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Libertà van cercando...


Une page de la revue pour les lecteurs qui aiment la surprise.
Une page insolite qui se différencie des autres dont l’exigence est de catégoriser.
Une page qui touche aux émotions, aux opinions et aux curiosités.
Un “sac À dos” à ouvrir, à fouiller, à adapter sur le chemin de la pédagogie.

La riforma dell’esame di stato prevede, fra l’altro, nuove tipologie di prima prova, fra cui il saggio breve.
Si tratta di un modello di espressione a cui gli studenti vanno “allenati” indipendentemente dal contesto argomentativo in senso stretto. Partendo dal presupposto che la filosofia è la disciplina che, per definizione, promuove lo sviluppo di capacità di dissertazione attorno ad un tema legato, spesso, ad una problematica di tipo esistenziale/comportamentale, abbiamo proposto agli studenti della classe IVª Ordinamento dell’Istituto Magistrale R.M. Adelaide di Aosta, di cimentarsi nella redazione di un saggio su temi filosofico-pedagogici.
I documenti forniti ai ragazzi, relativi al rapporto fra il concetto di libertà e quello di autorità/responsabilità,erano tratti da : I. Kant, La Critica della Ragion pura, 1781; La Critica della Ragion pratica,1788; J.Dewey, Il mio credo pedagogico,1897; J.P. Sartre, L’existentialisme est un humanisme,1946.

Carmen Jacquemet
Insegnante di Didattica

Daria Pulz
Insegnantedi Filosofia e Pedagogia

Qui di seguito alcuni estratti dei loro elaborati.

La libertà filosofica come meta e la quotidianità
Il concetto di libertà prevede accezioni differenti: la libertà pensata dai filosofi e la libertà interpretata dall’individuo nella sua quotidianità.
In ambito filosofico, molti hanno trattato questo tema in periodi storici e politici diversi. Già i filosofi dell’antica Grecia discutevano sulla libertà, apportando le prime argomentazioni necessarie per lo sviluppo delle teorie future. In epoca moderna, il filosofo tedesco Immanuel Kant sviluppò un pensiero innovativo rispetto ai precedenti modelli di razionalità. Con lui si operava una sorta di “Rivoluzione Copernicana” in ambito filosofico. Egli, nella Critica della Ragion Pura, affermava che la libertà è propria solo della dimensione della cosa in sé, che però non è conoscibile e, di conseguenza, non dimostrabile.
Il valore e l’esistenza della libertà vengono tuttavia riaffermate nella ricerca morale, come postulato della ragion pratica: la libertà deve seguire le leggi della morale.

Fabio, Federico

Libertà e responsabilità
Oggi la libertà viene interpretata da tutti in modo diverso.
Secondo noi il concetto di libertà si lega al concetto di responsabilità in quanto l'estremo limite della libertà individuale è il rispetto della libertà altrui: ognuno di noi quindi deve essere responsabile delle proprie azioni e consapevole dei possibili effetti delle proprie scelte.
La nostra società impone dei limiti, che dovrebbero essere rispettati da ciascun cittadino, al fine di ottenere uno spazio con un margine ben definito per tutti.Il filosofo Immanuel Kant ha approfondito i suoi studi intorno a questo argomento.
Egli sostiene che noi acquistiamo coscienza della libertà perchè abbiamo prima di tutto coscienza del dovere. Kant precisa che la libertà consegue al rispetto di leggi etiche universali e, nello stesso tempo, che solo se si è liberi si può diventare persone morali.
Ogni scelta individuale, inoltre, può diventare un modello di riferimento per tutti gli altri. E' quanto afferma anche il filosofo Jean-Paul Sartre: "Non c'è un solo dei nostri atti che, creando l'uomo che vogliamo essere, non crei nello stesso tempo una immagine dell'uomo quale noi giudichiamo debba essere (…). Non posso prendere la mia libertà per fine, se non prendendo ugualmente per fine la libertà degli altri".

Annalisa ,Cristina,
Solange, Elisa

Il diritto alla libertà nasce in famiglia….
Il diritto alla libertà sembra scontato e dovuto, ma in realtà bisogna “guadagnarselo” e negoziarlo, a partire dalla famiglia, ad esempio quando, arrivati all' età dell’adolescenza, si desidera uscire con gli amici .
In questo caso i figli devono dimostrare la loro maturità per ottenere la fiducia dei genitori.
La libertà implica, quindi, delle regole che emergono prima di tutto dal nucleo familiare e successivamente dalla società . Ogni individuo nel corso della sua esistenza incontra dei vincoli dovuti alla convivenza : i genitori devono rendere conto delle proprie scelte, comportamenti e sbagli ai figli e viceversa.

