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L’obbligo formativo: un’opportunità e una sfida


Dove finiscono i giovani che non hanno completato il ciclo dell’obbligo formativo? Cosa viene proposto in Valle d’Aosta? L’Agenzia regionale del lavoro ha avviato alcune iniziative per permettere a questi ragazzi, che hanno abbandonato precocemente la scuola, di effettuare un percorso formativo adeguato alle loro aspirazioni e rispondente alle opportunità offerte dal mercato del lavoro.

L’art. 68 della legge 144/99 ha istituito l’obbligo di frequenza ad attività formative per i giovani dai 15 ai 18 anni di età. Tale istituto normativo ha inteso rispondere all’esigenza di offrire una maggiore qualificazione dei giovani al loro ingresso nel mercato del lavoro ed ha individuato tre possibili canali per l’assolvimento di tale obbligo: l’istruzione, la formazione professionale e l’apprendistato (cfr art. M. Fioravanti).


Al fine di monitorare i percorsi dei giovani le regioni si sono attivate mettendo a punto un sistema di rilevazione che coinvolge le scuole nella raccolta delle informazioni relative alle scelte dei ragazzi e nella trasmissione di tali informazioni ai Centri per l’impiego regionali e provinciali individuati quali organismi deputati a gestire “l’anagrafica dei giovani in obbligo formativo”. Nella nostra Regione, che rappresenta un contesto particolare nella gestione dei servizi all’impiego in quanto le strutture ad esso dedicate sono tutt’ora di competenza del Ministero del lavoro fino a quando non sarà completato l’iter di regionalizzazione di tali servizi, l’Agenzia regionale del lavoro, in virtù delle proprie competenze in materia di politica del lavoro, ha assunto il compito di gestione dell’anagrafica e di monitoraggio dei percorsi dei giovani che hanno scelto di abbandonare il percorso di studi. Nell’ambito del Servizio di orientamento dell’Agenzia regionale del lavoro è stata istituita a questo scopo la figura del tutor dell’obbligo formativo che ha il compito di colloquiare i giovani fuoriusciti dai percorsi scolastici, sulla base degli elenchi forniti dalla Sovraintendenza agli studi, e di accompagnarli nella elaborazione del loro progetto professionale e nella scelta delle opportunità formative disponibili nel contesto locale che meglio rispondono ai loro obiettivi di qualificazione professionale.

Ora Giulia sa quel che vuole
Giulia ha iniziato a frequentare una scuola superiore non tanto per convinzione personale, ma perché le sue compagne si sono iscritte in quell'istituto e lei non voleva separarsi da loro.
Fin dai primi mesi comprende che le sue motivazioni alla frequenza scolastica non sono molto forti e valide: la scuola non le piace, non le interessano le materie e studiare al pomeriggio è sempre più faticoso, spesso le capita di provare ad aprire i libri per poi richiuderli subito dopo.
Decide insieme ai suoi genitori di non poter più continuare in questo modo e si presenta, accompagnata dalla madre, al Punto Orientamento presso l'Agenzia del Lavoro.
Al tutor dell'obbligo formativo racconta la propria situazione: ha le idee molto confuse, per lei non è un momento facile, dice di non voler più andare a scuola, ma di non essere ancora pronta per lavorare. Non ha interesse per un lavoro in particolare, anzi in realtà le piacciono tante professioni, ma non le conosce a sufficienza.
Insieme al tutor prova a valutare diverse alternative.
Giulia non vuole prendere nemmeno in considerazione l'ipotesi di cambiare scuola, ma d'altra parte rimanere ancora in quell'istituto le risulta insopportabile.
L'ipotesi di andare a lavorare non convince né lei né la sua famiglia, quest'ultima vorrebbe che lei riuscisse ad arrivare ad un diploma.
Il tutor allora propone e illustra a Giulia e alla mamma i percorsi di formazione professionale, in particolare di orientamento mettendo in luce gli obiettivi, le caratteristiche…
Giulia è perplessa e vuole prendere tempo per decidere.
Al termine del colloquio il tutor fissa un secondo appuntamento solo con Giulia da cui emerge come la ragazza abbia lasciato la scuola e abbia già preso contatti con l'ente di formazione per iscriversi al percorso formativo.
Giulia inizia dunque il corso e, grazie alle esperienze svolte in azienda, al confronto di gruppo e al sostegno dei formatori, scopre un interesse per le professioni in ambito amministrativo.
Il corso chiude per il periodo estivo e alla ripresa Giulia non è presente in aula. Ma non si tratta di un fallimento: la ragazza è tornata a scuola perché ha capito che, nel suo caso, un diploma specifico è importante. Adesso che Giulia sa cosa vuole, anche frequentare la scuola assume un significato perché ha trovato la motivazione che le permette di affrontare gli impegni con maggiore determinazione.

