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Il valore delle norme

L’ideazione di un percorso formativo strutturato di “approfondimento del vivere democratico”: una collaborazione riuscita tra la fondazione federico chabod ed alcuni insegnanti.

La Fondazione Federico Chabod in relazione alle finalità previste dal suo statuto, tra cui fondamentale è l’impegno volto a promuovere la formazione culturale, sociale e civica dei giovani, ha avviato, nell’autunno del 2000, un’iniziativa finalizzata all’elaborazione di un progetto per l’insegnamento dell’Educazione civica nella Scuola Media, da realizzarsi in collaborazione con un gruppo di insegnanti che operano in questo ordine di scuole in Valle d’Aosta.
Si è inteso così andare incontro all’esigenza, assai sentita nel mondo della scuola, di ridare all’Educazione civica un posto non secondario nel processo educativo, nella consapevolezza che tale insegnamento può contribuire a far acquisire ai ragazzi i valori fondamentali della convivenza democratica, quali il rispetto delle “regole” della vita civile, la coscienza dei diritti e doveri della cittadinanza, il senso dello Stato.
Sulla base di criteri e modalità concordati tra il Comitato scientifico della Fondazione e un gruppo di insegnanti interessati all’iniziativa, ci si è orientati verso un percorso formativo strutturato come una serie di “Unità didattiche” (organizzate per obiettivi, predisposizione di materiali, alternanza di lezioni frontali e attività di varia natura a livello di gruppo, individuale e di classe, prove di verifica parziali e finali).
Ciascuna Unità, proponendo l’analisi e l’approfondimento di un tema che muove dall’esperienza concreta degli alunni e tiene presenti le loro capacità e conoscenze, si configura come una tappa di un percorso volto a introdurre gradualmente i ragazzi alla dimensione sociale e civile della vita. Tuttavia, poiché ognuna di esse ha una sua autonomia e compiutezza tematica e metodologica, è possibile utilizzare singolarmente le varie Unità, adattandole a diversi contesti di insegnamento.
Avviato nell’anno scolastico 2000-2001 con un gruppo di insegnanti dell’Istituzione scolastica Aosta n.2, Settore Scuola media (ex Scuola media Saint-Roch) e dell’Istituzione scolastica Aosta n.3 (ex Scuola media Einaudi), il progetto si è concretizzato a tutt’oggi nella redazione e sperimentazione di un’Unità didattica destinata alla classe prima, avente come tema l’
Elaborazione di un Regolamento del gruppo classe, e nella redazione di un’Unità didattica destinata alla classe seconda, avente come tema: Dalla scuola - attraverso i quartieri - ai servizi pubblici della città.
Questa Unità, attualmente in fase di sperimentazione, sarà seguita da una terza, già in via di elaborazione, destinata sempre alla classe seconda, che avrà come tema specifico l’analisi degli organi preposti all’organizzazione e al funzionamento dei servizi pubblici e la riflessione sulle responsabilità e i doveri che dall’utilizzo dei servizi derivano ai cittadini.
Le Unità didattiche sono pensate e costruite per un numero di ore (in media 15/20 moduli orari per ciascuna) effettivamente praticabile all’interno della programmazione didattica annuale.
Il percorso didattico sin qui compiuto consente di fare alcune osservazioni. Con la prima Unità si è inteso avviare gli alunni alla comprensione del significato e della funzione delle “regole”. A questo fine, si è ritenuto opportuno scegliere come primo ambito di riflessione e di analisi una piccola comunità come quella costituita dal “gruppo classe” ove quotidianamente emergono problemi di disciplina che spesso incidono in modo pesante sull’attività scolastica; si è proposto ai ragazzi di riflettere sul loro modo di essere a scuola e di elaborare essi stessi una serie di regole - e perciò anche di divieti e sanzioni - volti a rendere più corretta la convivenza in aula e quindi più proficua l’attività di ciascuno e di tutti. Il fatto che gli alunni siano stati chiamati a redigere un Regolamento per la loro classe li ha aiutati a comprendere che le regole sono necessarie per vivere e lavorare insieme e, nello stesso tempo, li ha impegnati ad un maggior rispetto delle stesse in quanto frutto di una loro precisa scelta. Ovviamente il tema delle regole sarà ripreso e analizzato in altri e più allargati contesti di convivenza.
Con la seconda e terza Unità didattica si è inteso procedere ad un’operazione più complessa ed articolata: il percorso individuato prevede che gli alunni escano dalla scuola, facciano una ricognizione in alcuni quartieri della città (preventivamente scelti e presentati dall’insegnante) per analizzarne la nascita, l’evoluzione nel tempo, la fisionomia attuale e le modalità con cui oggi rispondono alle esigenze degli abitanti.
Questa fase del lavoro, implicando una riflessione su momenti e aspetti della storia della città, esige un collegamento con altre discipline e quindi un arricchimento dell’orizzonte tematico. Ma la visita dei quartieri vuol essere soprattutto un modo per consentire ai ragazzi di conoscere concretamente i servizi pubblici della città e il loro funzionamento, un tema per il quale sono previsti anche alcuni incontri degli alunni con gli organi del Comune preposti a questo ramo della pubblica amministrazione.
L’obiettivo di fondo è quello di dare ai ragazzi la consapevolezza che la città non è solo una sequenza di strade, edifici pubblici e privati, piazze, negozi, banche, parcheggi e spazi verdi, ma un luogo dove ognuno di noi vive, instaura rapporti con altre persone, svolge attività lavorative, si sposta da una zona all’altra, usufruisce di servizi di vario genere: in sostanza, una forma di “organizzazione sociale” che esige, per funzionare bene, senso di responsabilità da parte dei cittadini, rispetto della cosa pubblica, rispetto delle regole che disciplinano la convivenza civile. Si prosegue così il discorso sulle norme, non più limitate all’ambito ristretto della classe, ma allargate alla comunità cittadina di cui gli alunni incominciano a individuare esigenze, problemi e istituzioni preposte alla sua amministrazione.

