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"La vita è bella"

Un progetto educativo sulla gestione del tempo libero realizzato nell' anno scolastico 1998/99 alla sezione coordinata dell'I.P.R. di Aosta in collaborazione con il " progetto giovani " del comune e finalizzato all'autonomia di alunni disabili.

IL CONTESTO

Sono stati coinvolti, nel progetto da noi ideato e curato, alcuni ragazzi disabili (cinque) che frequentano la Sezione Coordinata dell'I.P.R. di Aosta. Di questi ragazzi, solo due seguivano lo stesso programma della classe mentre per gli altri erano stati elaborati percorsi individualizzati, con contenuti e verifiche specifici. All'inizio dell'anno scolastico, dall'analisi dei PEI (Progetti Educativi Individualizzati), ci siamo rese conto di come questi ragazzi fossero in difficoltà a gestire il loro tempo e a socializzare al di fuori dell'ambito scolastico.
Abbiamo pensato quindi di chiedere ai cinque ragazzi disabili se sarebbe piaciuto loro incontrarsi un pomeriggio a settimana, per vedere insieme, come si può trascorrere in modo divertente ed interessante il tempo libero.

DIFFICOLTÀ, PAURE, PERPLESSITÀ

L'invito è stato accolto dai ragazzi molto bene (era la prima volta che era prospettata loro una attività non prettamanente scolastica), ma l'avvio del progetto, previsto inizialmente per i primi mesi dell'anno scolastico, è stato ritardato a causa di problemi organizzativi derivanti principalmente, dall'ancora scarsa definizione del ruolo dell'assistente educatore nella scuola.
Si chiedeva a tale figura un intervento quasi esclusivamente didattico, di presenza in classe, di aiuto durante lo studio pomeridiano e di assistenza negli spostamenti all'interno e all'esterno dell'istituto. L'attività non poteva pertanto essere proposta e gestita da noi assistenti educatori in maniera autonoma ma necessitava, oltre che della condivisione, già esplicitata in sede informale, anche della presentazione ufficiale da parte degli insegnanti di sostegno. Quest'ultima risultava indispensabile in particolar per accedere ai fondi previsti dal comma 3 art. 18 l.r. 20 agosto 1993, n. 68 per l'assegnazione di un contributo di integrazione di L. 300.000 per ogni alunno per l'acquisto di sussidi didattici o per esperienze metodologiche ad integrazione della normale attività didattica.
Era nostra intenzione utilizzare parte di questo denaro per l'acquisto di abbonamenti per l'autobus da utilizzarsi durante gli spostamenti sul territorio e per l'eventuale pagamento di ingressi a mostre, spettacoli, e per altre spese relative allo svolgimento del progetto. Una volta presa in considerazione la fattibilità del progetto sono sorte alcune perplessità tra le quali spiccavano: la paura di un'eventuale reazione negativa dei compagni di classe e il timore di un'eccessiva distrazione dei ragazzi dall'attività scolastica e dallo studio. Per ciò che concerne la prima riserva si temeva che se i ragazzi si fossero ritrovati soltanto tra loro avrebbero potuto essere "etichettati" negativamente dai compagni mentre, riguardo all'allontanamento dall'attività didattica, vi era la preoccupazione che eliminando un pomeriggio di studio, il lavoro scolastico avrebbe potuto risentirne.
Dopo esserci incontrate con gli insegnanti di sostegno, le équipes socio-sanitarie e le famiglie, avere concordato con i docenti gli agganci con l'attività didattica e prospettato il possibile coinvolgimento dei compagni di classe, abbiamo definito meglio gli obiettivi specifici e le modalità di lavoro, cercando di individuare enti o strutture del territorio con le quali avremmo potuto collaborare. Il corpo insegnanti si è dimostrato abbastanza interessato e si è reso disponibile a progettare attività coerenti con la programmazione didattica per permettere ai ragazzi di condividere con i compagni quanto vissuto. I compagni avrebbero partecipato direttamente al progetto e al lavoro di gruppo in classe, nel momento di riflessione sulle esperienze. La nostra attenzione in sede di programmazione, è stata sempre rivolta ad aprire il gruppo all'esterno, affinché per i ragazzi, si trattasse di un'esperienza arricchente e rilevante dal punto di vista dell'autonomia personale e sociale.

