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Sans attendre Godot

In alcune località della Valle, gruppi di genitori prendono l’iniziativa e si organizzano tra di loro, sfruttando le opportunità offerte dall’articolo 20 della Legge Regionale n. 44 del 1998.

A scuola mezz’ora prima

Ho tre bambini di 11, 8 e 6 anni che frequentano la scuola elementare e materna di Pallein a Saint- Christophe.
Sino a qualche anno fa, la scuola organizzava un servizio di accoglienza, prima delle lezioni, dalle ore 8 alle 8 e 30.
Le maestre, a turno, assistevano i bambini. In questo modo i genitori che, per motivi di lavoro, non potevano accompagnare i figli a scuola per le 8 e 30, potevano affidarli a personale qualificato in un posto sicuro.


Il servizio di accoglienza poteva essere svolto dalle maestre soltanto se configurato nell’ambito di una prestazione straordinaria, ma essendo richiesta una presenza continuativa per tutto l’anno scolastico non poteva essere considerata occasionale. Da questo conseguì la soppressione del servizio svolto dal personale docente.
Non potendo più assicurare il servizio di assistenza prescolastica, la scuola si rivolse a una cooperativa che presentò un preventivo di circa 330 euro all’anno per bambino, spesa decisamente elevata, soprattutto per famiglie con più figli.
Cercai, allora, di risolvere il problema dell’ingresso anticipato dei miei tre figli a scuola, modificando il mio orario di lavoro. Purtroppo, la mia richiesta di posticipare di un quarto d’ora l’ingresso e l’uscita non è mai stata accolta dal Comune di Aosta, mio datore di lavoro.
Il problema della differenza tra orari di lavoro e orari scolastici provoca notevoli problemi nei rapporti tra datori di lavoro e dipendenti in merito al riconoscimento della flessibilità dell’orario. Ricordo che, quando ero bambino, i miei genitori, pur lavorando tutti e due, riuscivano ad accompagnarmi a scuola. Se per le famiglie moderne questo non è più possibile, il motivo è dovuto ad una errata politica degli orari di lavoro, che, invece di essere più attenta ai bisogni delle famiglie, provoca nuovi bisogni e una conseguente incapacità di risposte.
Anche gli altri genitori che usufruivano del servizio di pre-scuola erano in difficoltà.
Ho preso così l’iniziativa di proporre all’istituzione scolastica di cui fa parte la scuola elementare frequentata dai miei figli, l’ipotesi di un servizio di accoglienza dalle 8 alle 8 e 30, autogestita dai genitori.
La dirigente scolastica mi ha appoggiato da subito, favorendo la diffusione capillare della proposta alle famiglie degli alunni della scuola e mi ha permesso di contattare le famiglie tramite un opuscolo.


L’idea dell’autogestione è stata subito accolta da chi, come me, aveva la necessità di trovare una soluzione ai problemi di orario di lavoro. Inoltre da parte dei genitori vi era anche la necessità di beneficiare di una notevole tranquillità derivante dal sapere che
il proprio figlio avrebbe potuto evitare di attendere l’apertura della scuola all’esterno, vi sarebbe potuto entrare ed essere sorvegliato da un adulto.
Spinte da un bisogno reale, le famiglie si sono ritrovate, si sono organizzate e hanno deciso di gestire direttamente il servizio di assistenza.
La proposta è stata accolta inizialmente da 7 o 8 famiglie e ciò è stato sufficiente per attivare un servizio autogestito dai genitori con turni di circa tre volte al mese.
Per lo svolgimento del servizio è stata messa a disposizione un’aula scolastica.
Ritenendo che, per la progettazione, fosse indispensabile individuare indicazioni precise per gestire il turno di accoglienza, mi sono occupato in prima persona di scrivere una bozza di regolamento che è stata discussa, rielaborata ed infine approvata sia dai genitori aderenti al servizio sia, successivamente, dal Collegio dell’Istituzione scolastica.
Il risultato è un insieme di norme condivise che, da un lato, rassicurano i genitori che affidano il proprio figlio a un terzo, dall’altro rassicurano chi gestisce l’accoglienza, e ne individuano l’eventuale tipo di responsabilità. In poche parole, il regolamento dice che cosa si deve fare e che cosa non si deve fare. Prioritariamente, si tratta di evitare che un bambino si faccia male e di rispettare i termini della assicurazione che obbligatoriamente abbiamo dovuto stipulare per poter usare i locali della scuola. Per quanto riguarda l’intrattenimento dei bambini la gestione dell’esiguo tempo a disposizione è lasciato alla discrezione del genitore di turno.
Quando un genitore svolge la sua mansione di assistente è autorizzato a fare entrare solo i bambini iscritti al servizio. Il genitore che non dà la disponibilità per i turni di assistenza non può iscrivere il proprio figlio al servizio. Questa scelta organizzativa, si è rivelata importante perché mobilita le risorse di tutti. In cambio di una mezz’oretta di turno, otteniamo che i bambini, in inverno, stiano al caldo, in un luogo protetto, sorvegliati da un adulto. I risultati di questa iniziativa, al suo secondo anno di realizzazione, sono stati sorprendenti: l’anno scorso, eravamo in sette famiglie, quelli con l’acqua veramente alla gola per gli orari di lavoro, quest’anno le famiglie sono raddoppiate: sono ben tredici.
Fin dal primo anno abbiamo chiesto all’Amministrazione regionale un contributo previsto dalla Legge Regionale n. 44 del 1998, “Iniziative a favore della famiglia”. (Vedi riquadro).

