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La storia di Aisha

Un’attività di integrazione a tutto tondo, per attenuare fratture sociali e culturali, nella quale l’esperienza scolastica diventa un punto di riferimento e di ancoraggio.

1999 - Aisha è una bimba di sei anni che arriva da un paese del Nord Africa. Si stabilisce, assieme alla famiglia, in un comune alle porte di Aosta e viene iscritta alla scuola elementare con una diagnosi che certifica un ritardo mentale medio. Dopo qualche tempo, si trasferisce nella bassa Valle d’Aosta, in un paesino di una vallata laterale. Nel primo anno scolastico, non può contare su un sostegno individuale che faciliti la sua integrazione.
L’anno successivo, la famiglia si trasferisce ad Aosta e la bambina frequenta la classe seconda dove è affiancata da un’assistente educatrice. In questo periodo, esprime un profondo disagio nello stare con un gruppo di coetanei e manifesta grossi problemi di contenimento fisico: corre in continuazione, è aggressiva, comunica a gesti, non sembra acquisire competenze. Il suo inserimento in classe si limita a brevi momenti. Nasce allora un progetto che prevede attività di gioco e creative, di ascolto e comunicazione che le permettano di avvicinarsi alla lingua italiana.

2002/2003 - Aisha è seguita da un’insegnante di sostegno a metà tempo e da un’assistente educatrice per 18 ore settimanali. La presenza delle operatrici scolastiche e le scelte progettuali concordate, che privilegiano lo sviluppo e il potenziamento delle abilità sociali, relazionali e comunicative, permettono un’evoluzione progressiva e positiva.

A questo punto - Aisha ha dieci anni, ma presenta capacità cognitive di una bimba di tre, quattro anni. Si sta avvicinando alla letto-scrittura, verso cui esprime un grande interesse, e la imita riempiendo pagine di scarabocchi.
È bilingue: a scuola si impadronisce della lingua italiana, parallelamente, a casa comunica in arabo a dimostrazione che possiede una gestione evoluta della lingua.
È inserita in una classe quarta elementare composta da tredici alunni: il numero contenuto di compagni e l’atteggiamento accogliente nei suoi confronti favoriscono una buona integrazione. Gradualmente riesce a consolidare i suoi rapporti.
La sensibilità dimostrata dalle insegnanti e dall’educatrice sono elementi indispensabili per la realizzazione del progetto di vita pensato e attuato per la bambina. Aisha vive una positiva esperienza di integrazione. Nei momenti in cui è particolarmente stanca, sempre più rari, si rifugia in una piccola stanza, allestita per lei, dove si dedica ad alcune attività riposanti e all’ascolto della musica.
Il suo interesse per la letto-scrittura induce il neuropsichiatra a suggerire delle attività di riconoscimento globale di parole-etichette per favorirla nella vita pratica aiutandola a decrittare termini come uscita, fermata, autobus, ospedale, ecc.
Per permetterle di apprendere la letto-scrittura le insegnanti stendono un progetto didattico che prevede un suo parziale inserimento nella classe prima affinché possa collaborare con altri bambini.

Elementi binari

Fin dall’inizio la storia di Aisha è caratterizzata dalla presenza di elementi binari: la famiglia e la scuola, la lingua araba e quella italiana, la cultura del paese d’origine e quella del paese d’emigrazione. Anche il progetto pensato per l’apprendimento della lettura-scrittura ha il medesimo andamento: prevede una flessibilità organizzativa (e affettiva) che permetta la collaborazione tra la classe di appartenenza e la classe in cui verrà realizzato il progetto.

Il progetto - Nel pensarlo, viene data grande importanza al tipo di approccio alla lingua scritta: risulta di vitale importanza adottare una didattica che permetta la collaborazione tra i bambini, il rispetto dei diversi ritmi, il coinvolgimento e l’integrazione di tutti.

