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Le devoir de mémoire par delà les frontières

Il tema della Shoah, per il significato che assume nella formazione del concetto di cittadinanza nelle giovani generazioni, ha permesso di scoprire l’intreccio profondo tra la storia e la memoria, nell’ottica della costruzione dei valori fondanti e condivisi nell’Unione Europea.

Sin dal momento della sua presentazione da parte della referente regionale prof. Silvana Presa, ciò che più ci ha colpito del progetto “Insegnare la storia del XX secolo in una dimensione europea” è stata la possibilità di affrontare un tema della conoscenza da due differenti punti di vista, quello offerto dai libri di testo e dai materiali che vengono usati di solito e quello proposto nella scuola di un altro paese.
Fare comprendere agli studenti, ai cittadini “in formazione” dell'Europa, che uno stesso tema di studio, per esempio la Shoah, è affrontato da loro coetanei anche in altre parti del continente e che la stessa vicenda del Novecento è stata vissuta in altri paesi, con caratteristiche al tempo stesso uguali e differenti ha un'alta valenza formativa, come il fatto che gli studenti colgano elementi di complessità per esperienza diretta, leggendo ciò che i compagni di altri paesi leggono e studiano.
Formativo è inoltre il processo di costruzione della conoscenza che si realizza contemporaneamente ad altri giovani, che comunicano (via Internet, come si è verificato nel nostro caso, o personalmente, come è accaduto nella maggior parte dei progetti di cui siamo venuti a conoscenza), si scambiano punti di vista e materiali, elaborano un prodotto finale comune, (nel nostro caso un dossier sulla deportazione in Italia e in Francia).
La scelta dell’argomento da approfondire, tra i vari temi selezionati dal Consiglio d'Europa e dal MIUR non è stata facile, tutte le proposte erano infatti significative.
Ci siamo decisi per il tema della Shoah, per la sua unicità nel panorama della storia del ’900 e per il significato che assume nella formazione del concetto di cittadinanza nelle giovani generazioni e anche per la conoscenza diretta del professor Ernesto Perillo, il competente e disponibile coordinatore didattico, individuato dal MIUR per quest'area tematica.

La collaborazione con i partner francesi

Nostri partner europei sono gli studenti di una classe del penultimo anno del Lycée Agricole “A.-M. Javouhey” di Chamblanc (Côte d’Or) e le loro insegnanti, Catherine Thevenin Dalmas e Blandine Leveillé.
La progettazione del percorso si è realizzata tramite la posta elettronica, la lingua usata è stata il francese.
Studiare un argomento di storia in una lingua differente da quella normalmente utilizzata può permettere di perseguire almeno due obiettivi:
1. Il miglioramento delle competenze linguistiche che gli studenti già possiedono.
2. L’opportunità di studiare lo stesso tema della conoscenza da due differenti punti di vista; confrontando lo sviluppo dei fatti storici, le modalità secondo le quali vengono studiati, la conservazione e la celebrazione della memoria nei due paesi presi in esame, al fine di contribuire a formare concretamente una visione dei problemi su scala europea.
Nel nostro caso è stato illuminante e fonte di riflessioni critiche, per gli studenti e per gli insegnanti, scoprire che ci sono analogie molto forti nella storia dell'organizzazione della persecuzione e della deportazione degli ebrei in Francia e in Italia, addirittura nelle singole retate. Per esempio la “Rafle du Vélodrome d'Hiver” del 16 - 17 luglio 1942 a Parigi e la retata del ghetto di Roma del 16 ottobre 1943 hanno avuto non solo le stesse modalità di esecuzione, ma addirittura lo stesso organizzatore, il nazista Theodor Dannecker, passato nel frattempo dalla Francia all'Italia.
Altrettanto interessante è stato scoprire differenze anche molto nette nella celebrazione dei processi ai responsabili, nella scelta e nell'utilizzazione dei luoghi della memoria nei due paesi. I diversi destini, nel dopoguerra, della “Maison Musée Mémorial des enfants juifs exterminés” d’Izieu e di “Villa Emma” a Nonantola non potrebbero essere più emblematici(1).
Un discorso a parte merita poi la riflessione sui “giorni della memoria”. Gli studenti già sapevano che la data del 27 gennaio, anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz da parte dell'Armata Rossa, è ricordata in Italia come “Giorno della memoria”, in base alla legge del 20 luglio 2000, n. 211. Hanno potuto scoprire che ad essa si affiancano, e forse si sovrappongono per importanza, in Francia altre date, quelle dei giorni “simbolo” dei crimini commessi dai collaborazionisti francesi: il 6 aprile (anniversario della retata dei bambini di Izieu, del 6 aprile 1944) e il 16 luglio (anniversario della “Rafle du Vél. d'Hiv.”, effettuata a Parigi il 16 e 17 luglio 1942).
Il confronto e lo studio hanno fatto riflettere, hanno permesso di scoprire l'intreccio profondo tra la storia e la memoria, tra lo studio dei fatti storici e la loro e celebrazione, nell’ottica della costruzione di valori fondanti e condivisi all'interno di una istituzione democratica, oggi sovranazionale, come l’Unione Europea.

