Elenco Numeri Regione Autonoma Valle d'Aosta

Fauna Selvatica

CENSIMENTO NOTTURNO DELLA SPECIE CERVO

Utilizzo della tecnica del “distance sampling” abbinato all’uso della termocamera

di Ufficio per la fauna selvatica
Direzione Flora, Fauna, Caccia e Pesca
Quando l’Europa era ricoperta quasi completamente da foreste il cervo aveva una distribuzione pressoché uniforme su tutto il continente. In seguito l’agricoltura, sempre più intensiva, ha ristretto l’areale disponibile alla specie, con un notevole decremento delle popolazioni.

Oggi invece si vede una netta inversione di tendenza, con il costante miglioramento sia in termini numerici che di areali occupati: anche in Italia la situazione è analoga a quella europea, con una stima di oltre 43.000 individui nel 2000 (Boitani et al, 2003).

In Valle d’Aosta la popolazione di cervo si è originata dall’incontro di tre nuclei storici (Etroubles, Morgex e Pré-Saint-Didier) che si erano venuti a creare 50-70 anni or sono a seguito di migrazioni spontanee dalla vicina Svizzera (Apollonio e Grimod, 1984).

Oggi il cervo è presente su tutto il territorio regionale, con elevate consistenze soprattutto nella parte nord-occidentale della Valle d’Aosta. All’ultimo censimento ufficiale (aprile 2007), eseguito con le tradizionali tecniche dell’osservazione a distanza all’alba e al tramonto, sono stati quantificati 1.017 animali, con una sottostima valutabile del 30-40%.




Alcune immagini di cervidi ripresi con la termocamera a infrarossi























E’ d’altronde possibile ottenere diverse stime per lo stesso territorio: l’ideale a cui tendere consiste nell’utilizzare una metodologia di monitoraggio che fornisca stime di popolazione valide, quindi precise ed accurate (rispondenti alla situazione reale). Il conseguimento di una stima valida è il presupposto per pianificare e realizzare azioni efficaci, evitando sprechi di tempo e denaro.

Al fine di incrementare e migliorare le conoscenze delle popolazioni di ungulati presenti nella nostra Regione è stata sottoscritta una convenzione di collaborazione con l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (I.N.F.S.), nell’ambito della quale è stata indagata la popolazione di cervo che occupa l’alta valle del Gran San Bernardo, la valle di Ollomont e la Valpelline, così da migliorarne la conservazione e adeguarne la gestione. L’indagine ha riguardato un campionamento notturno sperimentale mediante la tecnica del distance sampling e l’ausilio di un visore portatile ad infrarossi (termocamera), per un interessante esame critico dei risultati forniti dai classici metodi di censimento e per testare tale metodologia anche sulle Alpi occidentali (sinora tale metodologia è state svolta nell’area del Parco dello Stelvio e nel Parco di Paneveggio-Pale di San Martino).


La metodologia

Distance sampling è il nome dato ad una serie di calcoli statistici che utilizzano valori basati sulla distanza degli oggetti, la cui popolazione deve essere stimata, da un punto di riferimento noto: il metodo più comunemente utilizzato in campo è rappresentato dai percorsi lineari (transetti).

Tale metodologia di calcolo è applicabile grazie all’utilizzo della termocamera: si tratta di una sorta di videocamera che è sensibile alle radiazioni dell’infrarosso e quindi alle fonti di calore. In questo modo è possibile osservare gli animali di notte, al buio, arrecando il minor disturbo possibile. Per la raccolta dei dati funzionali al distance sampling sono stati assemblati alla termocamera un telemetro digitale, per la misurazione delle distanze, e una bussola elettronica per la misurazione degli angoli.




Cervi fotografati a trenta metri di distanza

Nel percorrere i transetti, la cui disposizione deve essere, per quanto possibile, casuale rispetto alla distribuzione degli animali, occorre accertarsi di osservare tutti gli animali presenti sulla linea del percorso e rilevare i dati di distanza e angolo con estrema accuratezza rispetto alla posizione iniziale dell’animale appena avvistato.











Gruppo di cervi




Il risultato che si ottiene alla fine dei calcoli è un dato di densità di animali rispetto ad una superficie nota, desumibile dalla lunghezza del transetto e dalla copertura effettuata dalla termocamera. Moltiplicando poi questo risultato per la superficie complessiva dell’areale che si intende studiare, si riesce ad ottenere un dato che rappresenta significativamente il numero reale di animali presenti.










