1 - 2011

AGRINIDO

Fabrizio BERTOLINO
e e Lorenza GRAND BLANC
Ricercatore in Pedagogia generale e sociale
Università
della Valle d’Aosta
e Ufficio agriturismo
Direzione Produzioni vegetali
e servizi fitosanitari

AGRINIDO
UNA NUOVA REALTÀ PER CRESCERE IN FATTORIA

Multifunzionalità, diversificazione, innovazione… Sono queste alcune delle parole chiave per comprendere quella profonda trasformazione dell’agricoltura che in poco più di un decennio ha permesso di affiancare alla produzione di beni alimentari anche la capacità di offrire servizi rivolti alla gestione del territorio e ai bisogni della comunità.

I titolari di un’azienda agricola multifunzionale, talvolta per necessità ma molto più spesso per personale vocazione, hanno quindi sviluppato competenze nell’ambito dell’ospitalità, del turismo, della promozione culturale, dell’enogastronomia, della tutela ambientale, del benessere della persona, della didattica e dell’educazione.

Proprio quest’ultimo ambito, cioè quello pedagogico, ha visto la nostra Regione protagonista nell’anno appena trascorso, non soltanto a proposito di Fattorie didattiche – attraverso la formazione degli operatori, l’attivazione della Rete valdostana, la promozione di visite di classi e famiglie nelle aziende – ma anche in relazione ai recenti e innovativi servizi di cura dell’infanzia: gli agrinido e gli agriasilo.

 

 
CONVEGNO “L’AGRINIDO:
LA MULTIFUNZIONALITÀ AGRICOLA AL SERVIZIO DELL’INFANZIA”

La prospettiva di realizzare servizi dedicati ai più piccoli all’interno di un’azienda agricola rappresenta una nuova frontiera dell’agricoltura multifunzionale. Gli agrinido, rivolti ai bambini dai pochi mesi fino ai tre anni di età, e gli agriasilo, per bambini dai tre ai sei anni, sono infatti strutture recenti e innovative. Sull’intero territorio nazionale se ne trovano attualmente poco più di una decina, le prime nate in Piemonte a partire dal 2004.
 



Il tavolo dei relatori, da sin. Silvia Bosco,
Coordinatrice Donne Impresa Coldiretti; gli
Assessori regionali Albert Lanièce e
Giuseppe Isabellon; Corrado Adamo,
Direttore Produzioni vegetali e servizi fitosanitari

Come ogni nuovo tipo di attività, anche gli agrinido per affermarsi dovranno affrontare una serie di ostacoli, tra cui i più evidenti sono la mancanza di una specifica normativa di riferimento, l’incertezza del mercato potenziale, l’individuazione di personale competente, la riorganizzazione della struttura aziendale, nonché la definizione di finalità e metodologie.
Non stupisce, quindi, la scelta dell’Assessorato Agricoltura e Risorse naturali di promuovere, in collaborazione con l'Assessorato Sanità, Salute e Politiche sociali e la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università della Valle d’Aosta, il convegno “L’Agrinido: la multifunzionalità agricola al servizio dell’infanzia”, tenutosi al Vivaio regionale Abbé Henry di Quart il 13 dicembre 2010.
 

GLI INTERVENTI

Saluti
Giuseppe Isabellon e Albert Lanièce

“La nuova figura multifunzionale dell’imprenditore agricolo”
Corrado Adamo - Direttore regionale delle produzioni vegetali
e servizi fitosanitari

“Che cos’è l’agrinido: esperienze del territorio”
Silvia Bosco - Coordinatrice Nazionale Coldiretti Donne Impresa

“Servizi per la prima infanzia: sperimentare progetti innovativi,
gestire l’ordinario”
Gianni Nuti - Direttore regionale delle politiche sociali

“Le normative, i valori e le convinzioni pedagogiche dei servizi
per la prima infanzia”
Antonella Migliore - Ufficio attività socio-educative per la prima infanzia

“Il plus valore educativo dell’agrinido”
Teresa Grange - Preside della Facoltà di Scienze della Formazione -
Università della Valle d’Aosta

“Attività all’aperto: tanti benefici a fronte di qualche rischio”
Marco Debernardi - Pediatra di famiglia

“L’agrinido: la nuova sfida dell’agricoltura multifunzionale”
Stefania Pendezza - Esperta di agricoltura multifunzionale