GLI OBIETTIVI

Abbiamo pensato quindi di proporre loro alcuni momenti strutturati al fine di aiutarli ad organizzare in maniera attiva e proficua anche i propri spazi extra-scolastici. Gli obiettivi che abbiamo considerato prioritari erano: il coinvolgimento dei compagni di classe e l'aggancio con l'attività didattica; la socializzazione all'interno e all'esterno del gruppo; l'orientamento sul territorio.
L'obiettivo formativo era consentire ai ragazzi di spendere nella loro vita quotidiana le abilità che avrebbero acquisito con il lavoro, in particolare migliorare la conoscenza della città di alcune sue risorse quali i trasporti pubblici, il servizio mensa, la Biblioteca regionale, il "Progetto Giovani".

IL PARERE DEGLI INSEGNANTI DI SOSTEGNO

Quando le educatrici, durante una riunione, espressero la loro intenzione di preparare un progetto sull'uso del tempo libero per i ragazzi in situazione di handicap, da loro seguiti, pur essendo convinti dell'utilità di questa iniziativa, noi insegnanti di sostegno, fummo inizialmente un po' perplessi. Sicuramente l'idea aveva senso e rispondeva ad una effettiva esigenza.
Un micro-sondaggio sull'utilizzo del tempo libero aveva evidenziato che spesso questi alunni non riescono a gestirsi autonomamente. Se non sono opportunamente sollecitati e guidati essi passano il loro tempo libero davanti alla TV o annoiandosi. Raramente sono in grado di applicarsi nello studio individuale e di eseguire i compiti assegnati, non utilizzano cioè parte del tempo libero per riflettere sulla loro esperienza scolastica.
Temevano quindi che questi alunni, con difficoltà di apprendimento e bisognosi di un aiuto continuo nello studio, potessero essere ulteriormente distratti dalla proposta di una nuova attività. Tuttavia, quando il gruppo di lavoro propose di preparare un giornalino, noi, insegnanti di sostegno, ci rendemmo conto che questa attività presentava almeno due aspetti positivi.
Avrebbe avuto una ricaduta dal punto di vista didattico sull'attività scolastica perché avrebbe consentito ai ragazzi di svolgere esercizi di scrittura, di condurre riflessioni e approfondimenti sulle realtà prese in esame e sul loro vissuto; di acquisire conoscenze sulle strutture sociali, sui servizi, sulle associazioni o le iniziative presenti.
Sarebbe stata, inoltre, un'occasione per realizzare un'effettiva integrazione degli alunni disabili in quanto era prevista la partecipazione di alcuni compagni di classe disponibili a condividere l'esperienza. É stato però difficile coinvolgere i compagni in attività che richiedessero impegno e che non fossero di puro svago. Inoltre data la gravosità dell'impegno scolastico gli insegnanti non hanno potuto dedicare molto tempo a questa attività extracurricolare.