La sperimentazione in Valle d’Aosta

La scelta dell’area di studio è caduta sulla valle del Gran San Bernardo e sulla Valpelline per la più alta presenza di cervi in questi territori: nelle due valli sono stati individuati 51 percorsi per uno sviluppo totale di 90,7 Km (di cui 53,7 nell’area di Etroubles e 37 nella Valpelline).
Si è previsto di percorrere i transetti individuati due volte: la prima volta nel corso della primavera, poco dopo l’effettuazione del tradizionale censimento eseguito con il Corpo forestale ed i cacciatori, la seconda volta in autunno, nel periodo del bramito dei cervi.
I risultati attuali sono solamente riferibili alla prima uscita.

I rilevamenti sono stati effettuati da due operatori: a turno, un operatore effettuava le osservazioni attraverso la termocamera, fermandosi a intervalli regolari per rilevare l’eventuale presenza di animali. Nel caso di individuazione di cervi veniva rilevato il loro numero, la distanza (mediante il telemetro), l’angolo (mediante la bussola), l’inclinazione rispetto al transetto (mediante un clisimetro) e la posizione del rilevatore (mediante ricevitore GPS). L’altro operatore registrava i dati su supporto cartaceo.



Utilizzazione della termocamera per la visione notturna degli animali























Risultati

Dalla distribuzione degli avvistamenti è possibile notare come il maggior numero di avvistamenti si è avuto sul versante destro della Valle del Gran San Bernardo, tra Etroubles e Saint-Rhémy-en-Bosses. Nella Valpelline il picco di incontri si è avuto nell’area a ridosso della diga di Place Moulin.

Sulla base della distribuzione delle osservazioni effettuate si è ritenuto opportuno suddividere il territorio ricadente nelle Stazioni forestali di Etroubles e Valpelline, e interessato dallo studio, in due zone: la prima comprendente l’alta valle del Gran San Bernardo, ad ovest, fino all’abitato di Etroubles, la seconda tutto il restante territorio, fino al bacino di Place Moulin. Il confine superiore delle aree è stato tracciato tra 1.800 e 2.100 m s.l.m. nelle esposizioni sud, mentre a nord è stato posto tra 1.500 e 1.800 m s.l.m.

La superficie interessata è dunque di 2.176 ettari per quanto riguarda la parte di Etroubles, e 5.490 ettari per l’area di Valpelline, entrambe calcolate al netto delle aree urbane (centri abitati e strade)

La superficie effettivamente campionata utilizzando la termocamera a infrarossi è di 1.823,4 ettari e rappresenta l’area di riferimento per la stima della densità.
La consistenza risultante nel territorio di campionamento (alta valle del Gran San Bernardo e valle di Ollomont e Valpelline), che ha una superficie complessiva di 7.666,6 ettari, è di 845 cervi.

La densità complessiva ottenuta, equivalente a 11 cervi/Km2, rappresenta la media delle densità ottenute per ogni zona. E’ caratterizzata da un coefficiente di variazione (parametro che esprime il grado di bontà del calcolo e quindi della stima) pari al 26%: tale valore di precisione può essere considerato senz’altro buono per uno studio pilota e per popolazioni con densità non particolarmente elevate, come quelle presenti in Valle d’Aosta. A titolo comparativo si può considerare che le densità riscontrate nelle aree trentine, dove è stato eseguito il campionamento notturno, corrispondono a 92-123 cervi/Km2).


Conclusioni

Il risultato ottenuto è nel complesso soddisfacente, anche se è auspicabile che una eventuale ripetizione del campionamento venga effettuata all’inizio della primavera, quando gli animali sono maggiormente concentrati nelle aree di pascolo e sono meno disturbati dalle attività antropiche.

La densità individuata ha una precisione accettabile: programmando adeguatamente il personale ed effettuando una ripetizione del campionamento si potrebbe ridurre il coefficiente di variazione fino al 18%, ottenendo sicuramente una accuratezza di gran lunga maggiore.
Per migliorare l’interpretazione dell’andamento delle osservazioni e valutare l’affidabilità delle varie tecniche di censimento, dovrebbero essere utilizzate informazioni dettagliate sulla struttura per classi di sesso ed età, sul rapporto giovani per femmina, sulla distribuzione e l’uso dello spazio ed infine sui rinvenimenti di animali morti.

Si ritiene pertanto indispensabile proseguire il monitoraggio della popolazione di cervo presente in questi territori attraverso un programma di cattura e marcatura degli animali, utilizzando anche radiocollari funzionanti con il sistema GPS capaci di restituire una notevole quantità di dati utili alla conoscenza della specie in Valle d’Aosta.
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