“Le misure del Programma di Sviluppo Rurale a favore
della multifunzionalità agricola”
Luca Dovigo - Direttore regionale delle politiche comunitarie
e miglioramenti fondiari

“Dalla parte dei bambini”
Emilia Cambursano - Responsabile dell’agrinido
“La Piemontesina” di Chivasso


Un convegno “concreto”, finalizzato a capire obiettivi, caratteristiche e funzionamento degli agrinido, ad analizzare le peculiarità del contesto socioeconomico valdostano, a verificare l’interesse da parte degli imprenditori agricoli e la fattibilità dell’avvio di una sperimentazione. Una mattinata impegnativa che, a partire dalle parole di netto sostegno da parte degli Assessori competenti, Isabellon e Lanièce, ha permesso di approfondire l’esplorazione del tema degli agrinido attraverso il confronto tra figure professionali diverse.
La composizione dei presenti (le oltre 90 persone hanno reso necessaria una veloce riorganizzazione della sala con l’aggiunta di posti a sedere) ben evidenzia alcuni degli aspetti peculiari degli agrinido:
sono luogo di incontro e sintesi tra le professionalità del mondo agricolo e quelle della cura dell’infanzia;
rappresentano una innovativa e concreta prospettiva di lavoro.
Ecco allora sedersi, fianco a fianco, titolari di aziende agricole, agriturismi e fattorie didattiche, tate famigliari, educatori e coordinatori di asili nido, ma anche dipendenti di cooperative sociali e studenti di scienze dell’educazione e della formazione, amministratori e dipendenti pubblici, a comporre tutti assieme un pubblico eterogeneo sotto tutti i punti di vista tranne quello di genere: l’85% era di sesso femminile.


 
SERVIZI PER L’INFANZIA: UNO SGUARDO SULLA REALTÀ VALDOSTANA

Facendo riferimento al rapporto percentuale tra bambini residenti fra zero e due anni e utenti iscritti negli asili nido, si scopre che la Valle d’Aosta insieme all’Emilia-Romagna si trova nella classe più alta con oltre il 20% (fig. 1). Anche considerando l’offerta pubblica sul territorio (ovvero comuni che hanno proprie strutture o erogano contributi e rette per asili nido privati), si ottiene un’analoga indicazione: l’Emilia-Romagna supera l’80% di comuni coperti dal servizio, seguita dal Friuli-Venezia Giulia e dalla Valle D’Aosta (dati ISTAT, 2010).



Figura 1. Indicatore di presa in carico degli
asili nido per regione geografica (utenti per
100 bambini di 0-2 anni residenti nella r
egione- anno 2008).
Fonte: ISTAT, http://noi-italia.istat.it


È proprio questo scenario di qualità organizzativa e strutturale, costituito da asili nido in senso stretto, nidi aziendali, garderies d’enfance e tate famigliari, che permette e incoraggia un ulteriore processo di differenziazione di servizi per l’infanzia in direzione di particolari tematismi (nidi bilingue, musicali) o di specificità di contesto, come nel caso degli agrinido.












I PASSI DA COMPIERE




Non esiste buono o cattivo tempo, ma solo
buono o cattivo equipaggiamento… e allora
tutti fuori a giocare nella neve
(Foto Manuele Citta, Agrinido La Piemontesina)

In un immaginario percorso, la cui meta finale è l’attivazione di agrinido in Valle d’Aosta, il convegno ha rappresentato la tappa in cui possibili compagni di viaggio si sono incontrati e conosciuti, si sono scambiati suggerimenti sull’itinerario da intraprendere e sulle risorse necessarie, si sono impegnati reciprocamente ad individuare ed approfondire, ciascuno nel proprio ruolo, problematiche ed ostacoli. Hanno cioè iniziato tutti a guardare nella stessa direzione.
 
 
Ma la delicatezza e la responsabilità del prendersi cura in modo continuativo di neonati e bambini molto piccoli, la difficoltà di ristrutturare l’azienda agricola garantendo un ambiente sicuro e confortevole, la complessità di una progettazione didattica che sostenga un completo sviluppo del bambino, la necessità di sviluppare nuove competenze, impongono anche di camminare assieme: amministratori, imprenditori, operatori dei servizi, ricercatori, studenti universitari, genitori, ecc..
 



