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L'amico è

“È, l'amico è / qualcosa che più ce n'è meglio è / è un silenzio che vuol diventare musica / da cantare in coro io con te”. (Dario Baldan Bembo)

All’inizio dell’anno scolastico 2006/07, il professor Paolo Salomone ha proposto di far partecipare le due classi seconde della scuola primaria Luigi Einaudi di Aosta ad un progetto musicale in collaborazione con Aosta Classica e con la Scuola musicale di Fiesole.
In sintesi, la proposta prevedeva: un’attività musicale condotta per l’intero anno con l’insegnante di canto Luigina Stevenin; la conoscenza, tramite corrispondenza, con gli alunni di due classi seconde di Fiesole; un concerto ad Aosta presso il nostro Auditorium ed un altro a Fiesole con i nostri corrispondenti.
Noi insegnanti abbiamo accettato con entusiasmo la sfida, senza nutrire dubbi riguardo all’attività musicale, ma con qualche perplessità in più rispetto alla gita di tre giorni con i nostri cinquanta alunni prevista alla fine del lavoro!

I primi contatti

All’inizio di ottobre abbiamo preso i primi contatti con i nostri amici di Fiesole: la classe seconda della scuola primaria Teodoro Stori di Borgunto e la classe seconda della scuola Pazzino de’ Pazzi (non è uno scherzo, è proprio così!) di Compiobbi. Nelle prime lettere, i bambini si sono presentati e, con stupore, hanno scoperto analogie e differenze nell’organizzazione scolastica e nella vita quotidiana… malgrado fossimo tutti italiani.
Le discipline coinvolte in questa attività sono state ovviamente molteplici: italiano (scrittura), geografia (studio del territorio), storia (conoscenza di monumenti, personaggi famosi), educazione all'immagine (creazione di disegni e lavoretti) e, per ultima, ma prima per importanza, musica.

Luigina all’attacco

Il repertorio presentatoci da Luigina all’inizio dell’anno scolastico ci ha, a dir poco, meravigliate per la sua complessità. In genere, ai bambini non si insegnano canti così difficili; ma, come è stato dimostrato dal progetto, sono sufficienti competenza, grinta e coraggio, tutti attributi che non mancano di certo alla Stevenin, per riuscirci!
Guardando Luigina lavorare abbiamo imparato che, anche se molto giovani, i bambini possono esprimere con il canto emozioni e sentimenti. Le regole per una buona esecuzione sono poche: cantare insieme vuol dire raccontare qualcosa a qualcuno e, quando si racconta, non si grida, non si strilla e con gesti e mimica si rafforzano i significati. Il canto permette di ottenere tutto ciò se il direttore riesce a colorare le frasi musicali con la dovuta maestria. La musica d’assieme consente inoltre di vivere questa magica esperienza con altri e pertanto le emozioni si moltiplicano.
E gli stonati? Saremmo bugiarde nel dire la classica frase “Ma gli stonati non esistono!”. Certo che ci sono e rovinano l’ottima esecuzione degli intonati. Anche in questo caso, basta però non perdersi d’animo. Sicuramente non si fanno miracoli, ma si migliora notevolmente la situazione con i consigli giusti, un po' come quelli che si dispensano ai bambini che non riescono con immediatezza a leggere, scrivere, contare.
Le lezioni si sono svolte per l’intero anno scolastico con cadenza settimanale. Di volta in volta i bambini miglioravano le loro capacità di esecuzione e di interpretazione.

I brani

Con il brano Riciclo di Marco Giovinazzo, i bambini hanno dovuto imparare ritmi complessi e di grande effetto suonati utilizzando materiale di riciclo (lattine, giornali, bottiglie di plastica e di vetro, scatoloni).
Per complicarci la vita, Paolo Salomone ha poi armonizzato per noi, con indiscutibile originalità, il semplice e conosciuto Meunier tu dors: rrrrrrrrr, inspirando lentamente, fff, espirando velocemente, rrrrrrr ffff, idem, ahummmm, ci si stira con sbadiglio sonoro, CAPITO?
Il repertorio continuava con la bella e melodiosa Musica dolce molto diversa dai soliti canti, la ritmata I suoni di colori in rap ed poi via Sul treno di frontiera per giorni e mesi finché non Piove pioviccica perché Noi siam come… e per concludere Kumbaya. Che fatica, ma che bei canti!

