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Meglio a scuola che in vacanza

Il passaggio da un ordine di scuola al successivo diventa un forte momento educativo e un’occasione per migliorare le capacità di relazione.

Conosco R. in terza media, è il terzo anno consecutivo che frequenta questa classe e la sua famiglia è ancora indecisa riguardo all’iscrizione ad una scuola superiore. È un ragazzo down di 17 anni dallo sguardo furbo e vivace, nella comunicazione predilige il canale mimico-gestuale, la comprensione orale è buona. Sa vestirsi, legarsi le scarpe, andare in bagno, mangiare, usare il telefono; non sa utilizzare da solo i mezzi di trasporto pubblico e il denaro. Non sempre rispetta le regole del contesto e le consegne che gli sono fornite. Ha tempi di concentrazione piuttosto brevi ed inadeguati.
L’interazione con l’ambiente circostante si dimostra subito un veicolo fondamentale di stimolo e crescita, di acquisizione di competenze funzionali alla sua autonomia personale e sociale. In collaborazione con l’insegnante di sostegno, i docenti curricolari, il personale non docente e la famiglia, si decide di curare, in particolar modo, l’ambiente circostante e la relazione interpersonale. Le attività e la frequenza alle lezioni sono limitate a quelle discipline che hanno ancora un significato nel percorso di R. per il consolidamento delle competenze acquisite, mentre il resto del progetto è costruito a partire dai suoi reali interessi e bisogni. Pian piano la musica, il computer, lo sport, il calcetto, i reality show, la spesa al mercato, l’orto della mamma, i Puffi diventano i trampolini di lancio da cui R. inizia, con circospezione, diffidenza e tanta paura, a tuffarsi nel mondo. Grazie a questi stimoli, lavora indirettamente anche sui comportamenti difficili da gestire. Occorre però costruire il ponte per passare alle scuole secondarie di secondo grado, seminare in vista del prossimo raccolto.
Si prendono contatti con un’istituzione che sembra l’ideale per R., un ambiente piccolo e contenuto che gli può permettere di curare e approfondire le relazioni con alcune figure e che, inoltre, si trova nel territorio in cui vive la famiglia e in cui presumibilmente egli si muoverà nel prossimo futuro. Si realizza un’attenta programmazione anticipata delle possibili attività, da effettuare sia a scuola sia sul territorio, tenendo conto delle sue esigenze e delle preziose indicazioni della famiglia.

L’avventura inizia

Al rientro a scuola, R. appare in buona salute ed entusiasta per la nuova esperienza scolastica. Si delinea, dunque, un progetto dai contorni molto flessibili che, pur mantenendo una continuità con le attività svolte nell’anno precedente e una sua interna coerenza, tenta di cogliere le opportunità inattese che emergono in itinere. Gli unici imperativi categorici rimangono i seguenti:
• permettere a R. di prendere gradualmente confidenza con le situazioni e le persone nuove seguendo i suoi tempi;
• farlo sempre partecipe delle decisioni circa variazioni o novità;
• progettare momenti di dialogo e confronto in cui rielaborare le nuove esperienze;
• approfittare sempre degli spunti che lui stesso offre;
• avvalersi di rinforzatori sociali, ovverosia vicinanza e contatto fisico, cenni di approvazione, valutazioni verbali positive, che per lui sono estremamente gratificanti;
• coinvolgere il più possibile la famiglia nelle attività.
Risulta, inoltre, fondamentale mantenere e curare i progetti extra-scolastici iniziati l’anno precedente: i contatti con la realtà sociale esterna all’istituzione scolastica e all’ambiente familiare sono decisivi per allargare gli spazi del ragazzo e per sviluppare una maggiore autonomia personale e sociale. Oltre alla ludoteca comunale, all’Istituto Musicale e ad un centro agricolo, colgo ogni occasione possibile per accompagnare R. in contesti nuovi, mantenendo come base sicura il suo istituto.
Le difficoltà per individuare spunti d’integrazione tra il progetto e la realtà scolastica si presentano subito, sicché, cercando di incastrare l’organizzazione delle attività didattiche con gli impegni esterni all’istituzione, predispongo la frequenza scolastica del ragazzo secondo una progettazione estremamente flessibile che prevede:
• un’organizzazione precisa della giornata a scuola e dei progetti esterni;
• l’utilizzo del laboratorio d’informatica come aula principale;
• un’attenta programmazione delle attività didattiche;
• una collaborazione quotidiana con gli insegnanti e le classi nel laboratorio di informatica;
• la partecipazione alle ore di attività motoria con la classe IV, dove gli alunni svolgono azione di tutoraggio;
• il progetto spesa e mansioni varie;
• il progetto macchina fotografica per documentare alcuni momenti particolari dell’anno scolastico;
• il progetto teatrale in collaborazione con il docente di Italiano e la scuola secondaria di primo grado del paese.