ARTICOLO 20, L.R. n. 44 DEL 1998

1. Al fine di suscitare e valorizzare le risorse di solidarietà delle famiglie e delle reti parentali, la Regione contribuisce finanziariamente fino ad un massimo dell'ottanta per cento nelle spese per la realizzazione di progetti sperimentali, formulati e gestiti direttamente da parte di famiglie organizzate anche in forma cooperativistica ed associazionistica, in risposta ai bisogni emergenti.
2. Queste forme di imprenditorialità familiare possono essere relative a servizi di natura:
a) assistenziale:
1) servizi a gestione solidaristica dell'assistenza familiare agli anziani non autosufficienti ed ai portatori di handicap;
2) servizi a gestione solidaristica per prestazioni di baby sitting a minori;
3) servizi a gestione solidaristica per l'istituzione e la gestione di una banca del tempo;
4) servizi a gestione solidaristica dell'assistenza a gestanti in situazione di disagio;
5) servizi a gestione solidaristica dell'assistenza a persone ricoverate presso strutture socio-assistenziali e sanitarie;
b) educativa:
1) servizi a gestione solidaristica per prestazioni di sostegno allo studio ad alunni della scuola dell'obbligo;
2) servizi a gestione solidaristica per l'organizzazione del tempo libero dei minori.
3. I contributi di cui al comma 1 non sono cumulabili con finanziamenti spettanti ad altro titolo in applicazione della normativa regionale vigente.
4. Con proprio provvedimento la Giunta regionale stabilisce annualmente:
a) l'entità della spesa da destinare ai finanziamenti;
b) le modalità di presentazione delle domande;
c) i criteri per l'erogazione dei contributi.


Il contributo regionale ci ha consentito di coprire le spese assicurative e le spese vive essenziali che abbiamo sostenuto per l’acquisto di giochi e materiali per intrattenere i bambini.
Ogni anno ripresentiamo il progetto per avere diritto al finanziamento.
In luogo della spesa iniziale richiesta dalla cooperativa di 330 euro, siamo giunti a spendere meno di 10 euro a testa dando la nostra disponibilità di assistenti.
Nel primo anno, toccavano a ogni genitore tre turni al mese.
Sicuramente un impegno non gravoso. Ognuno di noi, con il proprio datore di lavoro, si accordava per le ore di compensativo oppure per alcuni permessi brevi.
Lo sforzo richiesto ad ognuno non era eccessivo e garantiva a tutti un bel servizio. È proprio vero che l’unione fa la forza!
L’aggregazione tra le famiglie ha prodotto anche altri risultati: ci siamo aiutati reciprocamente anche per accompagnare i bambini al corso di nuoto e ad altre attività. Sono nate tra di noi, inoltre, intesa ed amicizia.
L’aver individuato insieme norme comportamentali condivise (i bambini non devono arrampicarsi, non devono correre, se utilizzano un gioco pericoloso occorre intervenire, ecc.) e accordi organizzativi (ogni genitore compila un registro delle presenze dove segnare l’ora di entrata di ogni bambino) dà a tutti garanzie e tranquillità.
Entro la fine dell’anno scolastico è previsto un incontro di preparazione per il servizio dell’anno successivo. Il progetto, per ottenere il contributo regionale, deve essere presentato prima delle vacanze estive al dirigente scolastico.

