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Chantignan de l'école de hameau à l'atelier créatif

Il progetto “Quart montagne et égalité des chances”

Caratteristiche del progetto

Il progetto “Quart montagne et égalité des chances” ha ricevuto per l’anno 2002-2003 i finanziamenti dell’Unione europea attraverso i Fondi Sociali Europei. Consideratane la validità, l’Amministrazione Comunale di Quart ha dato continuità all’iniziativa anche per l’anno 2003-2004.
Il progetto ha previsto la creazione di tre laboratori animativi, cioè di tre spazi extrascolastici posizionati all’interno del territorio del comune di Quart: la vecchia scuola della frazione di Chantignan, la casa Pesando del Villair e lo spazio per le associazioni a Villefranche.
Il progetto prevede che nei diversi laboratori si realizzino attività attraverso le quali i giovani possono sperimentarsi liberamente esprimendo le caratteristiche individuali, la propria creatività e la capacità a socializzare con i coetanei. Il laboratorio diviene, dunque, un luogo dove i partecipanti trovano, a propria misura, uno spazio di auto scoperta e di ricerca della propria identità, di ascolto di sé e delle proprie attitudini in costante confronto e armonia con gli altri coetanei.
Tutte le strutture sono aperte, per due pomeriggi alla settimana, con libero accesso e senza alcuna formalità. I laboratori animativi, gestiti da coordinatori e tutor, presentano valenze differenti: laboratorio artistico-ambientale (Chantignan), laboratorio multimediale (Casa Pesando), laboratorio espressivo (Villefranche).

Laboratorio artistico-ambientale di Chantignan

Il laboratorio, di cui sono coordinatrice, nasce nell’edificio scolastico di Chantignan non iù utilizzato per le scuole elementari, ma ancora fruito, in parte, dai bambini per le cuole materne. L’edificio ha accolto, negli anni, centinaia di allievi ed ha rappresentato, per i villaggi della zona medio-alta del comune di Quart, un importante luogo di riferimento e di aggregazione dei ragazzi. La “vecchia” scuola si compone di due ampie stanze, di un corridoio e dei servizi igienici.
La prima attività è stata la riappropriazione, da parte dei giovani partecipanti al laboratorio, del luogo simbolo. Dopo aver realizzato un progetto di massima i ragazzi/e con colori e pennelli hanno, interamente, dipinto le due stanze. L’una rappresenta il bosco: sono stati raffigurati pittoricamente alberi e animali di grandi dimensioni. Inoltre sono stati creati degli elementi tridimensionali, inseriti sulle rappresentazioni a parete, che raffigurano l’ambiente con fiori, nidi, insetti e rami utilizzando materiali diversi (plastica, legno, cotone, cartoncino, ecc.) per la maggior parte di recupero.
I partecipanti hanno completamente addobbato la stanza allestendola con grande creatività e creando uno spazio estremamente armonico e allegro.
In seguito a quest’esperienza i ragazzi/e si sono avvicinati al territorio e alla comunità della zona con occhi diversi. Sono stati invitati presso il laboratorio alcuni anziani (spesso i nonni dei partecipanti) che hanno raccontato la vita degli studenti di cinquant’anni fa.
La riappropriazione dello spazio laboratoriale, ex scuola di paese, è dunque avvenuta anche grazie a coloro che una volta fruivano di quello spazio. I nonni hanno raccontato la loro giovinezza, il ruolo della scuola e dei compagni di gioco dei primi anni quaranta del ’900. L’esperienza ha notevolmente colpito i giovani partecipanti del laboratorio. L’attività si è poi orientata sul restauro di oggetti d’uso di un tempo, spesso oggetti appartenenti al mondo scolare. Ogni ragazzo/a ha portato oggetti appartenenti al passato agro-pastorale valdostano. Gli anziani hanno raccontato l’uso e la funzione di ogni singolo oggetto, così, dopo averne comprese le caratteristiche e il valore patrimoniale, i ragazzi hanno proceduto ad un leggero restauro.
In piccoli gruppi hanno inizialmente svolto un’attenta pulitura dei singoli oggetti e in seguito un ripristino conservativo. Tutti gli oggetti hanno assunto una nuova veste conservando la patina d’antico rispettata dai giovani restauratori. Gli oggetti sono stati poi riconsegnati ai loro proprietari.
La terza fase, svoltasi tra il 2003 e il 2004, ha previsto la realizzazione di manufatti scultorei elaborati con materiale naturale. Dopo una serie di passeggiate alla scoperta del territorio limitrofo i ragazzi/e sono stati invitati ad osservare in particolare le zone boschive, guardando le forme che la natura ha creato. Sono state rilevate forme svariate, fantastiche e di estremo interesse. Si è dunque proceduto ad una raccolta mirata di rami, radici e pietre che contenessero delle forme animali. I materiali naturali sono stati puliti con carte abrasive e, in seguito, colorati, dipinti o semplicemente lucidati cercando di rappresentare la forma vista.
Al termine dell’elaborazione i manufatti sono stati esposti, in coincidenza con la Fiera di S. Orso, alla Fiera di Chantignan allestita nel cortile della ex scuola. Alla Fiera hanno partecipato, con entusiasmo, amici e parenti.
L’attività di laboratorio è poi proseguita con la progettazione e la costruzione di una casetta in legno con il contributo di alcuni nonni e genitori. I ragazzi hanno inoltre progettato e realizzato un orto di villaggio.

