link home page
link la revue
link les numéros
link web école
links

Il giro delle chiacchiere

Un gruppo classe nella sua totalità si impegna a crescere, rinforzando le potenzialità di ognuno.

Lo scorso anno abbiamo letto in classe il libro Clara nella nebbia. La lettura di questo testo, la cui protagonista è una bambina che vede tutto come se fosse avvolto in una nebbia, senza che nessuno se ne accorga, voleva essere uno spunto per favorire una maggiore comunicazione fra un’alunna ipovedente e i suoi compagni.
E così è stato. N., per la prima volta, è riuscita a spiegare alla classe come vede e a condividere la sua difficoltà. Clara nella nebbia ha dunque rappresentato un momento significativo del percorso didattico che ha assunto lo stesso titolo della storia.

Il contesto

N. presentava una malformazione congenita dell’apparato oculare. L’acuità visiva dell’occhio destro, con la correzione ottica in uso, era di un decimo e quella dell’occhio sinistro di un ventesimo. Il residuo visivo era utilizzato dalla bambina in maniera ottimale e questo le permetteva di sfruttare al meglio le sue potenzialità intellettive, che erano nella norma, e di mascherare, in parte, le sue oggettive difficoltà visive.

I progetti

Scrivere - La qualità dell’integrazione è spesso frutto di un’attenzione continua e rigorosa nel tempo e nello spazio. Per questo motivo, non bisogna trascurare nessun aspetto dell’inserimento. In classe, N. occupa un posto strategico che le permette di muoversi nello spazio aula per raggiungere le fonti visive e, quindi, abbiamo deciso di far cambiare continuamente posto ai compagni affinché, a turno, possano stare seduti accanto a lei. Fra gli incarichi assegnati agli alunni della classe, e che ognuno, lei compresa, ricopre a rotazione, abbiamo individuato l’addetto alle fotocopie che si occupa anche dell’ingrandimento dei materiali dato che, generalmente, i testi e i compiti le vengono presentati su copie ingrandite con i segni di punteggiatura e gli accenti messi in evidenza per facilitarle la lettura, l’intonazione e, quindi, la comprensione.
Non bisogna pensare, però, che la classe sia costruita per lei. N. stessa è protagonista della sua integrazione.
Fin dalla classe seconda, utilizza i quaderni a righe in rilievo che le permettono di scrivere in modo ordinato ed è così che ha imparato, senza difficoltà, a scrivere in corsivo. Tuttavia, i caratteri risultano grandi, rendendo difficoltosa la rilettura.
Per questo, abbiamo introdotto l’uso del computer che, lentamente, sostituirà il quaderno a righe. Sulla tastiera abbiamo incollato delle lettere ingrandite e N. ha imparato a scegliere il carattere adeguato e la misura per lei più leggibile. Ora è in grado di salvare il proprio lavoro, di correggerlo usando il correttore ortografico e, infine, di stamparlo. I suoi compagni utilizzano N. come macchina per scrivere sfruttando la sua velocità nel digitare sotto dettatura. Valorizzarne le abilità condividendo il progetto con i ragazzi si è dimostrata sicuramente una strategia vincente.