Simona, Fiorina

…cresce a scuola….
In ambito solastico è fondamentale educare alla libertà di parola e di pensiero. Dewey sostiene che “...una maggiore libertà permette un apprendimento maggiore e porta benefici”. 
La libertà, intesa anche come movimento fisico, si rivela indispensabile per conoscere e quindi apprendere.
Per l’insegnante risulta altresì impossibile, in un clima coercitivo, “conoscere la vera natura del fanciullo...”.

Fabio, Erika


…Si sviluppa in ambito internazionale
Ancora oggi tanti popoli vivono sotto la dittatura e palesemente non viene loro concesso di esprimersi e pensare liberamente. In altri paesi, invece, per motivi religiosi, alle donne vengono negati alcuni diritti fondamentali, per esempio la facoltà di scegliere se mostrare o meno il volto che viene parzialmente o anche totalmente coperto da veli, non hanno spazi e opportunità per esprimere le loro opinioni in piena libertà. Negazione di libertà è pure la mancanza di istruzione per la donna, che comporta l’incapacità di far valere i propri diritti. Sul problema della libertà negata, organismi internazionali hanno preso posizione: recentemente Amnesty International è intervenuta a difesa delle ragazze di alcuni paesi africani, come Sudan e Mali, per contrastare la pratica dell’infibulazione.
Anche nel nostro mondo modernizzato e civilizzato la libertà non è certo scontata: basti pensare al numero di esecuzioni capitali che ogni anno vengono messe in atto negli Stati Uniti.
D’altronde, per avere un’idea di negazione della libertà, non dobbiamo cercare tanto lontano: essa può avvenire anche all’interno delle nostre scuole dove, molte volte, gli alunni sono costretti a sottomettersi agli insegnanti per ottenere ascolto e quindi risultati positivi. In alcuni casi gli alunni hanno timore di esprimersi liberamente, di avanzare dubbi e critiche.

Francesca,
Roberta, Silvia


Libertà e pregiudizio: il razzismo
Pur essendo entrati nel terzo Millennio, epoca di libertà e modernità, esistono ancora realtà che si contrappongono a questi ideali: una di esse, forse la più evidente e grave, è il razzismo. Questo fenomeno, che accompagna da sempre il percorso dell'uomo "civile", durante la Seconda Guerra Mondiale ha raggiunto i suoi limiti estremi con l'olocausto. Dopo la sua tragica conclusione si pensava che l'umanità avesse capito il paradossale errore commesso. Purtroppo il problema che si riteneva sradicato oggi sembra invece riemergere, con l’affermarsi in Europa di correnti ideologiche di estrema destra, di cui un esempio eclatante è l'elezione di Heider, uomo di punta di un partito dichiaratamente xenofobo in Austria, e il dilagare di bande giovanili come i naziskin. Il diffondersi di questa mentalità, soprattutto tra i giovani, può essere legato a una certa influenza educativa familiare, che riflette problematiche sociali ed economiche come la disoccupazione, la crescente criminalità e la paura di atteggiamenti devianti quali l'alcoolismo e la prostituzione.
Sarebbe comunque un'ipocrisia affermare in assoluto di non essere razzisti in quanto, spesso, si tende ad identificarsi in un gruppo di appartenenza, finendo poi per considerarsi i migliori senza lasciare spazio all'identità altrui. Anche chi si ritiene di larghe vedute, può nascondere dei pregiudizi.
Nella nostra società, maniaca del giudizio, le differenze non sono sempre vissute come ricchezza e generano ancora paura, portando ognuno a nascondere la propria personalità. Di certo l'ideologia razzista non permette di fare esperienza della propria e dell'altrui libertà: ogni pregiudizio, per quanto nascosto o argomentato, ne è la negazione.

Chantal, Simona,
Daniela, Stefania

Il diverso
Nella nostra società troviamo ancora molte discriminazioni, conseguenti a diversità etniche, religiose e culturali, che non lasciano spazio a ciò che ci accomuna: l'essere uomini.
Il desiderio di affermare il proprio primato offusca valori quali la tolleranza, l'aiuto reciproco e la solidarietà, ed è inevitabilmente alla base di contrasti sociali.
L'alcolista, il drogato, l'omosessuale, il malato terminale rappresentano il diverso, la persona da escludere, perché paura ed egoismo prevalgono.
Nel mondo del lavoro si predilige chi aderisce ai cosiddetti canoni della "normalità"; paure e pregiudizi si ritrovano anche nel nucleo familiare dove a volte, al di là dell'amore, si dà più importanza all'opinione pubblica, calpestando anche i diritti dei figli di fare scelte, a partire dall'indirizzo di scuola superiore, allo stile di abbigliamento, alla scelta delle amicizie per arrivare infine alle scelte di tipo sessuale.
Questo tipo di esclusione alimenta nei giovani la paura di rivelare la propria natura, e reprime l'esigenza di comunicare con amici e parenti.

Erika, Cristina,
Federica, Serena

 

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