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Veun co te insèmbio a no

Un buon esempio di raccordo scuola-territorio e di allegro incontro tra generazioni.

Una ricerca sul territorio condotta alla Scuola dell’infanzia di Moron, prendendo spunto dal tema del Concours Cerlogne: L’homme et le paysage, un équilibre instable mais nécessaire.
Quest’anno 2002, il "Quarantième Concours scolaire de patois dédié à l’abbé Jean-Baptiste Cerlogne" si è svolto il 6, 7 e 8 maggio nella cittadina di Saint Vincent.
Per tre mattine, sotto l’ampia struttura del "Palais- Saint-Vincent" si sono ritrovati circa 2000 bambini, in maggioranza valdostani, ma non solo, per partecipare e assistere agli spettacoli preparati dai compagni delle diverse scuole.
Erano bambini delle scuole dell’infanzia, delle elementari e delle medie, provenienti da tutta la Valle d’Aosta, assieme ad altri bambini invitati venuti anche da lontano, da località più vicine, come Sparone in Piemonte, oppure più lontane, come Lecce in Puglia, che avevano la caratteristica di appartenere, come noi, a comunità nelle quali è mantenuta ancora viva la tradizione di parlate franco-provenzali.
Ogni mattina, tutto lo spazio del Palais era occupato dai piccoli spettatori, seduti composti, sempre attenti a quello che si svolgeva sul palcoscenico. Hanno assistito alle recite, ai canti, ai balli, ecc. ispirati alla tradizione valdostana; a storielle, nuove o rivisitate, rese attuali per l’occasione, esibite davanti ai compagni delle altre classi. Sovente erano scenette ispirate al passato, senza cadere, però, nella semplice nostalgia di un tempo oramai perso per sempre, ma che hanno permesso a tutti di riflettere sulle tradizioni valdostane e di riconoscersi come individui appartenenti a questa comunità.
Lo spettacolo è stato replicato una sera dopo cena per permettere ai familiari e a tutta la popolazione di apprezzare gli sforzi e l’entusiasmo dei bambini e, con l’occasione, di tessere con loro un legame più forte tra le diverse generazioni.
L’organizzazione, curata nei particolari, è stata il frutto della collaborazione tra l’Amministrazione comunale di Saint Vincent, la Regione Valle d’Aosta, il "Bureau régional pour l’ethnologie et la linguistique" e il "Centre linguistique franco-provençal de Saint Nicolas". Il sindaco di Saint Vincent, Mario Borgio, e l’assessore comunale all’istruzione, Maura Susanna, hanno potuto giustamente ritenersi soddisfatti della manifestazione.
Noi, della redazione della rivista, eravamo lì. Abbiamo contattato una delle scuole di Saint Vincent: la scuola di Moron. Le insegnanti Silvana Covolo, Delia Joyeusaz, Rosella Junod e Elisabetta Perucca, per partecipare al Concours hanno elaborato un percorso didattico e formativo coerente, che ha offerto ai bambini l’occasione di uscire dalla scuola, di approfondire la conoscenza del territorio e di tessere dei contatti costruttivi con la popolazione locale. I loro sforzi sono stati premiati dall’attenzione con cui il pubblico ha assistito alla loro parte di spettacolo e dall’interesse con cui ha visitato la postazione che presentava il lavoro di ricerca ultimato, il CD-ROM dal titolo "Veun co te insèmbio a no"

I bambini di Moron sul palco.
Fotosubito2 (Châtillon)

