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Jeux populaires à l'école

Donner aux enfants des trois dernières classes du primaire de notre région la possibilité de connaître et pratiquer les jeux populaires permet, d’une part, d’entretenir une tradition
valdôtaine et, de l’autre, d’agir dans des domaines bien plus amples, comme la didactique et le sport.

En tant que spectatrice, ma connaissance des jeux populaires valdôtains remonte à mon enfance, lors de mes sorties du dimanche à la campagne. Parfois, au détour d’un chemin, j'avais l'occasion de tomber sur une partìa de tsan ou de fiolet ; mon attention et mon imagination enfantines étaient complètement captivées par l'atmosphère particulière engendrée peut-être par la beauté et la tranquillité des endroits où se déroulaient les jeux : tantôt d’intimes clairières au milieu des sapins, tantôt de doux coteaux ou de larges prairies ensoleillées.
Mais c'était surtout dans le silence, la concentration, le suspense et la participation des joueurs et des spectateurs que je percevais un je ne sais quoi de mystérieux, voire de sacré.
C'est ensuite, grâce aux nouvelles compétences acquises en fréquentant l'ISEF de Turin, que j'ai découvert les jeux valdôtains d’une manière différente, en tant que mouvement, en tant qu'expression d'un geste complexe, complet du point de vue neuro-musculaire, caractérisé par une grande amplitude et rapidité d'exécution et en même temps extrêmement harmonieux.
C'est ainsi qu’à la fin de mes études j'ai soutenu ma maîtrise en exposant un mémoire sur nos quatre jeux. Je proposais, pour la première fois, une analyse des différentes qualités physiques développées dans les jeux de tsan, de fiolet, de palet et de la rebatta, liées entre elles par des relations très complexes.
Mon mémoire se terminait par un souhait : “ Que nos jeux puissent un jour devenir partie intégrante de l'école valdôtaine ! ”
En 1997, l'Association Valdôtaine Tsan, par la voix de son président M. Lino Blanchod, a proposé aux Institutions scolaires un cours de tsan. Vu le succès immédiat obtenu, en 1998 la FENT (Fédération des Sports de “ Noutra Téra ”) s’est unie à l’initiative et m'a nommée responsable de ce projet. Cela allait me permettre de réaliser un rêve que je nourrissais depuis longtemps.
Ce projet n'a pas seulement visé la valorisation de l'aspect sportif de nos jeux ; les élèves des écoles qui ont adhéré à la Bourse d'étude, à la mémoire de nos moniteurs Nadio et Katia Bovard disparus tragiquement dans le tunnel du Mont-Blanc en 1999, ont eu la possibilité de pratiquer toute une série d'activités didactiques complémentaires, aux contenus variés, aussi bien de type linguistique, qu’historique ou géographique, mais aussi du domaine des mathématiques et de la géométrie en particulier.


I corsi degli Sport “de Noutra Téra” nelle scuole elementari della Regione

Dal 1998, come accennato precedentemente, gli sport tradizionali valdostani sono entrati a pieno titolo e con pari dignità delle altre attività sportive nelle scuole elementari della Regione.
Il progetto, promosso dalla FENT, è condiviso dal CELVA, dal CONI, dall'Assessorato al Turismo, Sport, Commercio, Trasporti e Affari Regionali, dalla Sovraintendenza agli Studi (Ufficio Educazione Fisica e Sportiva) per quanto concerne i trasporti e l'assistenza medico-sanitaria relativa alla manifestazione di fine anno.
I corsi, rivolti agli alunni di terza, quarta e quinta elementare di tutte le Istituzioni scolastiche, sono gratuiti, gli istruttori e l'attrezzatura di gioco sono messi a disposizione delle scuole dalla FENT stessa.
Le attività si svolgono nei mesi primaverili su campi all'aperto, sono inseriti nelle ore curricolari di educazione motoria (due ore settimanali) per cinque interventi complessivi e terminano ogni anno con una grande festa finale, inserita come manifestazione promozionale per la scuola di base nel calendario regionale dell'attività sportiva scolastica. Tale manifestazione, della durata di una giornata, dà la possibilità a tutti i protagonisti del progetto, in primis alunni, insegnanti ed istruttori, di confrontarsi sui campi di gioco in tutte e quattro le discipline ed in attività ludiche a carattere polivalente; è inoltre l'occasione per incontrare nuovi amici, consolidare vecchie amicizie e per tracciare le somme dell'attività svolta, ripartendo con slancio e rinnovato entusiasmo verso un “nuovo” progetto.


