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L'università: un laboratorio permanente

«... perciò un buon insegnante, proprio come ogni bravo genitore, si pone la domanda: sono un buon insegnante? Ho dei buoni allievi? Infatti un buon allievo rassicura sul fatto di essere un buon insegnante...»

Giorgio Blandino
La disponibilità ad apprendere 1995

I tirocini ed i laboratori proposti agli studenti: un'opportunità per vivere pienamente la relazione teoria-prassi, per sviluppare l'attitudine a riflettere sulla professione con la collaborazione degli insegnanti nell'ottica di una reciprocità formativa.

I PRESUPPOSTI TEORICI E NORMATIVI

L'ordinamento didattico del Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria di Aosta prevede che gli studenti destinati ad essere i futuri insegnanti della scuola valdostana effettuino per ogni anno di corso e, già a partire dal primo, 100 ore di tirocinio e 100 ore di laboratorio.
L'obiettivo di una simile impostazione è quello di rendere gli studenti via via più consapevoli delle dinamiche quotidiane del lavoro educativo e formativo.
La scelta di far testare, sperimentare, vivere sul campo, fin dall'inizio del percorso, ciò che viene presentato sotto un aspetto più teorico nei corsi, è senz'altro una scelta di indirizzo estremamente significativa ed emblematica del tipo di formazione e di "bagage" di cui si vuol dotare gli studenti. Trova le sue radici nella convinzione che i soggetti in formazione debbano essere coinvolti in ogni fase del loro percorso, al fine di poter riflettere consapevolmente sugli eventi.
Nelle scienze dell'educazione,(ma non solo in queste) si evidenzia infatti, con sempre maggior chiarezza, la necessità di realizzare attività didattiche che consentano al soggetto un confronto fra la sua visione personale, il suo mondo interiore da un lato e altri modelli strutturati secondo canoni scientifici dall'altro. Tutto ciò, non al fine di giungere ad una omogeneità di modelli, ma di facilitare piuttosto la riflessione sulle proprie convinzioni "ingenue" e poter in seguito sviluppare competenze adeguate da utilizzare nel progettare l'azione didattica. Così, la formazione può diventare lo strumento consapevole di attività e professionalità. Rappresenta l'oggetto e la condizione di ricerca e permette allo studente di essere messo nella situazione di imparare a ragionare sulle capacità professionali da acquisire ed a coniugare il carattere generale della teoria con la specificità dei problemi legati alle situazioni di "insegnamento-apprendimento". Inoltre lo studente può appropriarsi delle competenze che gli permettono di maturare un punto di vista responsabile sull'oggetto del proprio agire professionale e non di subire il semplice passaggio naturale e conseguente dal "sapere" al "saper insegnare".

L'INDEROGABILE ESIGENZA DI UN ITINERARIO DI FORMAZIONE

L'ambizione è quella di formare dei professionisti capaci di pensare e di agire in modo autonomo e responsabile sulla base di obiettivi generali tenendo conto di principi etici.
Si tratta quindi di sviluppare un'attitudine a riflettere e a ragionare sulla professione, sulla scuola, sugli insegnamenti, rafforzando, nel contempo, le capacità di modulare strutturalmente la relazione teoria-prassi, di proporre situazioni aperte ai processi decisionali dell'agire pratico, per aiutare lo studente a sperimentare in termini costruttivi, i rapporti di stabilità e di mutamento.
Un orientamento di questo tipo, non suppone solo l'acquisizione di capacità di analisi e di decisione, ma anche quella di determinati atteggiamenti: il saper assumere le proprie responsabilità, il riconoscere i propri errori e chiedere aiuto ed infine l'essere in grado di individuare i propri bisogni formativi per poter far fronte alle richieste sempre nuove di professionalità del docente, in una scuola dove l'insegnante "un po' mamma" o addirittura "missionario" non ha più ragione di esistere.