L’angolo della lettura – Volevamo motivarla alla lettura aiutandola a scoprire il piacere del leggere e facendole condividere un’esperienza socializzante. Ci siamo rese conto che si trattava di una motivazione valida per tutti i ragazzi.
In aula, abbiamo creato lo spazio adatto per accogliere i lettori: seggioline colorate messe in cerchio, libri a volontà, manifesti di presentazione dei nuovi testi. Si può stare da soli alla fine dei lavori, quando si ha voglia e senza chiedere, oppure si va tutti insieme per lavori collettivi.
Le attività sono caratterizzate da strategie facilitanti per N. (libri ingranditi o con il video ingranditore), ma tutte mirano alla motivazione, al divertimento e all’apprendimento per la classe intera:
La corona del re: chi legge è il re della lettura e ha la corona in testa, fino a quando sbaglia e deve incoronare il vicino di sedia;
La febbre della lettura: su di un termometro disegnato sono inventate apposite domande per la comprensione del testo, a seconda del numero di domande la febbre sale;
Il campanellino: quando l’insegnante lo suona, il ragazzo che stava leggendo si ferma ed è sostituito dal vicino;
Lettura per gli altri e lettura dell’insegnante: i libri sono scelti per fornire approfondimenti sulle emozioni e sui sentimenti;
Consigli alle letture: pubblicità ai libri ritenuti più interessanti;
Abbonamento alle riviste: oltre a giornalini per ragazzi, ci siamo abbonati a Gennariello, un mensile per ipovedenti. Per la lingua francese, utilizziamo J’apprends à lire;
Cercle de lecture: attività svolta con Valérie Croin, assistante boursière de la Convention française che viene in classe per leggere dei libri, farne ricostruire la vicenda e illustrarla producendo un piccolo libro. Quest’anno la produzione finale non sarà cartacea, ma informatica per coinvolgere tutta la classe nella costruzione di un ipertesto che verrà registrato su CD e consegnato ad ogni alunno. La ricerca delle musiche di accompagnamento ci ha condotti verso la New Age.
La valutazione della prima stesura ha portato i ragazzi a richiedere testi ingranditi. Dunque, l’attenzione verso N. non è una cosa episodica, ma una sensibilità profonda e radicata.
Ed ecco alcuni pareri dei ragazzi:
• “È un modo per stare insieme e così ci si sente tranquilli, un posto dove si esprimono le proprie idee”;
• “Funziona molto bene con il sistema della corona: serve a concentrarsi sulla lettura e a divertirsi, a passare il tempo e a liberare la testa dai pensieri”;
• “Aiuta a sprigionare la fantasia oppure a sfogarsi”; “Si è vicini ai propri amici, si può dialogare meglio con i compagni”;
• “È utile perché con il gioco del campanello puoi correggerti da solo senza essere aggredito”.

Il giro delle chiacchiere - La difficoltà di N., come di altri compagni, è quella di verbalizzare i propri sentimenti e stati d’animo. L’obiettivo di quest’attività, che prende in considerazione le competenze comunicazionali-linguistiche, è quello di aiutare i ragazzi ad esternare la propria emotività.
Nell’angolo delle chiacchiere si può parlare, liberamente e senza essere giudicati, di tutto ciò che succede nella vita scolastica: le difficoltà, i problemi, gli stati d’animo, le incomprensioni. E se è troppo difficile parlare… si può scrivere. Dallo scorso anno, anche N. ha cominciato ad esternare il suo vissuto, le sue preoccupazioni, le ansie legate al suo deficit visivo, ma, nello stesso tempo, si è attivata per cercare delle strategie per risolvere i problemi. Ad esempio ha saputo presentare questa richiesta: “Quando i compagni alzano la mano per parlare io non li vedo: potresti chiamarli tu, maestra, oppure far dire ad ognuno il proprio nome prima di intervenire?”.
È un momento in cui si devono ascoltare gli altri, cercare strategie risolutive, dare dei consigli, lavorare e molto sulle emozioni: “Cosa provo, cosa sento e cosa provano gli altri?”. Sono operazioni utili anche per costruire regole di convivenza in classe individuate e condivise dal gruppo.
Per gestire questa esperienza delicata, in cui i ragazzi si aprono e cercano confronto e sostegno, è risultato importante il corso di formazione organizzato dall’Università della Valle d’Aosta Soutien au soutien - SOS.
Anche per questo momento riportiamo alcuni commenti dei ragazzi:
• “Lì si risolvono i problemi e si parla tranquillamente”;
• “È un luogo dove si può dialogare con gli amici e raccontare le proprie impressioni”; “È importante perché puoi discutere della tua giornata”;
• “Serve per parlare dei tuoi problemi e funziona perché siamo sempre riusciti a risolverli”;
• “Serve per dire agli altri quello che ti accade sia di bello sia di brutto, inoltre i compagni ti possono dare dei consigli per superare i momenti brutti e i litigi”;
• “È un modo per esprimere le proprie esigenze e i problemi senza timore e poi ci si può guardare tutti in faccia senza girare le spalle”;
• “Serve per imparare il carattere dei nostri compagni”.1