Il diritto all’ozio, cioè a poter vivere momenti
di tempo non programmati dagli adulti…
anche questo è agrinido
(Foto Manuele Citta, Agrinido La Piemontesina)

Ecco allora che il prossimo passo, se la sfida degli agrinido sarà raccolta dagli imprenditori agricoli e susciterà l’interesse delle famiglie, non potrà che essere nuovamente un confronto, un incontro in cui unire le forze per un progetto concreto.










 
PER CHI VUOLE APPROFONDIRE

Sono veramente poche le pubblicazioni (articoli e libri) che affrontano il tema degli agrinido e più in generale dei servizi per l’infanzia nelle aree rurali. In ordine cronologico si segnalano:
Gli agri-asili: qualità della vita nelle aree rurali di Elisabetta Savarese ed Elena Angela Peta, edito nel 2009 dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e scaricabile dal sito www.reterurale.it;
 




I bambini un po’ sporchi sono i più sani,
ora lo dice anche la scienza.
Detto e fatto all’agrinido!
(Foto Manuele Citta, Agrinido La Piemontesina)

Far crescere il futuro – Agriasilo, la nuova frontiera della multifunzionalità a cura di Francesca Ballali e Stefania Pendezza, edita nel 2010 da Coldiretti Donna Impresa e Fondazione Campagna Amica. Questa pubblicazione (con allegato un dvd) non è in commercio ma può essere richiesta gratuitamente inviando una mail a donneimpresa@coldiretti.it;
Agrinido e agriasilo, ovvero come educare i bambini “servendosi” della campagna, articolo di Marina Meneguzzi, in Vita in Campagna, n. 12, Dicembre 2010.
Mediante una ricerca on line tramite parole chiave è possibile conoscere le aziende operanti come agrinidi sul territorio nazionale tra cui: La Piemontesina, Chivasso; Il Cavallo a Dondolo, Mezzocorona; Casa Mia, Ospedaletto di Pescantina; Le Caselle, Prevalle.
 



Esercizi di manualità fine o riflessioni sul
senso della vita. Tutto questo all’agrinido.
(Foto Manuele Citta, Agrinido La Piemontesina)
 

Infinita è invece la bibliografia dedicata agli asili nido. Nell’impossibilità di citare solo pochi testi si preferisce riportare esclusivamente il riferimento normativo più significativo per la Valle d’Aosta: Legge regionale 19 maggio 2006, n. 11 Disciplina del sistema regionale dei servizi socio-educativi per la prima infanzia.

 



I cibi che i bambini consumano all’agrinido sono prodotti in fattoria e cucinati dalla nostra cuoca (e dai suoi aiutanti)
(Foto Manuele Citta, Agrinido La Piemontesina)


















 
PER INFORMAZIONI

Assessorato Agricoltura e Risorse naturali, Direzione produzioni vegetali e servizi fitosanitari, Ufficio agriturismo, telefono 0165.275214/17/18. e-mail: t.cognein@regione.vda.it
Sito web: www.regione.vda.it/Agricoltura.


 

BREVE AGGIORNAMENTO IN MERITO ALL’ARTICOLO PUBBLICATO SUL NUMERO SCORSO DE “L’INFORMATORE AGRICOLO” DEDICATO ALLE FATTORIE DIDATTICHE VALDOSTANE

Sono oltre 100 le classi che hanno prenotato (e in alcuni casi già svolto) la visita e i laboratori nelle sette fattorie didattiche valdostane. Un primo anno di sperimentazione delle attività che permetterà non solo di verificare il funzionamento generale (utilizzo degli spazi, modalità di prenotazione, costi) ma anche di riflettere e ridefinire gli obiettivi, i contenuti e le metodologie delle proposte didattiche. È in quest’ottica che, nell’ambito di una convenzione tra l’Assessorato Agricoltura e Risorse naturali e la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università della Valle d’Aosta, sono stati predisposti (e sono ormai di prossima pubblicazione) la “Carta della qualità delle fattorie didattiche della Valle d’Aosta” e il “Questionario per la rilevazione del gradimento delle proposte”.
Ricordiamo le sette aziende agrituristiche che hanno attivato l’attività di fattoria didattica: Le Rêve, Courmayeur; Lou Rosé, Donnas; Le Bonheur, Fénis; Genuinus, Nus; Maison Rosset, Nus; La Reina, Pollein; Boule de Neige, Torgnon.

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