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Dal tailleur alla tuta

Alla scuola media di Saint-Vincent, un progetto rivolto alle classi prime per far vivere agli alunni un'esperienza positiva che favorisca la conoscenza sia dei compagni sia degli insegnanti e li aiuti a vivere serenamente nel nuovo ambiente scolastico.

Le prof di lettere, francese e matematica in palestra?

Da alunna, attenta come tutti gli studenti, ai look degli insegnanti, mi sono sempre chiesta come i prof più seri, quelli in giacca e cravatta o al massimo in cardigan, indossassero un abbigliamento casual e come le prof più eleganti, con tailleur e foulard, portassero una tuta e delle scarpe da ginnastica. L'occasione era offerta talvolta dalle gite, raro momento in cui i professori abbandonavano la loro valigetta e prendevano uno zaino.
Arrivata quattro anni fa nella scuola media di Saint-Vincent, ho invece trovato avviato in ogni classe un progetto di educazione motoria, grazie al quale gli alunni hanno l'opportunità di conoscere tutti i loro insegnanti sia nella “veste” da aula, sia nella “veste” da palestra.
E forse non è solo una questione di abiti. Per un alunno delle medie, soprattutto di prima, rapportarsi con un'insegnante in tuta e scarpe da ginnastica, che lo prende per mano per fare un cerchio, che gli spiega le istruzioni di un gioco, è sicuramente diverso che rapportarsi con una prof nascosta dietro la cattedra, sotto seri occhiali e dentro un serio tailleur. Anche se l'insegnante di lettere è giovane, si veste in modo sportivo e propone attività di gruppo, magari anche in luoghi diversi dall'aula, la situazione per gli alunni è comunque diversa dalla palestra. Si è sempre la prof di lettere. Gli alunni mi hanno invece vista accanto a loro, ad ascoltare le spiegazioni dei giochi da parte dell'insegnante di educazione fisica. Distesa a terra, sono stata sfidata dagli alunni a braccio di ferro. Ho corso con i ragazzi nei cerchi, disposti a terra, che rappresentavano i mesi e i giorni di nascita, ritrovandomi così entro il medesimo cerchio di coloro che sono nati nel mio stesso mese o giorno.
D'altra parte, per me insegnante, è stato molto interessante vedere i miei alunni in un contesto diverso dall'aula e nel rapporto con l'insegnante di educazione fisica; osservare di persona durante delle attività motorie la comprensione delle consegne, la modalità di relazione con i compagni, la gestualità e la capacità di gestione del proprio corpo, il rispetto delle regole, l'accettazione della sconfitta, la gioia della vittoria mi ha permesso di individuare analogie e differenze rispetto alle medesime capacità applicate allo studio dell'italiano.
Inoltre, se le compresenze sono sempre momenti arricchenti, particolarmente significativa per me è stata la compresenza con la collega di educazione fisica, diversa da me per competenze (sono sempre stata poco portata per le attività motorie!) e per luogo quotidiano di insegnamento. È stato utile, nella differenza delle discipline insegnate, constatare il perseguimento dei medesimi obiettivi, fatto che di solito avviene nelle ufficiali sedute dei consigli di classe e non nel “caldo” clima della palestra.