Gianna Bonis

Un’esperienza didattica nell’ambito dell’educazione civica
Questo, nelle sue linee essenziali, è l’itinerario seguito da una classe che, nell’anno scolastico 2000-2001, ha sperimentato la prima delle Unità didattiche previste dal progetto sopra illustrato.
L’Unità, finalizzata all’elaborazione di un “Regolamento del gruppo classe”, è stata proposta da Maura Martello alla classe 1a della Scuola media Saint-Roch, composta da 25 alunni.

1ª Fase
Si è partiti da una situazione reale, caratterizzata fin dall’inizio dell’anno scolastico da una serie di comportamenti negativi degli alunni, molti dei quali continuavano a collezionare note disciplinari e rischiavano con il loro chiasso e la loro agitazione di pregiudicare lo svolgimento dell’attività scolastica.
Il problema “disciplina”, proposto dall’insegnante di Lettere all’attenzione degli alunni, è diventato oggetto di una lunga e vivace discussione in classe: alcuni ragazzi, pur ritenendo necessario “tranquillizzare” in qualche modo i più indisciplinati e turbolenti, evidenziavano però l’inefficacia delle “note” ed esprimevano la necessità di trovare altre strade per risolvere il problema.
A poco a poco, dalla riflessione e dallo scambio di opinioni è emersa l’idea di individuare insieme alcune “regole” che avrebbero dovuto disciplinare la convivenza e il lavoro della classe. E’ nata così la proposta di costruire un Regolamento di classe che gli alunni avrebbero poi definito solennemente la “Costituzione” della 1a.

2ª Fase
L’insegnante di Lettere (nel prosieguo dell’attività gli insegnanti saranno generalmente due, talvolta tre, a lavorare in compresenza) propone agli alunni di individuare e trascrivere un numero minimo di regole che essi ritengono importanti ed efficaci per l’attività della classe. Si tratta di un lavoro individuale che gli alunni decidono di fare a casa per il giorno successivo: tutti rispettano la consegna.

3ª Fase
Riuniti in gruppi, gli alunni leggono le regole che ciascuno ha preparato; con la guida dell’insegnante le confrontano tra di loro, ne valutano differenze e somiglianze, eliminano i doppioni e unificano quelle che appaiono sostanzialmente simili.

4ª Fase
Su di un cartellone vengono trascritte, in modo del tutto casuale, le regole prodotte dai gruppi di lavoro di cui alla fase precedente. Si procede alla loro lettura e la classe è impegnata in un ulteriore lavoro di analisi e riflessione - in cui è fondamentale l’intervento di stimolo e guida degli insegnanti - finalizzato soprattutto a trasformare in comportamenti specifici e positivi le regole ancora strutturate in modo generico o sotto forma di divieto. Sempre a livello di classe, si procede poi al lavoro di eliminazione delle regole ripetute e di assemblaggio di quelle simili come già si era fatto a livello di gruppo e si decide, tramite votazione, la formulazione definitiva di ciascuna di esse. Infine, gli alunni vengono invitati a votare per disporre le regole secondo un ordine di priorità, in base al criterio della loro importanza, e fornendo una motivazione che giustifichi le loro scelte.