Si parte e si canta

Finalmente giunge il giorno della nostra prima davanti ad un pubblico di genitori, nonni, fratelli, molto attento ed entusiasta. I bambini emozionati cantano e gli applausi ed i buoni giudizi ci incoraggiano a proseguire la nostra tournée all’estero, pardon, a Fiesole.
Organizzare una gita di tre giorni per cinquanta bambini così piccoli non è semplice e nessuno di noi l’aveva mai realizzata prima. Paolo Salomone prende i primi contatti con gli organizzatori toscani, pianifica l’intero soggiorno (pranzi, visite, concerti, ecc.) e individua anche la struttura che ci accoglierà: è Villa Camerata, uno storico caseggiato immerso nel verde di un parco ben tenuto; l’interno risulterà meno curato, ma questo fa un po’ parte del gioco.
Finalmente si parte... quasi tutti; ci sono, per fortuna, solo pochi assenti. I genitori, la mattina del 24 maggio, ci salutano, con un po' d'ansia, e ci augurano buon viaggio. Per qualche bimbo sarà la prima volta così lontano dai propri cari e per così tanto tempo.
Arriviamo dopo parecchie ore a Firenze, stanchi morti e accaldati da un’insolita temperatura estiva. Prendiamo possesso delle nostre stanze, prepariamo i letti per la notte, esploriamo il parco, ceniamo, giochiamo, osserviamo le lucciole ed infine tutti a nanna.
Il giorno seguente, ogni classe conosce i propri corrispondenti. Tutti gli insegnanti che hanno previsto attività di scambio epistolare sanno che il passaggio da amico di penna ad amico in carne ed ossa è inizialmente imbarazzante, poiché la realtà non sempre coincide con l’immaginazione (nel bene e nel male). Anche i nostri alunni non hanno fatto eccezione. L’eccitazione è tanta e diventa man mano più palpabile, mentre ci avviamo a piedi lungo il cammino che ci porterà finalmente alle due diverse scuole. In un caso, ci fermiamo per scattare qualche fotografia alla città di Firenze vista dall’alto e alle colline coperte di cipressi ed ulivi, ad odorare l’intenso profumo dei gelsomini in fiore. Nell’altro caso, passeggiamo lungo le sponde del famoso fiume Arno, osservando la fauna locale.
All’arrivo tutti sembrano timidi e impacciati, ma aver previsto anche uno scambio musicale con canti e danze da eseguire insieme, serve a sbloccare la situazione ed aiutare i bambini a dialogare e giocare con maggiore disinvoltura.

Anche il pranzo, condiviso alla refezione scolastica, è stato un utile momento d’integrazione. Nel pomeriggio viene eseguito il concerto nella scuola di Compiobbi, con accompagnamento dal vivo di un pianista e un pubblico numeroso. È di nuovo un successo. Brava Luigina e bravi i coristi! Quando ci congediamo dai nostri corrispondenti, assai gentili ed ospitali, che ci hanno persino fatto omaggio di alcuni prodotti tipici della loro regione, ci rendiamo conto che l’emozione di stare assieme ha reso la giornata indimenticabile e che non può finire così. Decidiamo perciò che continueremo a scriverci (e così è stato) e che ci rivedremo in futuro, stavolta ad Aosta.
La giornata è terminata con la visita alla Scuola musicale di Fiesole dove insegnanti e allievi avevano preparato un apposito percorso per conoscere le caratteristiche di alcuni strumenti, con l’ausilio anche di piccole esibizioni musicali molto apprezzate dai bambini, come d’altronde lo sono state le corse e i salti effettuati nel parco della scuola. Crediamo che in quella struttura immersa nel verde tutti, ma proprio tutti, possano imparare a suonare o per lo meno imparare ad ascoltare ed apprezzare appieno la musica.
L’ultimo giorno ci rechiamo a Firenze per visitare almeno alcune delle numerose meraviglie della città. Poi si riparte. Questa volta per tornare a casa. Che bella gita! Grazie, Paolo, grazie, Luigina.

Epilogo

Maggio 2008: ci chiedono di scrivere un articolo sulla nostra gita a Fiesole: fatto!

Lucia Gal, Luigina Stevenin, Tiziana Zanardo

 

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