 

La legge 53/2003 di riforma della scuola ha ampliato il concetto di obbligo formativo introducendo il diritto-dovere di istruzione e formazione per i giovani sino al conseguimento di una qualifica o sino al compimento del diciottesimo anno di età.
In sostanza i giovani al termine del ciclo di scuola secondaria inferiore hanno la possibilità di iscriversi ad una scuola superiore o ad un corso di formazione professionale. La possibilità di inserirsi nel mercato del lavoro tramite un contratto di apprendistato è aperta ai giovani al conseguimento del quindicesimo anno di età. Il contratto di apprendistato è considerato un canale formativo per la particolare natura di tale rapporto di lavoro che assegna all’azienda e in particolare al datore di lavoro o ad un operaio qualificato da lui designato il compito di impartire all’apprendista gli insegnamenti necessari allo sviluppo delle competenze professionali necessarie all’acquisizione di una qualifica professionale in un periodo di tempo stabilito dai contratti collettivi di lavoro. La legge prevede inoltre l’obbligo per l’azienda di far partecipare il proprio apprendista alle iniziative di formazione esterna organizzate dalla Regione, sulla base di standard formativi definiti dalla contrattazione collettiva, finalizzate a garantire l’acquisizione di competenze di base, trasversali e tecnico professionali più ampie rispetto allo specifico aziendale.
Nel giugno 2003, nelle more dell’emanazione dei decreti attuativi della legge 53/2003, le Regioni in conferenza unificata hanno siglato un accordo quadro che ha stabilito alcuni principi di base per l’avvio di sperimentazioni finalizzate ad offrire ai giovani una offerta integrata di istruzione/formazione.
Nella nostra Regione l’Agenzia regionale del lavoro e la Sovraintendenza agli studi hanno avviato una collaborazione che ha portato alla firma di un Protocollo d’intesa in cui “le parti convengono sulla necessità dell’integrazione tra i sistemi dell’istruzione, della formazione e del lavoro finalizzata a garantire a tutti i cittadini, in particolare ai giovani, l’esercizio del diritto all’apprendimento lungo tutto l’arco della vita…” (art. 1) e successivamente alla firma di un Protocollo d’intesa tra la Regione Autonoma Valle d’Aosta, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca finalizzato alla sperimentazione di un’offerta integrata di istruzione/formazione.
La sfida per le istituzioni è di garantire l’effettivo esercizio del diritto dovere di istruzione e formazione a tutti i giovani, anche a quelli che manifestano maggiori difficoltà nel permanere nei percorsi scolastici.