Lo spettacolo
Gli alunni della Scuola dell’infanzia di Moron si sono preparati allo spettacolo con un serio impegno. Si sono esibiti sul palcoscenico indossando il grembiule scuro di una volta (le insegnanti avevano chiesto alle mamme vecchi grembiuli per poterli tingere di nero). Una mamma, si era incaricata di cucire ampi colletti bianchi annodati con un bel fiocco di un blu brillante. La cartella di legno (finto) che ognuno portava a tracolla, simile a quella degli scolari delle generazioni del secolo passato era, in realtà, una scatola di biscotti ricoperta di carta marrone.(vedi la foto)
Tutti insieme hanno cantato, su una melodia conosciuta, delle strofe in patois inventate dalle insegnanti.
Poi, sempre in patois, hanno raccontato una filastrocca di loro produzione che narrava la loro visita alla stalla vicina, l’incontro con una persona anziana del villaggio, ecc.
Il palcoscenico ha permesso ai nostri piccoli attori di confrontarsi con un universo davvero un po’ speciale. Hanno fatto l’esperienza del microfono, delle luci, dello spazio, del doversi muovere sul palco all’interno del gruppo, evitando il più possibile di voltare la schiena agli spettatori. Hanno imparato che, tramite la collaborazione con i coetanei, era possibile realizzare qualcosa di bello. Hanno dovuto anche, qualche volta, superare il timore del pubblico e cercare l’aiuto dei compagni quando, improvvisamente, veniva dimenticata la battuta in patois che bisognava pronunciare.
Anche al di fuori dei momenti dedicati allo spettacolo l’intero paese è stato coinvolto.
Ampia è stata la collaborazione degli abitanti della cittadina di Saint Vincent, in prima fila i commercianti che hanno accolto con entusiasmo la proposta di esporre nelle loro vetrine i lavoretti degli alunni, eseguiti durante l’anno scolastico appositamente in vista della loro partecipazione al Concours.
Per i pranzi offerti ai bambini hanno partecipato vere e proprie squadre di volontari (genitori, amici di tutte le età) che si sono prodigati per offrire un efficiente servizio a tavola.
Alcune attività si sono svolte nelle vie cittadine e, per l’occasione, l’oratorio parrocchiale si è trasformato in un vasto spazio di esposizione dei lavori eseguiti dalle classi che, in questo anno 2002, avevano dato la loro adesione al Concours Cerlogne. All’interno di questo spazio la Scuola dell’infanzia di Moron aveva allestito uno spazio multimediale per presentare il CD Rom elaborato nel corso dell’anno scolastico, e che verrà distribuito prossimamente. Era a disposizione del pubblico anche una scelta delle produzioni presentate nelle edizioni precedenti, e alcuni bambini valdostani hanno potuto ammirare i lavori eseguiti dai loro genitori in occasione di remoti Concours.

Come è nata l’idea del CD Rom
In previsione della manifestazione, che dal lontano 1968 non aveva più avuto luogo nel comune, alla Scuola dell’infanzia di Moron si è svolta durante l’anno scolastico una ricerca sul territorio, tenendo conto dell’argomento guida proposto: "L’homme et le paysage: un équilibre instable mais nécessaire".
La programmazione didattica è stata quindi realizzata in un contesto di forte territorialità con l’obiettivo di favorire nei bambini lo sviluppo del senso di appartenenza all’ambiente ed alle tradizioni locali.
Allo scopo di dare un’impronta moderna e (perché no?) tecnologica ad un’esperienza che di per sé affonda le radici nella cultura dei nostri avi, le quattro insegnanti della scuola dell’infanzia di Moron hanno pensato di avvicinare passato e futuro con un "ponte tecnologico" – ricerche su Internet, giochi interattivi immaginati dai bambini, raccolti nel CD Rom: "Veun co te insèmbio a no", da presentare nella postazione espressamente allestita nel corso dei tre giorni della manifestazione.

Come i bambini hanno lavorato
Cliccando con il mouse i visitatori, che si sono raggruppati attorno al computer sistemato nell’oratorio parrocchiale, hanno potuto apprezzare la creatività dei bambini guardando sullo schermo quanto è emerso nel corso delle ricerche svolte durante l’anno scolastico. Hanno scoperto che i bambini di Moron hanno usato sia la lingua italiana che quella francese, come è oramai consuetudine, ma con una piccola novità: i bambini hanno anche usato il patois locale.
Il prodotto finale è stato la conclusione di un lungo percorso di programmazione (cfr. i due box).
All’inizio dell’attività, nel mese di gennaio del 2002, è stato fatto il punto sulle conoscenze relative alla lingua e su quelle legate all’ambiente nel quale vivono i bambini.
Le maestre hanno constatato che la quasi totalità degli alunni si esprime solo in italiano, che la conoscenza del territorio di Moron si limitava, nella maggior parte dei casi, a quello che si vede dal finestrino dell’automobile del genitore o dello scuolabus venendo a scuola. Solo due bambini, residenti nel villaggio di Moron lo conoscevano bene.
La progettazione didattica è stata centrata su due filoni principali: l’ambiente, e la scoperta delle sonorità relative a linguaggi nuovi o sconosciuti.
La parola entusiasmo è, forse, quella che caratterizza meglio l’attività svolta: entusiasmo dei bambini, entusiasmo delle famiglie che si sono lasciate volentieri coinvolgere in numerosi momenti del nostro percorso.
L’impegno costante e spontaneo dei bambini li ha portati a un proficuo "autoarricchimento".
Con responsabilità e serietà hanno affrontato il pubblico, durante la recita, e hanno gioito dell’attenzione dei "grandi" per il loro CD Rom.