5ª Fase
Completata la stesura della “Costituzione di classe” (trascritta su di un cartellone affisso ad una parete dell’aula), un’alunna pone ai compagni il problema dell’eventuale “non rispetto” delle regole (“abbiamo fatto il Regolamento, ma se qualcuno di noi infrange le regole, che si fa?”).
La discussione impegna tutti gli alunni in modo molto vivace ma piuttosto dispersivo; per orientarla in modo costruttivo, gli insegnanti propongono ai ragazzi di dare individualmente e in forma anonima una risposta scritta alla domanda della loro compagna.
Dalle risposte, lette alla classe, emerge che la quasi totalità degli alunni si limita a proporre una serie di “punizioni” che ricalcano banalmente il consueto schema delle sanzioni scolastiche, ma si rileva anche la necessità di chiarire, con tutta una serie di esempi, concetti come “regola”, “infrazione”, “punizione”, “sanzione” che i ragazzi usano in modo approssimativo e confuso; in particolare, per quanto concerne i termini “sanzione” e “infrazione”, l’insegnante fa ricorso all’esperienza elementare e diretta dei ragazzi con esempi tratti dal gioco del calcio (fallo=infrazione; ammonizione o rigore=sanzione).

6ª Fase
Si invitano gli alunni a proporre sanzioni per eventuali infrazioni alle regole che la classe si è data. Prima di avviare il lavoro, l’insegnante ricorda che nell’elaborazione delle sanzioni si dovranno tener presenti alcuni criteri: il diverso “peso” delle regole, il grado di gravità delle infrazioni e, quindi, l’equilibrio tra infrazioni e sanzioni.
Per la stesura delle sanzioni si è seguito sostanzialmente lo stesso metodo di lavoro (a livello individuale, di gruppo e di classe) che si era adottato per l’elaborazione delle regole; l’intervento degli insegnanti nei diversi momenti è consistito soprattutto nell’aiutare gli alunni a rispettare i criteri preventivamente stabiliti e a tradurre le sanzioni in comportamenti e attività positive, utili al singolo e/o alla classe. Per rendere più agevole il lavoro, la classe ha deciso di proporre un’unica sanzione per ogni gruppo di regole affini. Anche per la scelta definitiva delle sanzioni si è proceduto con il metodo della votazione accompagnata da un’esplicita motivazione.
La realizzazione dell’Unità didattica nel suo complesso, compresa la prova di verifica finale, ha comportato l’utilizzazione di undici moduli orari.
Il Regolamento di classe è stato per tutto lo scorso anno ed è tuttora un punto di riferimento costante per gli alunni; non ha operato miracoli, non ha trasformato i ragazzi in alunni modello, ma ha contribuito a dar loro la consapevolezza che la piccola comunità classe ha bisogno di norme per vivere e lavorare e che ciò che si è concordato insieme va rispettato.
Nel corso di quest’anno la classe, ora seconda, ha fatto presente all’insegnante di Lettere alcuni problemi emersi nei rapporti tra compagni e tra alunni e insegnanti. Affinché i problemi potessero essere definiti e discussi e per tentare di trovare insieme una soluzione, l’insegnante ha proposto ai ragazzi l’utilizzo di un’ora al mese per una “assemblea di classe” autogestita, previa richiesta formale presentata con almeno cinque giorni di anticipo, e con l’indicazione di un preciso ordine del giorno; la classe fornisce all’insegnante anche il nominativo del moderatore eletto a maggioranza e con votazione segreta (trattasi di persone!).
Si nota, nella fase di preparazione delle assemblee e durante il loro svolgimento, una notevole dimestichezza dei ragazzi con il metodo delle votazioni, una discreta capacità di lavorare insieme nelle attività di gruppo e collettive, lo sforzo di rispettare le opinioni altrui e, qualche volta, di accettarle. Questi comportamenti testimoniano, a nostro avviso, che quella piccola società che è la classe incomincia a percepire il valore delle norme.

Maura Martello
Angela Roffin

 

Gianna Bonis
Ha svolto la sua carriera di insegnante di materie letterarie alla Scuola media di secondo grado.

Maura Martello
Insegnante di lettere alla Scuola media Saint-Roch.

Angela Roffin
Insegnante di lettere alla Scuola media Einaudi.

 

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