Matteo ce l’ha fatta
Matteo, 15 anni, arriva al Punto Orientamento: ha appena terminato il primo anno di una scuola superiore a cui si è iscritto per assolvere l'obbligo scolastico e che non vuole continuare perché non gli interessa.
La sua passione è fare l'autoriparatore; nell'estate ha provato a cercare lavoro come apprendista in diverse officine, ma si è sentito rispondere dai titolari che è troppo giovane e non ha esperienza.
Ma Matteo non si arrende e vuole raggiungere ad ogni costo il suo obiettivo professionale.
Al tutor dell'obbligo formativo racconta la sua storia e chiede se c'è un corso che lo può aiutare a realizzare il suo sogno.
Effettivamente il corso esiste e partirà a giorni; Matteo si iscrive, supera la selezione e lo inizia.
Nei due anni di frequenza, nonostante abbia affrontato momenti di dubbio e insicurezza e periodi in cui avrebbe voluto mollare tutto, riesce a tenere duro e a prepararsi per il lavoro che gli interessa.
In particolare è durante le esperienze di tirocinio svolte in diverse officine che si impegna di più e dà il meglio di sé.
Al termine dell'esperienza di tirocinio del secondo anno, il titolare gli chiede se vuole fermarsi a lavorare presso la sua officina.
Matteo è contento e accetta chiedendo però di poter terminare il corso per conseguire la qualifica. Così avviene, Matteo ce l'ha fatta, ha realizzato il suo sogno anche se è consapevole che ha ancora tanto da imparare prima di diventare un autoriparatore esperto e riuscire ad avere una sua officina.


A tale proposito, l’Agenzia regionale del lavoro e la Sovrintendenza agli studi hanno messo in atto misure finalizzate al potenziamento delle attività di informazione e orientamento, alla progettazione di percorsi integrati e alla creazione di una rete tra gli operatori della scuola, della formazione e dei servizi.
La costruzione di un’offerta integrata non può prescindere infatti dalla condivisione di linguaggi, metodologie e strumenti di progettazione e gestione dei percorsi e dal riconoscimento del valore degli apprendimenti maturati nei rispettivi contesti. Garantire l’esercizio del diritto all’istruzione/formazione significa riconoscere la centralità dell’individuo nel proprio processo di apprendimento e riconoscere il valore degli apprendimenti maturati nella scuola, nella formazione e nel lavoro anche al fine di consentire passaggi tra i diversi sistemi e un eventuale reingresso nei sistemi formativi dei giovani che ne sono fuoriusciti precocemente.

Attività a favore dei ragazzi in obbligo formativo

PUNTO ORIENTAMENTO DELL'AGENZIA DEL LAVORO

ALL'INTERNO DELLE SCUOLE
Interventi di orientamento e di informazione svolti al terzo anno delle scuole medie inferiori e del biennio iniziale delle scuole medie superiori

PRESSO IL SERVIZIO
Colloqui di accoglienza (generalmente con la presenza del genitore)
- Accoglienza al servizio (in seguito a presentazione spontanea o a segnalazione)
- Presentazione del servizio e dell'operatore
- Descrizione racconto da parte del ragazzo della sua condizione attuale
- Analisi dei bisogni
- Illustrazione dell'obbligo formativo e dei tre canali: scuola, apprendistato, corsi di formazione
- Informazioni specifiche richieste dai ragazzi

Colloqui di orientamento
- Ripresa delle informazioni emerse nel primo colloquio
- Riflessioni emerse dai ragazzi
- Informazioni sulle scuole
- Informazioni sui corsi di formazione professionale
- Informazioni sul contratto di apprendistato

Colloqui di monitoraggio/accompagnamento
- Colloquio di iscrizione al servizio incontro domanda e offerta per la ricerca di lavoro
- Stesura assistita del CV
- Ulteriori colloqui di monitoraggio rispetto alla situazione

Giornate di orientamento in piccolo gruppo

 

L’attività del servizio di orientamento dell’Agenzia regionale del lavoro, attraverso l’azione dei tutor dell’obbligo formativo, si pone in sinergia con l’obiettivo sopra richiamato in quanto è dedicata prioritariamente ai giovani che manifestano difficoltà a permanere nel percorso scolastico, o che hanno abbandonato la scuola, e mette in campo interventi sia a scuola sia nell’ambito dello sportello Punto orientamento: di accoglienza, orientamento, informazione, anche a favore delle famiglie, di tutoraggio dei percorsi dei giovani e di formazione orientativa per piccoli gruppi di utenti.

Gabriella Frassy
Referente del Servizio di Orientamento dell’Agenzia regionale del lavoro.

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