LE FASI DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO

Come prima cosa abbiamo cominciato a far riflettere i ragazzi sul concetto di tempo libero, abbiamo chiesto loro come lo trascorressero realmente e come potessero occuparlo atrimenti.
Dopo aver constatato una generale povertà di momenti di svago e di socializzazione e il forte desiderio di rompere la monotonia dei pomeriggi a casa con attività di vario genere (sport, cinema, teatro, ecc.), ne abbiamo proposte alcune da svolgere insieme durante il progetto: visite alle mostre, visione di rappresentazioni teatrali nelle scuole, partecipazione ad attività del "Progetto Giovani", visita alla Biblioteca regionale. I ragazzi hanno risposto positivamente.
Abbiamo cominciato con l'accompagnarli a conoscere la struttura del "Progetto Giovani", in via Volontari del Sangue. Qui, uno degli operatori, Guido Cortivo, ha presentato loro il servizio gestito dal comune di Aosta ed ha fatto visitare le sale-gioco, i laboratori di grafica e di fotografia, la zona ascolto musica. In seguito l'operatore li ha coinvolti in un'attività pratica per la realizzazione di figure con uno strumento grafico particolare, l'aerografo. Ai ragazzi la struttura è subito piaciuta, sia per le possibilità di svago offerte sia per l'opportunità di socializzare con giovani della loro età. Anche la struttura della Biblioteca regionale è stata apprezzata, i ragazzi, alcuni dei quali non avevano mai avuto l'occasione di frequentarla, hanno colto la sua funzione di luogo di aggregazione. Nel periodo di svolgimento del progetto, infatti, tale struttura presentava iniziative interessanti come una mostra di tavole a fumetti che abbiamo naturalmente visitato. Allora, con l'aiuto di Guido, abbiamo pensato ad un giornalino, la cui realizzazione avrebbe permesso di raccontare le attività svolte, di interagire con altri ragazzi, compagni di scuola e non, tramite interviste sulla scuola e il tempo libero, nonché di sperimentare tecniche pratiche di grafica, di fotografia, di impaginazione. L'idea del giornalino è stata approvata dai ragazzi e così, con non poca fatica, si è pensato ad un titolo "La vita è bella" e ai contenuti da inserire: i giovani e il tempo libero, la nostra scuola, interviste ai compagni - al direttore - ai componenti della S.E.F.O. (Struttura Educativa di Formazione e Orientamento dell'Assessorato alla Sanità attivata presso alcune scuole), teatro, mostre, di musica, servizi per il tempo libero ad Aosta, giochi.
Ogni ragazzo ha quindi scelto argomenti di suo interesse e ci si è suddivisi i compiti, ci siamo accordati per alternare incontri di stesura di articoli ad incontri di tipo più pratico, da svolgersi presso il "Progetto Giovani" per la realizzazione della parte grafica. Tra questi ultimi, particolare interesse ha suscitato il laboratorio di fotografia, svolto con la collaborazione dell'operatrice del "Progetto Giovani", Silvia Berruto, la quale ha guidato i ragazzi, prima, ad una riflessione teorica sulla funzione dell'immagine fotografata, sul funzionamento della macchina fotografica e in seguito nella realizzazione vera e propria, ovvero nella stampa di alcune foto da inserire nel giornalino. Le altre attività pratiche ci hanno visti impegnati nell'ideazione della copertina, nella scelta dei caratteri di scrittura e del tipo di impaginazione da adottare, nella battitura al computer degli articoli. Questa parte del lavoro è stata svolta con entusiasmo, anche se la fantasia e la creatività hanno dovuto spesso essere stimolate.
Al contrario, la stesura degli articoli ha richiesto un grosso sforzo da parte dei ragazzi che vedevano questo tipo di compito un po' troppo simile al lavoro scolastico, quindi più pesante.
Maggiore coinvolgimento si è avuto nella realizzazione delle interviste che, sebbene con qualche imbarazzo, hanno dato ai ragazzi l'opportunità di essere protagonisti attivi all'interno della scuola e quindi, indirettamente, anche di farsi conoscere un po' di più da insegnanti e compagni.
Fortunatamente l'attività ha potuto essere un po' alleggerita, da una parte, con la ricerca di indovinelli e l'elaborazione di un oroscopo "scherzoso" da inserire nel giornalino, dall'altra con la visione dal vivo di uno spettacolo teatrale realizzato da una classe seconda della nostra scuola, presso il centro "Anita", e della visione del film "La scuola".
Alla fine del mese di maggio, il giornalino ha visto la luce e le copie sono state distribuite, con grande soddisfazione, dai ragazzi all'interno delle classi della scuola. Il lavoro è stato in generale apprezzato.

VALUTAZIONE DEI RISULTATI DEL PROGETTO

L'obiettivo dell'orientamento sul territorio è stato quasi completamente raggiunto: i ragazzi hanno dimostrato di saper usufruire dei servizi conosciuti durante lo svolgimento del progetto, anche se in modo non completamente autonomo.
La socializzazione dei ragazzi ha permesso una buona collaborazione; sono nati anche rapporti privilegiati che sono continuati a progetto finito. I ragazzi hanno simpatizzato anche con nuovi compagni incontrati alla mensa o al "Progetto Giovani", purtroppo l'interazione con i compagni di classe si è limitata ai momenti delle interviste.
Non si è riusciti a creare momenti di effettivo scambio e condivisione con il resto della classe. Quindi consideriamo non raggiunto l'obiettivo di una collaborazione costruttiva delle classi al progetto.
Il gruppo ha partecipato con costanza agli incontri ed ha dimostrato in generale un discreto livello di impegno. Naturalmente ogni ragazzo ha risposto con un coinvolgimento più o meno grande a seconda degli interessi o di eventuali limiti di capacità. Si sono consolidate alcune dinamiche di gruppo che vedevano elementi più attivi (leaders) e altri più passivi (gregari).
Inoltre, verso la fine del progetto, con l'aumentare del carico di lavoro per realizzare il prodotto finale, l'entusiasmo è un po' calato ed è stato necessario stimolare l'impegno dei ragazzi.
Il progetto può essere valutato globalmente in maniera positiva poiché ha offerto ai ragazzi coinvolti l'opportunità di ampliare i propri orizzonti e di acquisire una maggiore conoscenza delle strutture esistenti sul territorio.