UN ANNO DI ESPERIENZE

É quindi su queste basi che si è operato per stabilire per l'Anno Accademico 1999/2000, la collaborazione con le scuole materne ed elementari della Regione, regolamentata dall'accordo quadro siglato dalla prof.ssa Teresa Grange, Presidente della Commis-sione Paritetica che regge il Corso di Laurea e dai Direttori Didattici, illustrata quindi ai Collegi dei Docenti dai Supervisori del tirocinio, che ha visto la realizzazione di sei stages per gli studenti del primo e del secondo anno.
Alcuni di questi progetti, relativi essenzialmente ai corsi di Didattica Generale e Pedagogia Generale, consistevano in una serie di osservazioni libere e/o strutturate nelle classi materne ed elementari. Erano finalizzati ad una presa di contatto con la realtà scolastica. Altri progetti invece come "Primo approccio con i numeri e le figure", "Première approche à la didactique", "Narrazione del litigio" e "Pratiques pédagogiques en éducation à la motricité" prevedevano la gestione attiva, da parte degli studenti, di momenti di interazione con le classi ospitanti.
Si è partiti dai presupposti che le scienze umane e sociali non possono guidare, passo dopo passo, la pratica pedagogica, anche se ne costituiscono un punto di riferimento essenziale; che nessun insegnante saprebbe risolvere, da solo, tutti i problemi mentre la sua formazione dovrebbe renderlo capace di interagire con altri insegnanti, con gli operatori sociali, psicologi e personale sanitario, con le famiglie e con le istituzioni.
Le attività sono state organizzate in modo che per ogni progetto di tirocinio era previsto un incontro preliminare e/o conclusivo con il docente universitario referente, gli insegnanti accoglienti, i "tutor", gli studenti ed i supervisori del tirocinio.
Alcuni laboratori prevedevano una collaborazione esterna, come quello allestito con l'Azienda U.S.L. di Aosta sul tema: "Lettura ed approccio alle situazioni di maltrattamento ed abuso sui minori: il ruolo del docente" aperti anche agli insegnanti in servizio nelle scuole della Regione.
Le conferenze, aperte anche agli insegnanti in servizio, hanno toccato temi di vario interesse, dalla didattica museale, alla letteratura francofona per l'infanzia, dalle origini della dinamica di gruppo e della psicologia sociale all'utilizzo delle nuove tecnologie in ambito educativo per concludere con il profilo del docente in ambito europeo e la professione dell'insegnante dall'immagine alla formazione professionale. É appena il caso di sottolineare l'importanza di stabilire un collegamento fra l'Università come luogo di studio e di ricerca e la realtà scolastica intesa come terreno, fonte di informazioni e di spunti per avanzare e procedere nella scoperta, poiché in materia di educazione tutto è dinamico.

PROSPETTIVE FUTURE

Il Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria non si pone soltanto come un centro di formazione per futuri insegnanti, ma come un luogo di incontro fra chi possiede una notevole esperienza sul campo e chi sta costruendosi quadri teorici di riferimento sulla base dei dati che emergono dalla ricerca in campo psico-pedagogico. É inoltre un luogo di scambio di informazioni, competenze, esperienze, un luogo in cui si fa ricerca, ci si documenta, un luogo capace di assicurare la formazione iniziale, ma anche di "rassicurare" per quanto attiene alla formazione continua.
É quindi in quest'ottica che, per l'anno accademico 2000/2001 si è pensato di aprire agli insegnanti in servizio più laboratori, quali ad esempio, quelli legati ai corsi di Igiene ed educazione sanitaria, oppure quelli di Biologia e Scienze della Terra; di costruire progetti di tirocinio e di laboratorio a partire da temi suggeriti da gruppi di insegnanti in relazione alle proprie esigenze didattiche e formative.
Il tirocinio e il laboratorio dovrebbero dunque diventare i luoghi della reciprocità formativa nella collaborazione Scuole-Università verso una progressiva integrazione della formazione iniziale e della formazione in servizio.


Carmen Jacquemet
Insegnante di scuola
elementare

Daniela Levi
Insegnante di scuola materna

 

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