Grand Paradis
MONITORAGGIO DEL GHIACCIAIO TIMORION
di UMBERTO MORRA DI CELLA
Un territorio sensibile

Il Ghiacciaio del Timorion il 7 settembre 2009 in occasione della misura “intermedia” dell’ablazione. Si notano i due apparati morenici laterali, corrispondenti al limite del ghiacciaio nella piccola età glaciale, e il bedrock progressivamente messo a giorno dal ritiro del ghiacciaio.La Comunità Montana Gran Paradis, pur estendendo il suo territorio verso ampi settori di fondovalle e dei bassi versanti dell’asse principale della nostra regione, è certamente contraddistinta dagli imponenti massicci montuosi che costituiscono lo spartiacque con il vicino Piemonte e segnano profondamente l’orografia delle vallate meridionali valdostane. Negli ambienti di alta quota arroccati attorno alle cime più elevate si riconoscono tutti gli elementi tipici della montagna e noti ai valligiani e ai turisti: ripide pareti rocciose, ampi ed articolati ghiacciai, nevai perenni e falde detritiche che degradano progressivamente verso le praterie alpine. Fra questi un ruolo determinante nel definire il paesaggio, l’assetto del territorio e la sua evoluzione è svolto dalla criosfera, spazio fisico governato dal freddo dove l’acqua si trova allo stato solido: ghiacciai, neve, permafrost (terreno o altro substrato che per lungo tempo si trova a temperatura inferiore a zero gradi).
Questi elementi, per i quali l’esistenza e la dinamica sono strettamente connesse alle condizioni meteo- climatiche (temperature e precipitazioni nevose), risultano essere sensibili ai cambiamenti climatici che si manifestano a livello globale; possono quindi essere considerati veri e propri indicatori ambientali. In aggiunta occorre considerare che le analisi meteorologiche effettuate dalla comunità scientifica internazionale (cfr. 4th Assessement Report – AR4, dell'IPCC, 2007) indicano per le zone alpine, un aumento delle temperature medie di circa 1.2 °C a fronte di un riscaldamento medio planetario di 0.74 °C.

Monitoraggio degli effetti del Global Change sul territorio

Rilievo degli accumuli sul Ghiacciaio del Timorion in data 22 maggio 2009. Le intense nevicate della primavera 2009 hanno imposto la realizzazione di trincee profonde oltre 4.5 m.I ghiacciai alpini rispondono direttamente al Global change modificando la propria massa e subendo variazioni delle caratteristiche morfologiche: è noto come negli ultimi anni si assista al progressivo arretramento del fronte glaciale, all’incremento delle zone crepacciate, alla formazione di depressioni e di laghi sulla superficie, all’aumento dell’instabilità di seracchi pensili. Al fine di comprendere queste dinamiche, e correlare le trasformazioni dell’ambiente glaciale con i fenomeni di riscaldamento climatico, l’Agenzia Regionale della Protezione dell’Ambiente della Valle d’Aosta, nell’ambito delle attività istituzionali di monitoraggio1, ha avviato nell’estate del 2000 le misure di bilancio di massa glaciale su un ghiacciaio, nell’alto vallone di Levionaz (Valsavarenche). Tali misure, realizzate dai tecnici di ARPA in collaborazione con l’Ente Parco Nazionale Gran Paradiso e la Fondazione Montagna Sicura, vengono effettuate sul ghiacciaio del Timorion, scelto in funzione sia delle sue caratteristiche, sia della localizzazione nel contesto climatico regionale. Si tratta infattiBilancio di massa specifico e cumulato del ghiacciaio del Timorion, periodo 2000/01 – 2008/09 (dati e elaborazioni ARPA Valle d’Aosta). di un piccolo ghiacciaio (superficie inferiore a mezzo chilometro quadrato), collocato fra 3150 e 3450 m di quota, in esposizione Nord-Ovest, privo di significative anomalie morfologiche del fondo, che determinano seraccate importanti, e le cui dinamiche di alimentazione (neve) e di ablazione (fusione) sono guidate prevalentemente dalle condizioni meteo-climatiche stagionali. In altre parole, il comportamento del ghiacciaio è direttamente correlabile con le forzanti climatiche e non è mascherato da ulteriori elementi quali la presenza di detrito sulla superficie, importanti interferenze dovute alla ridistribuzione della neve ad opera del vento, ecc. Per determinare il bilancio di massa ogni anno si effettuano campagne di misura dell’accumulo (fine maggio-inizio giugno) e dell’ablazione, una a fine agosto-inizio settembre e quella finale a fine settembre-inizio ottobre. Gli accumuli nevosi sono determinati misurando sull’intero ghiacciaio gli spessori e, in alcuni punti caratteristici, la densità del manto nevoso al fine di calcolare su tutta la superficie il contenuto idrico della neve.
Andamento della temperatura media mensile dell’aria registrata a 3450 m di quota in prossimità del ghiacciaio.La fusione estiva, invece, è stimata sulla base di misure puntuali effettuate in corrispondenza di alcune paline in legno (paline ablatometriche) infisse nel ghiaccio e che consentono di misurare, da un anno all’altro l’abbassamento della superficie del ghiacciaio nei diversi settori.
Anche in questo caso il valore di ghiaccio perso per fusione è trasformato nella relativa parte di acqua (mm W. Eq. - mm water equivalent). Nel corso della campagna finale si valuta infine se è presente sul ghiacciaio, e in che misura, della neve residua, la quale, con la lenta trasformazione a ghiaccio, costituisce l’unica fonte di alimentazione del ghiacciaio.

