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Discutendo d'Europa

Valtournenche era sul punto di cadere in letargo dopo la solita scorpacciata invernale di turisti quando, sulle sue strade, è improvvisamente comparso un centinaio di ragazzi che voleva vivere una nuova esperienza.
Sloveni, austriaci, francesi, friulani, piemontesi e valdostani si sono dati appuntamento ai piedi del Cervino per costruire la loro Europa. Così dal 2 al 5 maggio hanno discusso di scuola, di viaggi, di soggiorni di studio, di gemellaggi, di volontariato, di diritti umani, di educazione alla cittadinanza, del futuro dell’Europa e degli obiettivi di Lisbona. Forse possono essere risultati poco accademici per quell’aria vagamente scanzonata tipica della gioventù, ma non per questo sono risultati meno seri.
La loro coscienza, la loro sensibilità ai temi dell’Europa si è rivelata molto forte e, durante i workshop che si sono svolti nel pomeriggio, hanno dimostrato una considerevole maturità, tanto che i responsabili dell’esperienza, di fronte agli esiti dei lavori di gruppo, sono rimasti stupiti per la ricchezza e la complessità di pensiero con la quale sono stati affrontati i temi proposti.
I ragazzi hanno anche scritto una lettera ai parlamentari europei facendo presenti i loro problemi e i loro desideri. Balza evidente agli occhi che, per loro, i confini non sono limiti, ma punti di contatto e di scambio. Capirsi non è facile, ma ci hanno provato. Utilizzando il loro linguaggio: “tra i gesti e le lingue pseudomaccheroniche riusciamo a capirci con difficoltà”. Ed ecco allora la richiesta di aiutarli a capirsi e conoscersi con maggiore facilità: “Vorremmo che la scuola ci desse tutti gli strumenti per interagire in prima persona tra noi europei”. Ed allora ecco la richiesta ai parlamentari europei perché studino e trovino strumenti per facilitare gli scambi tra ragazzi. Ed ecco qualche suggerimento pratico, forse semplicistico, ma sinceramente puntato a favorire conoscenza e interscambio, unici mezzi per arrivare ad una piena e vera unione. I ragazzi chiedono: “Perché non agevolate gli scambi interculturali? Abbassate un po' i prezzi di aerei, treni, traghetti”. E chiedono più informazione: “Quando ci hanno detto che era l’anno della mobilità siamo caduti dalle nuvole! Forse è un po' colpa di chi governa perché deve anche informare e non aspettare che i giovani cerchino”.
Infine un invito forte, permeato dell’emotività che spinge i giovani ad agire: “Sforzatevi di parlarci, di uscire dalle aule parlamentari ed entrare nei nostri cuori!”.
è un evidente bisogno di ideali, di progetti, di proiezioni verso il futuro, di superare la quotidianità per vivere esperienze che creino qualcosa. Al di là del linguaggio che scivola continuamente dal formale all’informale, il messaggio è chiaro: chi è giovane ha bisogno di sognare e i sogni glieli possiamo proporre solamente noi adulti.
Se i Campus sono nati per promuovere e diffondere il senso di appartenenza all’Unione europea ed educare alla cittadinanza comunitaria, gli studenti hanno colto in pieno questo obiettivo. Creando un ambiente aperto al confronto e favorevole all’apprendimento, dando grande importanza alla conoscenza delle lingue, agli scambi, all’utilizzo delle nuove tecnologie, inconsapevolmente hanno seguito le indicazioni di “Istruzione e formazione 2010”, il programma integrato dell’Unione Europea che sostiene la messa in opera della strategia di Lisbona nel settore dell'istruzione e della formazione.
È un’esperienza che ha soddisfatto gli organizzatori sia sul piano della partecipazione dei ragazzi sia su quello della produzione. Degli incontri da ripetere, su loro esplicita richiesta, per l’aria di cameratismo, ma anche la quantità di cose apprese.

Angela Ginestri

La risoluzione di Lisbona

Il parlamento europeo, riunito a Lisbona in seduta straordinaria nel marzo del 2000 ha deliberato che:
“Per consentire alle persone che fanno il proprio ingresso sul mercato del lavoro di diventare soggetti attivi nell'economia della conoscenza, occorre che il loro livello d'istruzione sia sufficientemente elevato. Il rapporto inversamente proporzionale fra livello di studio e tasso di disoccupazione tende a crescere, per cui è necessario che l'Europa aumenti il livello d'istruzione cui i cittadini arrivano al momento di lasciare gli studi.
L'insegnamento e la ricerca devono essere coordinati meglio su scala europea, il che può realizzarsi mettendo in rete i programmi nazionali e comuni di ricerca”.