Pietro Nato

All'oratorio

Da alcuni anni nella parrocchia di Sant’Anselmo è attivo un oratorio che si propone di valorizzare e rendere educativamente positivo il tempo libero dei bambini e dei ragazzi del quartiere Dora di Aosta. Inizialmente l'oratorio era gestito da un gruppo informale di famiglie che si è poi costituito ufficialmente in associazione Onlus nel 2003. In questi anni, il gruppo ha cercato di tessere rapporti relazionali tra le famiglie del quartiere.
Il gruppo organizza e gestisce alcune attività già da qualche anno. In particolare si possono ricordare diversi spettacoli teatrali, il cui allestimento ha coinvolto i bambini e le famiglie di tutto il quartiere. Alla preparazione di questi eventi sono state dedicate intere giornate, durante le vacanze scolastiche e in alcuni week-end; l’obiettivo era di coinvolgere tutti in attività concrete, in un lavoro comune.
Durante le vacanze di Natale e di Pasqua poi, il cinema parrocchiale è un'occasione che permette alle famiglie di incontrarsi, di scegliere insieme il film da guardare e di scambiarsi dei brevi commenti su quanto visto.
Da alcuni anni, in occasione del Carnevale, si organizza una sfilata per le vie del quartiere dando a tutti l'opportunità di travestirsi con vecchi abiti. Questa festa è molto sentita dagli abitanti
del quartiere, soprattutto dagli anziani.
Durante l'estate, due sono gli appuntamenti particolarmente attesi dai bambini e dai ragazzi: i due week-end in montagna e la settimana di giochi “Estate ragazzi”.
Concludendo, possiamo dire che tutta l'attività dell'oratorio Sant’Anselmo è finalizzata a rendere visibile il fatto che le famiglie possono essere una risorsa per la comunità e che, opportunamente sostenute e valorizzate, possono offrire tempo e competenze preziosissime per la crescita dei bambini e dei ragazzi che vivono nel quartiere.

Lorella Martino

 

Fare i compiti insieme

“Aiuto! A Donnas fa caldo e ci sono i compiti” è il titolo del progetto di auto-aiuto familiare promosso dall'AFI Donnas (Associazione delle famiglie) e finanziato con gli aiuti previsti dall’articolo 20 della legge regionale 44/98 “Iniziative a favore della famiglia”.
Questa iniziativa “scottante”, rivolta ai minori frequentanti le scuole primarie di Donnas e Vert, ha raccolto l'adesione delle famiglie di 25 bambini che, nei mesi estivi, per almeno un giorno alla settimana, hanno potuto fare i compiti assistiti dai volontari, da alcuni enitori, da alcuni insegnanti e da un educatore.
Molto positiva è stata, infatti, la disponibilità concreta data da alcuni genitori che si sono uniti ai volontari nell'assistenza oppure hanno preparato le merende per tutti.
I bambini hanno partecipato volentieri alle attività perché “fare i compiti insieme è meglio” - sostengono alcuni - e perché “almeno si rivedono i compagni durante l'estate” - sostengono altri.
Con questo progetto, si è creato sul territorio una rete di famiglie, il cui obiettivo principale è l'aiuto reciproco. Riuscire a comunicare, in questo mondo che corre e ci fa correre, è sempre più difficile, quindi aver instaurato dei rapporti interpersonali significativi ci è sembrato importante.
La creazione di una rete ha consentito anche di utilizzare le risorse già presenti sul territorio: nella fattispecie per "i compiti estivi" sono stati utilizzati alcuni locali dell'oratorio, struttura che ci ha permesso di garantire un servizio adeguato alle esigenze dei bambini.
Come momento conclusivo abbiamo voluto riflettere sul percorso svolto attraverso una serie di questionari rivolti ai bambini, ai genitori, ai volontari e all’educatore coinvolti. L'analisi delle risposte ha permesso di impostare il nuovo progetto compiti per la “calda e scottante” estate del 2006, in modo ancora più funzionale alle esigenze delle famiglie.

Stefania Paoloni

STORIE DI VITA
FAMIGLIE A CONFRONTO

Il Centro per le famiglie “Il Cortile” di Aosta e il Forum delle associazioni familiari della Valle d'Aosta, hanno presentato: Storie di vita - Famiglie a confronto pubblicato dal Centro Studi Jean-Baptiste Gal di Aosta, in occasione della XIII Giornata della famiglia promossa dall'ONU. Si tratta di un’indagine sulle potenzialità della famiglia nella società. Il libro, realizzato mediante alcune interviste dirette, non ha la pretesa di porsi come un'indagine statistica e non si propone di indagare sui bisogni sociali delle famiglie, ma vuole evidenziare la capacità di relazione all'interno della coppia. Le conclusioni non sono né esaustive né definitive e vorrebbero proporre alle agenzie competenti argomenti per ulteriori riflessioni.
In questi ultimi anni, le istituzioni, i servizi pubblici e gli operatori degli stessi servizi stanno scoprendo la famiglia. Per ogni istituzione è importante dialogare con la famiglia, particolarmente con quella che si dichiara disponibile a collaborare. La famiglia ha la capacità di portare delle analisi e delle proposte che scaturiscono dalla quotidianità. Occorre attivare un'azione formativa perché le famiglie abbiano consapevolezza e convinzione della propria soggettività sociale e politica. Nei prossimi mesi, il Forum delle associazioni familiari della Valle d'Aosta incontrerà le famiglie associate per diffondere i contenuti dell'indagine e proseguire nella crescita della cultura familiare valdostana.


Lorella Martino

Il libro può essere richiesto presso il Centro per le famiglie “Il Cortile”, via Monte Pasubio, 34, 11100 Aosta.

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