Il progetto che ho elaborato insieme ai miei colleghi di educazione fisica, Sergio Garzotto ed Enrico Testolin, è stato concepito, nel rispetto dei Programmi ministeriali di educazione motoria, tenendo presente che essa, nella scuola elementare, deve offrire a tutti un sapere motorio minimo e concorrere alla formazione della personalità dell'individuo allargandone i campi d'interesse.
I protagonisti principali sono i bambini, per i quali sappiamo che qualsiasi forma di apprendimento passa essenzialmente attraverso il vissuto corporeo; tsan, fiolet, palet e rebatta sono stati proposti come giochi, in quanto i bambini vivono la loro motricità soprattutto in forma ludica, perché giocando ci si diverte, si impara di più e più in fretta.
La partecipazione negli anni è andata crescendo, toccando nel 2000 le 1 100 unità (1° e 2° ciclo), per poi stabilirsi sulle 850-900 unità negli anni successivi interessando però solo più gli alunni del 2° ciclo: in effetti dopo le prime esperienze, ci siamo accorti che la dinamica dei nostri giochi e le caratteristiche tecniche richieste si sono rivelate complesse per i più piccoli essendo necessari prerequisiti di tipo strutturale e funzionale non ancora in possesso dei bambini di questa età.
La Federazione degli Sport “de Noutra Téra”, al fine di essere pronta ad affrontare questa “sfida”, ha indetto, negli anni, dei corsi di formazione per tutti coloro che intendono operare all'interno della scuola elementare, formando un centinaio di istruttori di cui una sessantina operanti sul campo.
Per inserirli, nel migliore dei modi, in un mondo complesso ed articolato qual è quello scolastico, durante la formazione si è cercato di non trascurare alcun elemento riguardante lo sviluppo della personalità dei giovani allievi, ricordando che la motricità ed ogni altra attività di gioco, si esprimono attraverso il coinvolgimento e l'interazione di funzioni organiche, cognitive, affettivo-emotive e sociali.

Nei nostri giochi sono presenti molti elementi che permettono lo sviluppo di queste funzioni in una sorta d'interazione continua a seconda delle diverse fasce d'età e delle varie fasi didattiche.
Sono giochi collettivi, di comprensione delle regole, unitarie ed obbligatorie (area cognitiva), con la presenza di un arbitro e la standardizzazione del materiale di gioco e delle dimensioni dei campi.
Essi rientrano, inoltre, nei giochi sportivi di squadra in cui gli arti superiori vengono usati direttamente (ad esempio il lancio del palet, la servìa nello tsan) oppure con “l'intercessione” di attrezzi (nella batùa della rebatta e del fiolet, nella tsachà dello tsan); sono giochi in cui la lotta per la conquista della partìa è sempre indiretta, poiché durante le varie azioni di gioco non vi è mai il contatto diretto con gli avversari.
Per quanto concerne l'area motoria richiedono l'acquisizione di un buon controllo motorio secondo parametri statici e dinamici, lo sviluppo della capacità di adattamento e trasformazione dei movimenti apportando continue modifiche al programma motorio prefissato, in rapporto alle modificazioni delle situazioni o delle condizioni esterne che mutano di volta in volta, quali ad esempio la direzione, la velocità e le traiettorie delle “palline”, il variare della luminosità e del vento, ecc., senza però per questo avvertire cambiamenti significativi nel risultato.
Da non tralasciare la capacità di “dominio” degli oggetti, ossia la padronanza degli attrezzi di gioco; attrezzi di gioco non codificati, ma estremamente originali ed efficaci e sempre più perfezionati.
Gli Sport de “Noutra Téra” necessitano inoltre di un buon controllo emotivo e di un'ottima concentrazione, permettendo, altresì, il raggiungimento di obiettivi di tipo affettivo-morali quali l'acquisizione della fiducia in sé, dell'autocontrollo, dell'accettazione della sconfitta, della capacità di dare il giusto valore al successo ed alla vittoria condividendola con gli altri.