Il 2 maggio 2006 sono partita insieme agli altri dieci rappresentanti della Consulta degli Studenti valdostani per andare a Valtournenche dove stava per iniziare il Campus Interregionale il cui tema era: “I giovani e l’Europa”.
Come padroni di casa abbiamo dato il benvenuto agli studenti provenienti da altre regioni d’Italia e dai paesi vicini.
Quando ci hanno consegnato le camere, ci siamo ritrovati in stanza con altri ragazzi che non conoscevamo: io mi sono ritrovata con delle ragazze francesi.
Già durante il pranzo abbiamo potuto fare amicizia. È proprio qui che ho rinsaldato quella con alcuni presidenti delle Consulte che avevo conosciuto alla riunione nazionale precedente.
Durante le mattinate abbiamo assistito ad alcune conferenze (forse troppe visto che ci hanno “bombardato” di notizie). Il tema più trattato è stato quello degli scambi interculturali ed è proprio in questo momento che diversi studenti hanno potuto raccontare la propria esperienza. Nei pomeriggi, invece, sono stati organizzati dei gruppi di lavoro. Si è trattato dei momenti nei quali il confronto tra noi ragazzi è stato più possibile e più pieno con scambi di opinioni e di esperienze.
Ma, inutile negarlo, è stato bello soprattutto il dopo cena durante il quale abbiamo potuto giocare al bowling a Cervinia, guardare le stelle all’osservatorio di Saint-Barthélemy e ascoltare musica, forse il mezzo più giusto e più consono a noi per fare conoscenza.
L’ultimo giorno avremmo dovuto fare da ciceroni ai ragazzi per le vie di Aosta, ma, alla fine, è prevalsa la voglia di comunicare tra di noi, così la mattinata si è trasformata in una passeggiata per il centro. D’altra parte si trattava degli ultimi momenti che avremmo passato con i nostri “nuovi” amici.
I quattro giorni di Campus sono stati molto istruttivi. Una fantastica esperienza che mi ha fatto riflettere, ma anche divertire. Un consiglio che do a tutti gli studenti: se ne avete la possibilità, partecipatevi! È un ottimo metodo per conoscere l’Europa, quello che succede nelle varie scuole e farsi dei nuovi amici. Ed è anche un’ottima occasione per superare certi pregiudizi perché alcune cose che sembrano scontate non lo sono!

Francesca Cimino De Sanctis

A Valtournenche, nelle quattro giornate di Campus abbiamo affrontato il tema del ruolo delle regioni transfrontaliere nella costruzione dell’Europa unita e di una cittadinanza europea attiva e solidale.
Ogni giornata era strutturata in maniera molto precisa. Il primo giorno, dopo l’arrivo dei partecipanti e il saluto delle autorità, è stato proiettato il film La trace di Bernard Favre, incentrato sul problema delle comunicazioni tra Italia e Francia nel’ottocento.
Il tema del giorno seguente è stato “Studiare e lavorare in Europa”. Si sono alternati al microfono la dottoressa Tripoli, docenti e studenti partecipanti a progetti Erasmus, Comenius e Interreg.
A conclusione della mattinata di conferenze, tutte tenutesi all’auditorium del capoluogo, la professoressa Nucci, dell’INDIRE, ha illustrato i gemellaggi on line. Nel pomeriggio si è adottata una diversa tipologia di lavoro. Se in mattinata i ragazzi ricevevano informazioni da esperti, durante le attività pomeridiane erano loro che, attraverso dibattiti e workshop, approfondivano le tematiche proposte dai tutor. Oltre a ciò, producevano relazioni nelle quali esplicitavano e concretizzavano il loro lavoro di messa in comune di idee ed esperienze.
L’esposizione di questi lavori attraverso mezzi multimediali ha aperto la terza giornata. Si è poi proseguito affrontando l’argomento “Cittadinanza, diritti e partecipazione”. Grazie agli interventi della prof.ssa Gabriella Vernetto su “Europa 2010 - le strategie di Lisbona”, della dottoressa Fiore sul progetto “Diritti Umani”, della dottoressa Gatti su “Scuola e volontariato” e della dottoressa Tripoli su “L’educazione alla cittadinanza europea”, i ragazzi hanno partecipato, nello spazio pomeridiano, a lavori di gruppo.
L’ultima giornata, invece, è stata dedicata alla visita guidata della città di Aosta.
Le attività culturali comprendevano anche attività ricreative serali. L’ultima sera è stata dedicata ad attività finalizzate alla valutazione del Campus che hanno rilevato un alto indice di gradimento. Il campus, infatti, non ha soltanto permesso ai partecipanti di aumentare le loro conoscenze in materia europea, ma ha anche permesso uno scambio di idee e di esperienze che, pur abitando cosi vicini, i ragazzi non avrebbero mai potuto avere.

Elena Boschini

Considerazioni di Giorgio Marchesano


Al Campus ho imparato che:
Studiare e lavorare in Europa è:
• un'occasione di scambio culturale;
• un'esperienza formativa e significativa ormai indispensabile;
• un'attività d'innovazione;
• un diritto per tutti;
• un'opportunità da non perdere;
• una fortuna;
• una collaborazione al rafforzamento dei legami che uniscono gli stati europei.

Gli aspetti positivi di questa esperienza sono:
• la conoscenza di culture differenti;
• l’apprendimento di nuove lingue;
• il confronto tra sistemi scolastici e abitudini di vita.

Le difficoltà incontrate sono di:
• comprensione linguistica;
• disponibilità finanziaria;
• adattamento alle famiglie ospitanti;
• adattamento alle differenze di comportamento e di pensiero;
• superamento dei preconcetti riguardo la nazionalità.

Il 2006, “Anno della mobilità”, deve essere un’occasione di:
• riflessione sul pensiero dei giovani;
• promozione di viaggi e scambi culturali;
• ampliamento delle conoscenze culturali e linguistiche.

Bisogna migliorare la mobilità in Europa:
• con informazioni sulla Carta internazionale dello studente e sull'Interrail;
• con incentivi economici alle istituzioni scolastiche;
• con più ore di lezioni linguistiche per agevolare gli scambi internazionali;
• con un numero maggiore di viaggi premio.

 

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