Attività didattiche

Le attività didattiche della classe 5B del Liceo Scientifico Tecnologico di Aosta, all’interno di questo progetto, sono state una visita alla “Maison Musée des enfants juifs exterminés” a Izieu, l'allestimento di una mostra in occasione del 27 gennaio e la produzione di un dossier sulla deportazione in Italia e in Francia, in collaborazione con gli studenti francesi.

Insegnare la storia del XX secolo in dimensione europea
Il progetto educativo, destinato alla scuola secondaria di secondo grado, “Insegnare la storia del XX secolo in dimensione europea”, promosso in Italia dal MIUR nella primavera del 2002, è una realizzazione del progetto europeo “Apprendre et enseigner l'histoire de l'Europe du 20ème siècle” ed è nato dalla Raccomandazione della Commissione Cultura del Consiglio d'Europa, relativa all'insegnamento della storia in Europa nel XXI secolo (2001/15).
Il progetto europeo, di durata triennale, era nato con l'intento di realizzare delle risorse didattiche innovatrici sui temi rilevanti della storia europea del XX secolo, sui quali i materiali per la scuola erano ancora carenti. In particolar modo si trattava di rafforzare l’impegno del mondo della scuola su quei contenuti che, soggetti a contrastanti interpretazioni, rischiavano di dividere le diverse culture europee.
Le tematiche selezionate sono le seguenti:
• I flussi migratori
• L’albero delle donne
• CasaEuropa
• La Shoah e il nazismo
• La crisi delle istituzioni liberali nel 1° dopoguerra
• Cinema e storia

All'interno di queste problematiche si potevano individuare differenti contenuti specifici, adatti ai diversi ordini di scuola, ma ognuno di questi temi doveva essere affrontato in un’ottica europea, con materiali, ma soprattutto punti di vista non solo italiani, e in collaborazione con una scuola di un altro paese europeo.

Il progetto italiano, assunto dalla Direzione Affari Internazionali del MIUR, facendo suoi gli indirizzi del Consiglio d'Europa, lanciava, coinvolgendo le Direzioni regionali e le Sovrintendenze, alle istituzioni scolastiche un suo progetto specifico che, partendo dalle proposte dei materiali elaborati a livello europeo, integrati con altri strumenti, promuovesse l'innovazione metodologica sui temi selezionati, facendo incrociare sguardi diversi sugli stessi soggetti. La Valle d'Aosta rispose alla proposta progettuale del MIUR affidando ad un referente regionale, la professoressa Silvana Presa, l'articolazione delle azioni di promozione e di coordinamento e individuando l'Istituto Magistrale “Regina Maria Adelaide” di Aosta come scuola polo, che poteva sostenere il collegamento tra le varie istituzioni scolastiche del territorio anche ospitando incontri formativi e di confronto. L'Istituto Magistrale accolse positivamente la proposta come un'azione del Laboratorio di Storia, formalmente istituito nel 2001/2002 ed operante nei successivi anni scolastici.
Il tema individuato all'interno dell'istituto è stato “La Shoah e il nazismo”, la classe interessata al progetto, per una durata biennale, è stata la IV/VB del Liceo Scientifico Tecnologico.
Le azioni di diffusione del progetto hanno portato, in collaborazione con la referente regionale del progetto prof. Silvana Presa, all'organizzazione di un pomeriggio di studio, il 9 gennaio 2004, con la partecipazione del prof. Benedetto Maffezzini, coordinatore dell'area tematica “CasaEuropa”. L'incontro aveva lo scopo di illustrare, ai docenti della scuola e di altre Istituzioni scolastiche della regione Valle d’Aosta, il progetto nella sua complessità e i materiali prodotti relativamente all'area tematica di cui il professore è il coordinatore.