L’approccio alla lingua scritta - Le attività di apprendimento sono organizzate in maniera che l’incontro con la lettura e la scrittura avvenga in situazioni in cui la parola scritta o stampata abbia un reale significato fortemente legato ai sentimenti, ai pensieri e alle esperienze dei bambini. Questo principio permette di motivare Aisha all’apprendimento e costituisce uno strumento di integrazione nel gruppo in cui possono essere accolti livelli di comprensione anche molto distanti fra loro.
Il metodo adottato propone la ricerca del senso dei messaggi attraverso la comprensione del meccanismo di codificazione del linguaggio scritto.
In questo percorso esplorativo, la difficoltà maggiore per i bambini è quella di comprendere che la lingua scritta è fondamentalmente una rappresentazione della lingua parlata, cioè, allo stesso tempo, portatrice di suoni e di senso. La scoperta delle relazioni sistematiche tra scritto e orale, quindi, li conduce a lavorare su due piani linguistici distinti: la catena della lingua parlata e quella della lingua scritta. Il lavoro consiste nell’isolare l’una dall’altra e nel rimetterle, successivamente, in relazione.
Questi tentativi non hanno sempre successo: la segmentazione e le corrispondenze non sono subito quelle corrette. Aisha partecipa attivamente a questo processo di ricerca in cui l’errore non è considerato qualcosa da sanzionare, ma il frutto di un lavoro personale di costruzione di categorie, di costanti, di formulazione di ipotesi.
Per questo, le attività proposte sono esplorative e di riflessione sulla lingua che portano a scoperte successive e che permetteranno di effettuare nuove acquisizioni.
Le fasi successive sono state costruite sulla base di modelli ricavati da Emilia Ferreiro, Ana Teberosky, Gustavo Fijalkov, e, in Italia, da Andrea Biancardi e Giacomo Stella che permettono ai bambini in difficoltà di procedere negli apprendimenti seguendo il proprio ritmo e le proprie capacità.
Aisha partecipa quindi a piccoli gruppi di lavoro in cui coesistono diversi livelli di apprendimento e in cui l’interscambio tra bambini favorisce l’evoluzione di ciascuno, lo scambio di strategie individuali e la costruzione di strategie collettive.

Le modalità - Aisha svolge le attività di approccio alla lingua scritta in classe prima, nella prima parte della mattinata, per tre giorni la settimana, accompagnata dall’operatore di sostegno.
In classe prima, operano due insegnanti con venticinque alunni. Le ore di compresenza sono concentrate il mattino e utilizzate in modo da dividere la classe in due gruppi eterogenei di dodici-tredici bambini, formati secondo criteri di efficacia didattica. Un gruppo, gestito da un’insegnante, nella prima parte della mattinata svolge attività di lingua, mentre l’altro, contemporaneamente, svolge attività di matematica. Nella seconda parte della mattinata, i gruppi si invertono. La bambina lavora sempre nei gruppi di lingua, all’interno dei quali è prevista una parte iniziale collettiva e un lungo momento di lecture et écriture-découverte articolato su coppie, sempre intercambiabili.
La coppia in cui lavora, dopo una prima fase di rodaggio, viene seguita indifferentemente dall’operatore di sostegno o dall’insegnante di lingua. Dato che tutti i bambini desiderano lavorare con lei, viene favorita non solo l’integrazione, ma anche la crescita e l’evoluzione degli apprendimenti.
Nel pomeriggio, Aisha riprende individualmente le attività del mattino e, con l’aiuto dell’operatore di sostegno, rielabora gli apprendimenti, si esercita, appende alle pareti della sua piccola stanza gli elaborati più significativi e raccoglie in un quadernone tutte le sue successive prove di scrittura. In questo momento, riesce a memorizzare molte parole e utilizza la parola-frase come didascalia dei suoi disegni.

L’accoglienza

Per favorire in maniera efficace gli apprendimenti, è indispensabile creare dei gruppi di lavoro nei quali si possano instaurare relazioni di amicizia, di affinità, di condivisione: il ruolo dell’affettività negli apprendimenti, a questa età (e non solo), è essenziale.
Oltre a diverse attività di gioco, di scambio, di conoscenza, risulta particolarmente significativa l’attività di accoglienza del mattino in classe prima: L’appello delle emozioni. I bambini si siedono in cerchio, uno a turno ricopre il ruolo di conduttore: chiama un compagno e gli chiede di dare un voto, da uno a dieci, all’inizio della giornata. Quando il conduttore chiede il perché della valutazione, ognuno può raccontare oppure mantenere il segreto su ciò che influenza il proprio umore. Infine, il conduttore chiede a ognuno come si sente ed è un momento importante per imparare a conoscere ed esprimere sentimenti, emozioni, sensazioni.
Questa attività ha il pregio di accogliere ognuno così come arriva il mattino, portando in classe un pezzetto di casa e svelando al gruppo solo ciò che desidera. Inoltre, costituisce una sorta di educazione sentimentale perché aiuta i bambini a riconoscere i propri sentimenti e a trovare le parole per esprimerli.
In questo clima disteso e tranquillo, Aisha assume soprattutto un atteggiamento di ascolto: mentre disegna su un foglio, ascolta in silenzio e con molta attenzione i racconti dei compagni, li guarda con interesse, si diverte e ride seguendo i racconti di avventure e disavventure. Si esprime poco e sorride molto, si tranquillizza e si rilassa. Rapidamente impara il nome dei compagni e prende confidenza con loro: quando il lavoro di apprendimento inizia, è calma e ben disposta.

L’integrazione

La sua presenza in classe diventa abituale: i bambini di prima si preoccupano se è in ritardo o se è assente. Sovente chiede di rimanere più a lungo nella classe. Quando gli insegnanti della sua classe di appartenenza sono assenti, va volentieri in classe prima, che diviene così un ulteriore punto di riferimento, così come l’operatore di sostegno diventa un punto di riferimento per quei bambini.

