazione più debole e culturalmente più povera, che difficilmente riesce a gestire il cambiamento e ad accedere alle conoscenze e competenze strategiche. In una parola, una società che rischia di premiare alcuni, precarizzando molti altri, per una crescita economica senza giustizia sociale. L’unica soluzione possibile sembra essere l’adozione di politiche che facilitino e garantiscano a tutti l’accesso alla formazione e al consumo culturale lungo l’intero arco della vita e dunque un effettivo esercizio dei diritti di cittadinanza.
Altri autori si soffermano sull’idea del lifelong learning, quale capitolo fondamentale della riflessione pedagogica contemporanea e sul rapporto tra formazione e occupazione, o meglio occupabilità, che sposta fortemente l’attenzione sul tema delle competenze, in particolare di quelle trasversali.
Nel passaggio verso la società della conoscenza si trasforma il modo di lavorare ed il senso stesso del lavoro, che cessa di essere un ‘posto’ per divenire sempre più un ‘percorso’ costellato di fasi di transizione che è possibile gestire con successo solo grazie all’opportunità di apprendere in ogni fase e settore della vita sociale e lavorativa. Ciò necessita la riprogettazione di interventi di formazione che siano in grado di coniugare conoscenze e competenze e l’attivazione diretta delle istituzioni e dei sistemi e sottosistemi educativi e formativi, tra cui l’Università, preposti a svolgere un ruolo di laboratorio di ricerca e sperimentazione, in raccordo con gli altri soggetti del territorio, di luogo di produzione ed aggiornamento dei saperi e dunque di stimolo della società civile nel suo complesso.
La riflessione passa poi ad investire le caratteristiche dei processi di riforma in atto, sia nel sistema universitario, sia negli altri canali di educativi, soffermandosi sull’importanza dei dispositivi di attribuzione e riconoscimento dei crediti acquisiti in contesti diversi e dell’attivazione di percorsi di formazione e aggiornamento di tutti gli operatori, insegnanti, ricercatori, ecc. che agiscono nel sistema formativo integrato.
A fare da collante e da filo conduttore a tutto il volume resta comunque il tema della pedagogia come ‘pensiero forte’, chiamata in causa per aiutare chiunque si occupi di formazione, nel pubblico e nel privato, ad acquisire consapevolezza della complessità dei fattori che agiscono nel mutato scenario socio-economico e culturale della società della conoscenza e ad interpretare il senso dei processi formativi e le opportunità di trasformazione percorribili nella direzione del pieno sviluppo della persona e della società nel suo insieme.

Laura Agneni
Collaboratore di Ricerca presso l’Isfol (Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori - Roma)

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