La visite à la Maison d'Izieu - Mémorial des enfants juifs exterminés

La Maison d'Izieu se trouve non loin de Chambéry, dans un cadre paisible, ou des petits villages sont entourés de prés et de bois. Elle est annoncée par des panneaux ; des stèles et des monuments ont été dressés peu de temps après la Libération, grâce à des souscriptions populaires et sous l'égide du Général de Gaulle.
La grande maison se trouve dans le hameau de Lélinaz près d’Izieu. Un parcours historique aménagé dans l'ancien bâtiment agricole précède la visite du mémorial. Avant d'entrer dans la Maison proprement dite on apprend qui était Madame Sabine Zlatin, sa fondatrice. En 1941, cette jeune infirmière juive d'origine polonaise s'était réfugiée à Montpellier avec son mari Miron Zlatin où, ayant perdu son emploi à cause des lois antisémites, elle ne se laissa pas abattre. Elle contacta la Préfecture de l'Hérault qui la dirigea vers l'Œuvre de Secours aux Enfants (OSE). Cette association s'employait à faire libérer les jeunes internés par le biais de certificats d'hébergement, pour ceux qui avaient moins de quinze ans. Mme Zlatin devint directrice de l'0SE et se démena sans compter pour sauver le plus d'enfants possible. En 1942, la situation devint tellement grave que le seul espoir semblait être le déplacement vers la zone occupée par les Italiens, là où les juifs n’étaient pas persécutés.
Le village d'Izieu se trouvait donc en zone d’occupation italienne ; il fallait au plus vite mettre à l’abri les enfants réfugiés. Le choix tomba sur la demeure isolée du hameau de Lélinaz.
De 1943, jusqu’à la rafle du 6 avril 1944, la Colonie d'Izieu hébergea beaucoup d'enfants avec leurs éducateurs. C’était un véritable refuge.
Le 30 septembre 2004 la classe de 5B de notre lycée commence la visite de la Maison, guidée par Marie-Ange Baron, responsable pédagogique de la section didactique. Notre guide nous fait remarquer le choix de laisser les pièces complètement vides de meubles. Elle nous fait revivre le tragique 6 avril 1944, quand la Gestapo de Lyon, sous le commandement de Klaus Barbie, arrêta les 44 enfants avec leurs sept éducateurs. Ce jour-là Madame Zlatin était absente, elle essaya en vain d'arracher ses enfants à la mort. Tous seront gazés ou fusillés.
Ce mémorial des enfants juifs exterminés a pu voir le jour, grâce à Sabine Zlatin, aux survivants : les “ anciens de la colonie ” qui n'étaient pas là le jour de la rafle, et aussi grâce à la population locale.
Durant notre visite, une circonstance imprévue nous a fait croiser un groupe d'anciens enfants déportés, survivants du camp de concentration de Bergen-Belsen. Les élèves ont pu leur poser des questions et écouter les réponses, parfois concises, parfois débordantes, mais toujours très émouvantes.

L'exposition et la collaboration avec les élèves de Chamblanc

Comme toutes les années, le 27 janvier, dans le hall de notre école, nous avons monté une exposition sur la déportation. Le thème choisi pour cette année a été “ La déportation des enfants ”, avec l'étude de deux cas précis de déportation antisémite nazie. En profitant des suggestions, du matériel et des rencontres d’Izieu, les élèves ont préparé des panneaux sur deux groupes de jeunes juifs: les enfants juifs hébergés à Izieu et les jeunes juifs allemands, polonais et yougos- laves hébergés avec leurs accompagnateurs à Villa Emma, dans la commune de Nonantola, près de Modène, du mois d'avril 1942 au mois de septembre 1943. Après le 8 septembre, par crainte des rafles allemandes, aidés par la population locale, les responsables du groupe de Nonantola ont caché les jeunes chez les paysans de l’endroit ou dans le séminaire ; ils les ont ensuite accompagnés à la frontière suisse. Grâce à une heureuse série de circonstances, tous les jeunes ont réussi à quitter l’Italie et ont eu la vie sauve en territoire helvétique.
Le 27 janvier 2005, face à leurs camarades des autres classes, les lycéens de la 5B ont expliqué les deux événements douloureux vécus par des jeunes de leur âge et mis en parallèle le problème de la déportation dans les deux pays.
Par la suite, l’initiative a pu continuer grâce à une activité didactique en collaboration avec les lycéens français de Chamblanc, suivie de l’élaboration d'un dossier commun.
Que dire en conclusion de cet échange ? Nous n’avons évidemment pas échappé à quelques petits malentendus, à quelques retards inévitables, typiques quand on entreprend des travaux avec des partenaires ; mais ce n’est rien comparé à ce que les lycéens (et les professeurs) ont appris de l'histoire, de la méthodologie, de la vie scolaire vécues par les uns et par les autres.
On pourrait conclure avec ces quelques mots que notre collègue Catherine, de Chamblanc, a écrit dans une des nombreuses, et désormais amicales, lettres : “ Je me dis que déjà en communiquant entre eux, à l'heure de l'Europe, pour les élèves... c'est un grand pas ! C'est une belle réussite. Qu’en pensez-vous ? Alors, à ma manière, avec ces jeunes, je contribue quelque part à une union européenne ! En toute modestie. ”
Nous partageons complètement son avis.

Beatrice Feder
Giuliana Guichardaz


Nota
(1) “La Maison Musée d’Izieu” è divenuta uno dei tre luoghi della memoria in Francia ed ospita un museo permanente sulla storia della deportazione in Europa e in Francia, mentre Villa Emma a Nonantola, nonostante ripetuti tentativi, è tuttora una proprietà privata che non è pertanto ancora utilizzabile come possibile centro di fruizione didattica per l'associazione che si è creata nel comune di Nonantola.

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