Il “Centro montano”

Durante le due estati, quella cioè del 2003 e quella del 2004, i tre laboratori dalle loro sedi abituali di Chantignan, Villair e Villefranche si sono trasferiti a Trois-Villes, nella ex scuola elementare di Avisod.
Il “Centro montano” è diventato un luogo di confronto tra i ragazzi che svolgevano attività in laboratori separati.
Le attività svolte il primo anno (luglio-agosto 2003) erano mirate alla conoscenza del territorio attraverso i quattro elementi naturali: terra, acqua, fuoco e aria.
Nella settimana dedicata alla terra un naturalista ha insegnato, ai ragazzi/e, i segreti per scoprire quali animali vivevano intorno alla scuola e nei boschi limitrofi. Nella settimana dell’acqua un erpetologo ha presentato i rettili e gli anfibi che un tempo abitavano la zona umida di Trois-Villes. Nella settimana del fuoco i pompieri volontari e gli uomini del corpo forestale hanno aiutato a capire quali cause possono provocare gli incendi e quali misure sono necessarie per prevenirli e spegnerli. Nella settimana dedicata all’aria l’aeroclub Valle d’Aosta ha fatto conoscere e volare gli aereo modellini. Nelle settimane successive ci si è dedicati alla storia di Trois-Villes. Alcuni anziani hanno raccontato la tristi vicende della seconda guerra mondiale con l’incendio dei tre villaggi da parte dei nazifascismi.
I racconti hanno colpito l’immaginazione dei giovani che, dopo aver approfondito l’argomento, hanno prodotto uno spettacolo che unisse i quattro elementi, ed in particolare i loro miti, con la storia di Trois-Villes.
I partecipanti al laboratorio estivo di Trois-Villes del 2004 avevano quasi tutti partecipato alle attività dell’anno precedente, conoscevano quindi già la zona. Abbiamo allora cercato di organizzare un’esplorazione diversa dell’ambiente. La prima settimana i giovani si sono immedesimati nella cultura del Nord America e con gli occhi degli indiani hanno giocato, preparato totem, vestiti, acchiappa sogni e racconti. Nella seconda settimana sono diventati uomini e donne della cultura orientale e hanno guardato l’ambiente e il territorio con occhi di cinesi, indiani, mongoli, ecc. Hanno, quindi, giocato e preparato costumi e materiali che permettessero loro di immedesimarsi nella realtà che leggevano su testi relativi alla cultura orientale. Sono poi diventati cacciatori, guaritori, saggi o ricchi principi africani; poi ancora elfi, folletti, fate, in seguito sono stati i Celti i protagonisti con racconti, costumi, fiabe e storie relative al magico mondo della cultura del Nord. Infine, l’ultima settimana, hanno scoperto attraverso la lettura di fiabe, racconti della Valle d’Aosta il magico e fantastico mondo racchiuso tra i monti locali; giocando, vestendosi e interpretando le narrazioni ambientate tra le nostre montagne.

Conclusioni

Una serie di attività svoltesi durante l’arco dei due anni hanno mantenuto le relazioni tra i tre laboratori. Momenti trascorsi insieme quali castagnate, feste di carnevale, di Pasqua, di Natale e momenti di gioco comune hanno fatto in modo che tra i partecipanti dei diversi laboratori si mantenesse sempre un “fil rouge”. Ciascun utente è sempre a conoscenza di ciò che avviene nei diversi laboratori e ha sempre la possibilità di partecipare liberamente alle attività. Attualmente molti ragazzi si spostano nei diversi centri sia per svolgere specifiche attività, sia per mantenere e rafforzare i rapporti di amicizia. Indubbiamente il progetto ha contribuito ad allontanare, per due pomeriggi alla settimana, i ragazzi/e dalla TV e ha consentito loro di svolgere attività ludico creative con vecchi e nuovi amici, di diverse età, riscoprendo il valore del territorio in cui vivono e ha regalato alcuni spazi come l’ex scuola di Chantignan. I diversi laboratori hanno assunto, con il tempo, una propria identità in rapporto al tipo di attività proposta e agli utenti presenti; ne consegue che il centro di Chantignan con impronta artistico ambientale accoglie i ragazzi/e tra i 7 e i 12 anni, quello del Villair di tipo multimediale, con uso del computer e delle fotocamere digitali, ha utenti tra i 10 e i 13 anni e quello di Villefranche si è strutturato maggiormente come centro aggregativi e accoglie ragazzi/e tra i 13 e i 15 anni.
I partecipanti da circa due anni frequentano, in modo continuativo e propositivo, i laboratori animativi e hanno instaurato con i coordinatori (uno per centro) e i tutor (due per centro) un rapporto di rispetto e complicità.

Nurye Donatoni
Laureata in Conservazione dei beni culturali, svolge la libera professione di salvaguardia e divulgazione del patrimonio culturale. Ha coordinato, per cinque anni, i laboratori creativi di didattica museale organizzati dall’Assessorato Istruzione e Cultura – Ufficio Mostre.

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