Le difficoltà

Aisha continua a lavorare con risultati positivi. Frequenta regolarmente la scuola come i suoi fratelli e sorelle più piccoli. La mamma si occupa di loro perché il papà, come sempre a fine inverno, è tornato al paese d’origine. Il progetto di vita della famiglia prevede lunghi soggiorni in Valle d’Aosta, inframmezzati da rientri in patria. I guadagni realizzati durante l’estate e l’inverno vengono in parte reinvestiti in patria per la costruzione di una casa accogliente.
Proprio in questo periodo, i suoi due fratellini hanno avuto improvvisi e seri problemi di salute. La mamma, che poco conosce l’italiano e non sa leggere e scrivere, si destreggia a fatica fra medici e ospedali ed è in difficoltà nell’occuparsi di Aisha. C’è bisogno di aiuto immediato: scatta la solidarietà delle insegnanti, dei vicini, delle famiglie.

Alleanze

Il momento difficile è superato, ma lascia profonde tracce nella scuola che sente ancora più urgente la necessità di progettare, in collaborazione con il quartiere, con i servizi e con il Comune, interventi di aiuto e di appoggio alle famiglie.
Questa esperienza rafforza e dà consistenza all’idea di rete, cui la scuola lavora ancora oggi. Nuovamente il progetto diventa binario: per costruire una rete che favorisca l’integrazione delle persone all’interno del tessuto sociale del quartiere e per facilitare la realizzazione di progetti educativi di inclusione è necessaria l’alleanza tra scuola e quartiere.
È con l’aiuto dei numerosi soggetti sociali presenti sul territorio (L’associazione Quartiere possibile, il Progetto giovani del Comune di Aosta, la Ludoteca Comunale Mastro Ciliegia, l’Associazione Nazionale Alpini e altri) che, a partire dal 2004, la scuola di Aisha riesce a organizzare servizi di accoglienza, tutela e accompagnamento di tutti i bambini: Porte aperte, Pedibus, doposcuola, doposcuola estivo, ecc.

La storia continua

La vita di Aisha riprende regolarmente dopo le difficoltà: la scuola è per lei un momento importante e continua a lavorare volentieri e a compiere piccoli progressi negli apprendimenti.
In primavera, il padre rientra in Valle d’Aosta e cerca lavoro, come ogni anno, negli alpeggi. È un buon lavoratore e subito conclude un contratto che gli permette un buon guadagno, a fronte però di un lungo periodo di distacco dalla famiglia. Le difficoltà recenti condizionano le sue scelte: non vuole lasciare da soli figli e moglie nel periodo estivo, durante il quale la scuola chiude.
Così, con un brevissimo preavviso, Aisha parte. Il distacco è duro e le preoccupazioni sono tante: le mancheranno i compagni, le esperienze, i punti di riferimento. Ancora una volta però ci sorprende: è contenta di partire e, negli ultimi giorni, parla molto della casa nel suo paese d’origine, del cavallo che c’è laggiù, del cane Rex, delle galline con i pulcini. Condivide il progetto di vita della famiglia: sa che papà lavora per costruire la casa, per far star meglio tutti, sa che laggiù ci sono le zie, i cugini.

Epilogo

L’esperienza di Aisha in classe prima si conclude con la partenza. I bambini sono molto dispiaciuti di non averla più con loro. Negli anni successivi, frequenterà ancora la scuola primaria e poi la scuola media per un breve periodo dell’anno, seguendo gli spostamenti della famiglia tra la Valle d’Aosta e il paese d’origine.
Vorremmo poter scrivere il finale di questa storia, dando notizie precise sulla sua vita, sull’evoluzione dei suoi apprendimenti, sui suoi progressi, sul suo futuro. In realtà, sappiamo che è contenta di frequentare la scuola per i pochi mesi in cui vive in Valle e che qui trova anche alcune cure specialistiche di cui ha necessità. Della sua vita nel paese d’origine poco sappiamo.
Oltre alla ricchezza dell’esperienza vissuta con lei, Aisha ci ha lasciato il compito di riflettere su alcuni problemi aperti.
Il primo - Nel flusso migratorio che arriva in Valle d’Aosta sono presenti anche bambini diversamente abili. Sarebbe importante conoscere la cultura dei paesi del Nord Africa nei loro confronti, quella della scuola e degli insegnanti, quali gli atteggiamenti e le speranze delle famiglie, quali gli aiuti in patria.
Il secondo - Un certo numero di famiglie provenienti dai paesi di lingua araba segue un flusso migratorio che li porta a vivere in Valle d’Aosta solo per alcuni mesi l’anno. In questi periodi, i bambini frequentano la scuola, lasciando però processi di apprendimento, progressi e programmi a metà. Sarebbe importante ideare dei progetti di accoglienza espressamente per loro.

Clara Bosonetto
Docente I.S. Aosta4

 

 

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