Isabella Carena

EDUCAZIONE MOTORIA PARTECIPE DI UN PROGETTO PIÙ AMPIO

Il progetto realizzato da alcuni anni nella nostra scuola media, è rivolto agli alunni di prima, seconda e terza. Esso prevede che le classi parallele vengano unite e che siano costituiti tre gruppi di alunni delle due sezioni. Ciascun gruppo, nel corso dell'anno scolastico, svolge tre attività di progetto, ciascuna finalizzata al potenziamento di determinate abilità: espressive, logico-matematiche o tecnico-operative, motorie. Ogni progetto ha una durata media di sei/sette settimane, trascorse
le quali il gruppo passa al progetto successivo. Settimanalmente le unità orarie dedicate al progetto sono due e per lo più si tratta di ore curricolari di lettere e francese.
Ogni progetto è gestito da almeno due insegnanti, che ruotano sui vari progetti e nei tre gruppi. Ad esempio, per le prime sei settimane il gruppo A svolge il progetto di educazione espressiva con gli insegnanti di francese e educazione tecnica, successivamente quello logico-matematico con gli insegnanti di educazione artistica e matematica ed infine quello di educazione motoria con gli insegnanti di italiano e educazione fisica. Il gruppo B invece inizialmente segue il laboratorio di educazione motoria con gli insegnanti di educazione fisica e matematica, poi quello di educazione espressiva con gli insegnanti di italiano e francese ed infine quello logico-matematico con gli insegnanti di educazione tecnica e artistica. Il gruppo C infine ruota sugli altri progetti con gli altri insegnanti.
L'educazione motoria è stata proposta tutti gli anni e l'insegnante di educazione fisica è sempre rimasta fissa sul progetto, mentre gli altri docenti, a seconda di quanto organizzato di volta in volta, hanno gestito le diverse attività.
Per il potenziamento delle abilità espressive si è lavorato in genere sulla lettura, sulla produzione orale, sul teatro; per quelle logico-matematiche sono state proposte agli alunni attività diversificate, dai giochi di logica alla costruzione logica di discorsi, alla risoluzione di problemi; per sviluppare le competenze più operative invece, nello scorso anno scolastico, gli allievi hanno costruito giochi in legno ed hanno realizzato un plastico del paese di Saint-Vincent.
Un progetto dunque molto complesso, ma variabile e flessibile, a seconda della situazione delle classi ed anche degli interessi, delle competenze e delle affinità degli insegnanti.


Il progetto di educazione motoria (a.s. 2003-2004)

Il progetto si propone di accogliere gli alunni all'ingresso nella scuola media, cercando di far vivere loro un'esperienza positiva che favorisca la conoscenza dei compagni, anche della classe parallela, e li aiuti a vivere serenamente nel nuovo ambiente scolastico.
Nello specifico, il progetto mira a migliorare la capacità di relazionarsi con gli altri e di collaborare con compagni e insegnanti, nel rispetto delle regole, dei compagni e degli avversari.
L'educazione motoria permette questo perché passa attraverso il soddisfacimento di uno dei bisogni fondamentale dei ragazzi, il movimento, e perché sfrutta il linguaggio del corpo che gli alunni di questa età utilizzano in maniera ancora spontanea. Inoltre si basa su giochi di movimento che permettono agli alunni di esprimersi e che sono a loro particolarmente graditi. Essa è dunque un'attività che più di altre si presta al perseguimento delle finalità e degli obiettivi prefissati.
Per realizzare ciò sono stati scelti giochi di lotta e di contatto che stimolano i ragazzi a controllare i propri comportamenti in relazione ai compagni. In questo tipo di attività infatti è particolarmente importante il rispetto delle regole perché la contravvenzione di esse reca dei danni immediati e visibili. Ad esempio, nel portare la palla da rugby a meta, l'avversario che tentasse di fermare il giocatore in un modo scorretto potrebbe farlo cadere, mettendo a rischio la sua incolumità.

OBIETTIVI DEL PROGETTO

• Conoscere meglio i compagni e gli insegnanti
• Imparare ad accettare tutti i compagni
• Collaborare nella coppia, nei gruppi e con gli insegnanti
• Rispettare i compagni
• Ascoltare le consegne
• Eseguire le consegne
• Rispettare le regole

Inoltre, nei giochi di lotta e di contatto gli alunni stabiliscono una relazione reciproca attraverso il proprio corpo, spingendosi, trattenendosi, toccandosi, afferrandosi, per cui il “contatto controllato” è la costante che ritroviamo in tutta l'attività.
Poiché il progetto si pone degli obiettivi che non sono strettamente di tipo motorio (miglioramento delle capacità coordinative, dell'equilibrio, ecc.) ma trasversali alle varie discipline, sono coinvolti a rotazione, a fianco dell'insegnante di educazione fisica, insegnanti di altre materie che lavorano su gruppi di alunni provenienti da classi parallele.
L'educazione motoria diventa così un osservatorio privilegiato, per i docenti delle varie discipline, che va a completare la conoscenza degli alunni, evidenziando aspetti e comportamenti che di solito non emergono nel lavoro in classe.