Il bilancio di massa
Sensore per la misura della temperatura e umidità relativa dell’aria installato in prossimità del ghiacciaio. Un secondo sensore è installato a 3150 m, in corrispondenza della fronte.Dal grafico riportato è chiaro il trend negativo del bilancio di massa: negli ultimi sette anni si è registrata una continua perdita di massa che ha preso il via con il picco registrato nel 2003 a causa dell’estate particolarmente calda e dell’ablazione protratta a lungo nell’autunno. Anche l’anno 2009, nonostante l’inverno caratterizzato da abbondanti nevicate (corrispondente a 1260 mm di acqua equivalente), si è chiuso con un bilancio negativo. Questo significa che tutta la neve caduta nel corso dei mesi freddi si è completamente fusa e, per la parte inferiore del ghiacciaio, si è misurata fusione del ghiaccio sottostante.
Il grafico delle temperature dell’aria rilevata dai sensori installati in corrispondenza della parte superiore del bacino glaciale (3450 m circa) evidenzia come il mese di agosto 2009 presenti una temperatura media ben al di sopra rispetto ai valori degli anni precedenti, fatta eccezione per il mese di maggio 2008 il cui effetto, in presenza di neve al suolo, è stato meno importante sulla fusione. Un secondo sensore è installato a 3150 m, in corrispondenza della fronte. A fine luglio 2009 (21 luglio) l’intensa fusione ha scoperto il ghiaccio nel settore inferiore del ghiacciaio; l’intensa ablazione di agosto ha portato a rilevare, a inizio settembre, la quasi totale assenza di neve residua. In Misure di ablazione lungo le paline infisse nel ghiacciaio. Si tratta di aste di legno, normalmente 5 segmenti di 2 m ciascuno, conficcate in fori realizzati con una sonda a vapore. Le paline, che progressivamente emergono dal ghiaccio, fungono da riferimento per l’abbassamento della superficie.occasione del rilievo finale dell’ablazione (15 ottobre 2009) lungo le paline posizionate nel settore inferiore del ghiacciaio (3100 – 3250 m) la superficie del ghiacciaio si è ulteriormente abbassata di 10 cm in 40 giorni, pur con una temperatura media mensile sostanzialmente pari a 0 °C. Le prime nevicate di inizio ottobre, infine, hanno ricoperto l’intero ghiacciaio decretando il termine dei processi di fusione e rimandando alla prossima estate una nuova temuta stagione di repentino cambiamento dell’ambiente alpino.



Note:

1 fra i compiti istituzionali dell’Agenzia vi è il monitoraggio degli effetti dei cambiamenti climatici sul territorio (L.R. 41/95, art. 4)
   
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