Il buon lavoro

Il viaggio

Con il passare del tempo, grazie all’ambiente contenuto e all’atmosfera familiare, R. inizia a relazionarsi in maniera autonoma con i ragazzi, il personale docente e non-docente, senza ricorrere continuamente alla mia mediazione. Per quanto riguarda le attività didattiche, il laboratorio d’informatica è sfruttato come importante spazio-risorsa per permettere a R. di lavorare su materiali e programmi individualizzati e sentirsi al contempo parte di un gruppo-classe.
Il lavoro al computer è risultato funzionale per favorirlo nella rielaborazione delle sue esperienze, attraverso la scrittura di lettere alla famiglia o ai programmi televisivi che preferisce (reality show), attraverso la registrazione di incarichi assunti o di attività svolte, aiutandolo a ripetere e memorizzare parole e frasi da riutilizzare nei contesti relazionali.
Durante l’anno scolastico, R. frequenta molto volentieri le ore di attività motoria anche se, più che lavorare in modo mirato sugli obiettivi strettamente motori, tendiamo al miglioramento dell’aspetto relazionale e affettivo per raggiungere una buona integrazione con la classe quarta. Inserisco, nel calendario settimanale, anche un’attività che R. adora: andare a fare la spesa. Chiedo la collaborazione del personale docente e non docente, cercando di capire se sia possibile individuare un compito di cui il ragazzo possa diventare responsabile. Sovente, segretarie, bidelli e professori si devono trattenere a scuola nel pomeriggio e, in ogni caso, tutti hanno sempre bisogno del pane o di qualche altro genere alimentare.
Propongo a R. di occuparsi di questa importante mansione i cui obiettivi sono principalmente volti all’acquisizione di una maggiore autonomia sociale.
Inoltre, durante i primi mesi dell’anno scolastico, in attesa che riprendano tutti i progetti sul territorio, concordo alcuni incontri con uno studio fotografico per insegnargli l’utilizzo della macchina fotografica regalatagli dalla mamma. Effettuiamo inizialmente delle visite occasionali al laboratorio fotografico per prendere confidenza con l’ambiente e le figure con cui interagirà. A scuola domandiamo la collaborazione dei compagni e parliamo della possibilità di creare un diario fotografico che documenti tutte le esperienze del nuovo anno scolastico e che abbia come protagonisti la scuola, la famiglia e tutti i contesti frequentati. R. è entusiasta al pensiero di poter mostrare ciò che fa a chiunque e in qualunque momento.
L’obiettivo finale è quello di insegnare a R. a trasferire le foto sul computer di casa, in modo da formare diversi album a tema che testimonino le sue esperienze e le sue giornate.
Dal punto di vista relazionale e dell’acquisizione di una nuova competenza, l’esperienza nel laboratorio fotografico è risultata molto positiva.

Progetto teatro

R. è sempre stato attratto dal mondo dello spettacolo: tutto ciò che riguarda la musica, la danza, i programmi televisivi è per lui fonte di entusiasmo.
Gli propongo di andare a vedere che cosa succede nelle ore di progetto alla scuola secondaria di primo grado per decidere se ha voglia di parteciparvi anche lui. Il riscontro è ottimo.
La sua partecipazione al progetto teatrale è stata totalmente positiva. Problemi di salute permettendo, e dopo alcune titubanze iniziali, si è recato con entusiasmo alle prove dello spettacolo, stringendo un importante legame affettivo con i ragazzi delle classi, i docenti e tutte le figure coinvolte nel progetto. Gli obiettivi fissati a inizio anno scolastico sono stati pienamente raggiunti. Dal punto di vista degli apprendimenti, R. ha affrontato un enorme lavoro (imparare i brani, comprendere i testi, cercare di cantarli, ricordarsi cosa fare e dove andare); dal punto di vista socio-relazionale, ha interagito in maniera positiva con i ragazzi, esprimendo richieste o pareri e non sottraendosi mai ai suoi impegni di attore. Un’esperienza sicuramente gratificante e coinvolgente.

Meglio a scuola che in vacanza

Quest’anno lo stato d’animo di R. alla fine della scuola è stato diverso: invece di lamentarsi di essere stufo e di voler stare a casa, era dispiaciuto del fatto che le sue attività si sarebbero interrotte. Nel complesso, il suo percorso è stato estremamente ricco di cambiamenti positivi: ha lavorato in gruppo, ha smesso di sottrarsi a momenti per lui delicati, non scappa più, ha meno paura delle situazioni e delle persone in generale, i tempi di attenzione e concentrazione si sono notevolmente allargati, la sua disponibilità è totale, comunica immediatamente stati d’animo negativi senza chiusure ostili e interminabili, è curioso, non ha più timore di molte cose che prima lo bloccavano. Anche la famiglia ha accolto con entusiasmo i suoi cambiamenti collaborando con disponibilità e indicazioni al percorso di crescita del ragazzo. La maggiore fiducia nei servizi e la consapevolezza che la scuola ha rappresentato un’enorme risorsa per il ragazzo hanno portato la madre a richiedere un maggior numero di ore al momento in cui si è concordata con l’équipe l’assegnazione dell’operatore di sostegno.
Nel corso degli ultimi mesi dell’anno scolastico, oltre a preparare R. alla pausa estiva, ho cominciato a pensare con lui a quello successivo, chiedendogli cosa avrebbe voluto continuare a fare, quali esperienze ripetere e proponendogli nuove attività. Si è, infatti, prospettata la possibilità di partecipare ai progetti di riabilitazione equestre e di attività acquatiche. Abbiamo effettuato, dunque, delle visite alla piscina di Sarre e delle ricerche su internet relative ai cavalli.
Rassicurato sul fatto che a settembre sarebbe rientrato a scuola, R. ha iniziato presto a fare l’elenco delle cose e delle attività che avrebbe voluto fare: con il suo cane Neve è andato incontro all’estate, nella testa e nel cuore un esercito di voci, volti e gesti a tenergli compagnia.

Monica Allonzi
Operatrice di sostegno - Liceo linguistico di Courmayeur

 

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