Monica Borghese

 

Gioco: Il lupo e l'agnello
Scopo del gioco: il lupo cerca di prendere l'agnello.
Si formano tanti gruppi. I componenti si dispongono in file, l'agnello è l'ultimo, gli altri lo devono proteggere, spostandosi in modo da impedire al lupo di raggiungerlo. La fila non può mai essere sciolta.
Varianti:
• Un lupo contro tutti i gruppi
• Un lupo per ogni gruppo
• Si inserisce la figura del pastore che è slegato dalla fila
• Lupo e agnello con foulard: i giocatori in fila hanno un foulard sul fianco, solo
l'agnello ce l'ha dietro (l'ultimo della fila). Il lupo può scegliere di attaccare direttamente l'agnello oppure di avvicinarsi a lui mettendo fuori gioco gli altri componenti della fila, privandoli del foulard.

Gioco: La pinza
Scopo del gioco: cercare di rubare la pinza agli altri.
L'insegnante indica dove va messa la pinza (spalla sinistra, ginocchio destro, gomito…). Al via tutti cercano di rubare la pinza agli altri. Chi rimane senza si deve sedere e potrà rientrare in gioco se riuscirà a toccare un giocatore libero che gli passa accanto. Prima di rientrare in gioco bisogna prendere una nuova pinza dall'insegnante.
Varianti:
• più pinze contemporaneamente
• le pinze sono messe in punti strategici (ginocchia, braccia) e ogni volta che si perde una pinza si perde l'uso di quell'arto.

Gioco: In coppia con il pallone
Scopo del gioco: conservare il pallone per un minuto.
In ginocchio uno di fronte all'altro, A cerca di conservare il pallone, B cerca di rubarglielo.
Giochi di opposizione a squadra
1. Pesca l'avversario
Scopo del gioco: portare gli avversari fuori dal cerchio di centro campo. I giocatori della squadra A sono disposti all'interno del cerchio di centro campo seduti in cerchio. I giocatori della squadra B stanno all'esterno in piedi. Al via i B cercano di tirare gli A fuori dal cerchio. I giocatori B non possono entrare nel cerchio. Cambio.
2. Pesca l'avversario II
Scopo del gioco: portare gli avversari fuori dal cerchio. I giocatori della quadra A sono seduti in cerchio all'interno del cerchio di centro campo, allacciati con le braccia, quelli della squadra B cercano di portare gli A fuori dal cerchio. I B possono entrare nel cerchio.

Gioco: Ruba bandiera con il pallone da rugby
Scopo del gioco: andare a fare meta portando la palla oltre la linea di fondo campo.
Due squadre; i giocatori sono numerati con numeri progressivi da 1 a … e si dispongono sulle linee laterali. Il pallone viene assegnato alternativamente alle due squadre. La squadra con la palla va in attacco e cerca di portare la palla a meta, quella senza palla va in difesa e cerca di impedirglielo toccando sulle spalle l'avversario.
Si gioca inizialmente uno contro uno. Si assegna un punto per ogni meta e un punto alla difesa se la impedisce.
1° variante: allontanare la linea di meta
2° variante: l'attacco è da solo mentre la difesa chiama un numero in aiuto (due contro uno)
3° variante: quando l'attacco ha superato la metà campo anche lui può avere in aiuto lo stesso numero chiamato dalla difesa (due contro due).

Gioco di lotta a coppie
Terreno di gioco 2 m x 2 m. A supino al via cerca di girarsi, B cerca di impedirglielo bloccandolo con le mani e il corpo. Dura un minuto. Segue cambio e formazione di nuove coppie.


Il futuro del progetto

Questa attività progettuale, nella sua complessa articolazione di classi parallele e incrocio di più docenti che lavorano insieme per il potenziamento di abilità trasversali, è stata sicuramente una grande risorsa per la scuola durante i vari anni in cui essa è stata realizzata.
I ragazzi, che hanno in genere vissuto con entusiasmo queste ore, hanno dimostrato interesse per le attività proposte ed hanno inoltre compiuto dei miglioramenti nelle abilità coinvolte.

D'altra parte, questo progetto richiede un grande sforzo a livello organizzativo, sintonia e desiderio di collaborazione tra insegnanti e, ovviamente, disponibilità oraria.
Se le prime due difficoltà, grazie all'impegno e alla fantasia dei colleghi, sono state in vario modo superate, in quest'anno scolastico, invece, il progetto non è stato avviato perché l'insegnante di educazione fisica, il vero perno dell'intera attività, ha un impegno orario tale (sedici ore curricolari su sette classi) da non avere a disposizione tempo sufficiente da dedicarvi.
E così le scelte didattiche ed educative sono state bloccate da ragioni di organico.

Isabella Carena
Monica Borghese

 

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