Apprendimento cooperativo – Una delle modalità che abbiamo utilizzato per attuare il Cooperative Learning l’abbiamo denominata Gettoni.
Vengono distribuiti da 3 a 6 gettoni per ogni alunno. Dopo aver proposto l’argomento da discutere, l’insegnante avvia la discussione. Per parlare bisogna posare il proprio gettone sul tavolo. Quando colui che parla ha finito il suo intervento, lascia la parola ad un altro compagno e si può intervenire solo fintanto che si hanno gettoni.
A questa, segue la fase di presa di coscienza in cui l’insegnante chiede: “Perché vi ho dato i gettoni?”.
Alla fine della discussione, si procede alla revisione collettiva a livello emozionale per vagliare il raggiungimento dell’abilità sociale proposta e rinforzare i comportamenti desiderati.

Entrata a scuola – Volevamo raggiungere gli obiettivi di rendere gli alunni consapevoli dell’importanza delle regole di comportamento da definire insieme, di utilizzare correttamente il tempo a disposizione e di imparare a osservare, ascoltare, valutare i propri comportamenti e, per questo, abbiamo predisposto alcune attività.
Un insegnante ha ripreso con la telecamera, per alcuni giorni, i momenti che precedono l’entrata in classe. In seguito, abbiamo visionato il filmato, abbiamo tentato la lettura dei comportamenti e cercato di analizzare, assieme a loro, l’entrata a scuola.
Questo ha ingenerato una discussione sui comportamenti tenuti e ha spinto gli alunni a ricercare una soluzione visualizzando con una carta T2 le risposte alle domande: cosa vedo? cosa sento?
Per rinforzare l’aspetto ludico e per avere altri punti di riferimento, sono stati nominati degli osservatori segreti tra i bambini il cui compito era di registrare i comportamenti dei compagni durante l’entrata. Quindi, sono state previste una seconda breve registrazione e la sua visione in plenaria, seguite dall’autovalutazione a coppie e individuale.

Collaborazione con la famiglia

Sin dall’inizio, la mamma di N. si è mostrata disponibile e aperta al dialogo con l’équipe PEI. I momenti di colloquio le hanno permesso di esternare le sue preoccupazioni e, soprattutto, di creare un utile raccordo tra il vissuto di N. a casa e l’esperienza scolastica. Per rafforzare questa collaborazione, a rotazione, è stata accompagnata da un’insegnante per i controlli medici e per le pratiche di richiesta degli ausili per la bambina negli uffici di riferimento. Ciò le è stato di grande aiuto per diminuire il disagio, rafforzarla emotivamente e instaurare un rapporto di amicizia e di fiducia con alcune insegnanti.

Marinella Cristoforo
Nadia Priante

Docenti I.S. C.M. Mont Emilius 3

 

Note
1 Chi meglio dei ragazzi può esprimere delle riflessioni sul lavoro svolto? Per raccoglierle, abbiamo utilizzato la tecnica dell’intervista a coppie, tecnica mutuata dal Cooperative learning. Consiste in un quesito posto dall’insegnante sul quale gli studenti riflettono individualmente e, quindi, da un intervista di un minuto o due da parte del compagno di coppia. Entrambi riportano in assemblea il pensiero dell’altro.
2 La carta T è una tabella che riporta l’abilità sociale che si intende insegnare, definita attraverso i comportamenti verbali e non verbali che la descrivono. Tali comportamenti sono individuati dai bambini che rispondono alle domande: cosa vedo? cosa
sento? In questo caso specifico, hanno dovuto individuare espressioni di comportamenti corretti (visti e sentiti) nel momento dell’entrata a scuola.

 

 

couriel