Per quanto riguarda l'area sociale sono un ottimo mezzo per l'acquisizione ed il potenziamento di qualità quali il senso di coesione e di appartenenza ad una comunità, per lo sviluppo di un certo spirito di gruppo, della corresponsabilità, della collaborazione e della cooperazione per raggiungere un fine comune nel rispetto delle regole di gioco, riponendo fiducia in chi le fa applicare.

L'obiettivo del nostro progetto è quindi di tipo educativo, in senso lato, in cui tutte le attività vengono presentate in forma globale, ludica, proponendo il maggior numero possibile di varianti di tipo spaziale (vicino, lontano, sotto, sopra, davanti, dietro), temporale (prima, dopo, lento, veloce, contemporaneamente), quantitativo (piccolo, grande, ecc.), qualitativo (pesante, leggero, forte, piano, ecc.), tattico (fintare, anticipare, ecc.) ed ambientale (ambiente aperto, chiuso, terreno erboso, ecc.), per raggiungere in ultimo le acquisizioni tecniche, le prime strategie di gioco e passare da semplici attività ludico-motorie ad attività di livello pre-sportivo.

Lo tsan, il fiolet, la rebatta ed il palet, come tutti gli sport di squadra, sono giochi organizzati che permettono di interagire con gli altri, di apprezzarne la presenza ed il contributo, determinando quindi una vera e propria dinamica di gruppo, con l'individuazione di figure quali quelle del leader, e tra i gruppi: le squadre che si affrontano sono sempre due. In ultimo, ma non meno importante, essi rispondono molto bene all'esigenza dei bambini di aggregarsi, di affiliarsi e di appartenere ad un gruppo.
L'inserimento dei nostri giochi nella scuola elementare credo abbia rappresentato, e tale deve rimanere in ambito scolastico, essenzialmente un evento di tipo socio-culturale, di trasmissione di saperi legati al nostro territorio: sportivamente parlando essi hanno destato interesse in migliaia di bambini che non li conoscevano e non li praticavano per tradizione familiare. D'altro canto, pur avendo richiesto molte energie alla federazione (ad esempio nel formare persone idonee ad entrare nella scuola), ritengo che questo progetto abbia portato con sé una ventata di novità ed una carica di entusiasmo e, sottolineando i significati culturali oltre che sportivi dei nostri giochi, abbia rappresentato un arricchimento ed un momento di crescita collettiva per la federazione stessa.

LO JOÀ E LES OMO

À l’occasion de “ 2004, Année européenne de l’éducation à travers le sport ”, les rédacteurs Hélène Certan et Dimitri Démé ont coordonné la publication du dernier numéro de Lo Joà e les Omo, dont le directeur est Riccardo Savoye.
Nous constatons avec plaisir que, pour la première fois, à côté des pages traditionnellement réservées aux exploits des nombreuses équipes de nos quatre jeux, une bonne place a été réservée à l’école.
En effet, les rédacteurs y exposent les différents travaux, rédigés et richement illustrés par les élèves des classes valdôtaines qui ont adhéré au projet consacré aux sports traditionnels régionaux. Il s’agit de toute une gamme d’activités concernant le tsan, le fiolet, la rebatta et le palet à l’école primaire.
M. Luciano Caveri, Assesseur au tourisme, au sport, au commerce, aux transports et aux affaires européennes introduit ainsi l’ouvrage : “Gli sport popolari rappresentano, oggi più che mai, un chiaro esempio di come la tradizione ed i valori della cultura valdostana siano in grado di affrontare a testa alta la sfida della modernità. Pur trovando le proprie origini nella notte dei tempi, infatti, queste discipline rappresentano, in questi anni di profondi cambiamenti, uno dei legami più forti ed al tempo stesso attuali che la popolazione valdostana ha con il proprio passato e con la propria storia…”

Hélène Certan

Note
Les photographies des pages : 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 12 ont été prises par Dimitri Démé,
à l’occasion de la Fête finale des Sports de " Noutra Téra ", Brissogne, le 28 mai 2004 ; année scolaire 2003-2004.

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