IL PROGETTO EDUCATIVO SECONDO I RESPONSABILI DEL "PROGETTO GIOVANI"

Al "Progetto Laboratorio", rivolto a 5 ragazzi della Scuola Coordinata dell'I.P.R. di Aosta, hanno partecipato due responsabili dello spazio attrezzato per la grafica e la fotografia del "Progetto Giovani".
Nel corso del primo incontro i ragazzi e gli operatori hanno definito il programma del progetto precisandone i contenuti.
L'obiettivo era di realizzare un giornalino scolastico.
Il progetto è stato pensato come un lavoro di gruppo affinché ogni ragazzo si sperimentasse attraverso le proprie capacità manuali e cognitive con esperienze di gioco, attività animative e di laboratorio. Pur cercando di mantenere un aggancio con gli argomenti trattati dalle varie materie del corso di studi, la volontà era di far sperimentare ai ragazzi il valore di un'esperienza, che dalla progettazione giungesse alla realizzazione di un prodotto finito, il giornalino.
Il progetto si inseriva nell'ottica dell'informazione e dell'educazione alla lettura. In un periodo di quattro mesi (febbraio/maggio), con una lezione quindicinale di due ore, i ragazzi sono stati impegnati a redigere gli articoli e a simulare la redazione di un giornale. Gli operatori e gli educatori hanno guidato i ragazzi nell'analisi del mondo giovanile per individuarne e approfondirne le problematiche che li investono e li caratterizzano. Inoltre, le attività svolte in laboratorio hanno permesso di acquisire tecniche e conoscenze relative all'immagine e alla trasmissione del messaggio.
Le attività si sono svolte al Centro d'incontro del "Progetto Giovani" per favorire la socializzazione tra i ragazzi e i giovani del centro.
Dopo il primo incontro, sono stati illustrati ai ragazzi temi della ripresa fotografica, dello sviluppo e della stampa in bianco e nero, sono state selezionate le illustrazioni per la pubblicazione. Successivamente i ragazzi hanno stampato in bianco e nero le immagini scelte. Si sono poi trascritti gli articoli e i questionari; Il materiale necessario era pronto. Mancava qualcuno che impaginasse e mandasse in stampa il tutto. Fortunatamente il grafico Ototroc, del "Progetto Giovani", e una tipografia di fiducia, ci hanno permesso di arrivare al traguardo. Un bel pacco di copie "La vita è bella" ultimato senza troppe spese.
Come in tutti i progetti, anche in questo caso, molta importanza è stata data al processo di realizzazione e all'analisi delle fasi lavoro. I ragazzi dell'I.P.R. hanno dapprima collaborato tra loro in una struttura nuova, poi hanno cominciato ad usufruire del centro e a fare nuove conoscenze e alla fine si sono mossi nella struttura e hanno comunicato con gli altri ragazzi con naturalezza. Gli abituali frequentatori del centro hanno vissuto, in un primo momento, l'arrivo degli studenti come un'invasione di campo, hanno poi imparato a conoscerli e a confrontarsi con loro.
Ritengo importante la collaborazione tra servizi e strutture del territorio, perché origina sinergie positive.
Spero che per i partecipanti sia stata un'esperienza arricchente, ma soprattutto vedo con piacere che ancora adesso gli studenti dell'I.P.R. continuano a frequentare gli spazi del "Progetto Giovani".

Guido Cortivo
Tecnico del laboratorio grafico del "Progetto Giovani"



Emilia Calabrò - Katya Foletto
Ex assistenti educatrici.
Attualmente insegnanti di ruolo alla scuola media e alla scuola materna.

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