Alle radici del patois: il villaggio
Le insegnanti
  • Coinvolgono i bambini in una ricerca sulla lingua valdostana (il patois);
  • raccolgono materiali inerenti l’ambiente e relativi al passato e al presente;
  • organizzano uscite nel villaggio di Moron;
  • identificano i luoghi idonei ad essere strumento di analisi;
  • s’informano sull’organizzazione generale del Concours Cerlogne;
  • organizzano le attività e predispongono materiali, tempi, gruppi di lavoro;
  • propongono l’uso del computer e lo utilizzano per realizzare il CD Rom;
  • collaborano con l’esperto dei "Trouveur valdotèn" per la realizzazione della canzone;
  • invitano una nonna a scuola per testimoniare sul passato.

I bambini

  • Partecipano attivamente coinvolgendo anche le famiglie nella ricerca sul patois;
  • riportano esperienze d’altri tempi raccontate da nonni e genitori;
  • partecipano alle uscite sul territorio;
  • elaborano le riflessioni effettuate nell’ambito delle uscite;
  • rielaborano graficamente le esperienze;
  • utilizzano il mezzo informatico;
  • si esibiscono in pubblico;
  • presentano il prodotto tecnologico elaborato;
  • collaborano attivamente con l’esperto "Trouveur";
  • ascoltano le testimonianze del passato.

Scheda di lavoro elaborata dalle insegnanti

 

Alla scoperta della tecnologia del futuro: il computer
L’insegnante
  • Risveglia l’interesse dei bambini nei confronti delle nuove tecnologie;
  • fornisce gli strumenti (computer, mouse, tastiera, video);
  • stabilisce le regole per un corretto funzionamento del mezzo;
  • sceglie e fornisce programmi e giochi adatti alla fascia di età 3-6 anni;
  • propone un’uscita presso la biblioteca per fornire il computer di dischetti nuovi;
  • condivide, con i bambini, entusiasmi e suggerisce eventuali nuove soluzioni;
  • stabilisce turni di intervento legati a tempi uguali per ciascun bambino;
  • chiede ai bambini di compilare una tabella relativa all’utilizzo del mezzo;
  • raccoglie impressioni, ipotesi, conclusione;
  • assume la figura del mediatore fra i volontari chiedendo loro di interagire anche verbalmente;
  • effettua un controllo continuo relativo agli interventi spontanei dei bambini;
  • cerca di sollecitare l’azione nei confronti di chi si dimostra indifferente;
  • organizza il "Libro dei giochi al computer";
  • propone l’utilizzo delle nuove tecnologie in ambiti differenti dal livello iniziale.

I bambini

  • Esternano il loro interesse ponendo domande;
  • dimostrano curiosità verso il mezzo tecnologico;
  • seguono le regole di utilizzo impartite dall’insegnante;
  • imparano a rispettare i tempi relativi allo svolgimento dell’attività (accensione, "lettura" delle istruzioni date dai simboli astratti, utilizzo del mouse);
  • si recano con le insegnanti presso la biblioteca per scegliere nuovi CD Rom;
  • collaborano con l’insegnante e con i compagni ascoltandone le indicazioni ed i suggerimenti;
  • chiedono spontaneamente di poter utilizzare il computer in prima persona;
  • imparano a compilare la tabella relativa ai turni rispettando le esigenze e i diritti di tutti;
  • manipolano con attenzione e rispetto gli strumenti a loro disposizione;
  • affinano la loro manualità ed il pensiero logico;
  • dimostrano un interesse crescente;
  • si rendono sempre maggiormente autonomi nello svolgimento dell’attività;
  • commentano verbalmente l’operato effettuando ipotesi, proponendo soluzioni, suggerendo alternative;
  • partecipano alla creazione del "Libro dei giochi del computer";
  • introducono l’uso del computer in attività alternati

Scheda di lavoro elaborata dalle insegnanti

Crippa Geneviève
Redattrice alla rivista
L'Ecole Valdôtaine

 

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