Editoriale
Editoriale
Manuela Zublena
Assessore al territorio e ambiente
L’ultimo numero di Environnement  del 2010 è dedicato alla Comunità  Montana Mont Emilius. Si tratta di  un'area di grande complessità e che presenta  problemi diversi a seconda delle sue diverse  componenti. Praticamente tutti i comuni che la  compongono, infatti, comprendono un territorio  che spazia dalle vette che li sovrastano (tipico  territorio alpino, con pascoli, boschi e ambienti  ad elevata naturalità) e, contemporaneamente,  da una porzione di territorio localizzata  sul fondovalle. Quest’ultima ha connotazioni  spesso di tipo urbano o periurbano, e vede  la concentrazione, in una porzione di territorio  molto limitata, di numerose infrastrutture. Vi  si trovano, infatti, tutti gli assi viari principali,  la ferrovia, l’aeroporto, aree a vocazione commerciale e produttiva, il centro regionale  di smaltimento dei rifiuti ecc. Non da sottovalutare, da un punto di vista  dell’uso del territorio, vi è poi la vicinanza con Aosta, che ha indotto un notevole  incremento dell’edificato periurbano, sia per residenza che per decentramento di  servizi, con un conseguente importante fenomeno di pendolarismo quotidiano  da/verso il capoluogo. Ciò non vuol dire che nell’insieme la Comunità non mantenga,  in un originale e complesso accostamento, spazi e situazioni a importante  valenza turistico-naturalistica e ambientale. L’area umida di Saint-Marcel è, infatti,  la prima riserva naturale regionale istituita in Valle d’Aosta, ed è di recente istituzione  un’ampia Zona di Protezione Speciale che si estende sul territorio di vari  Comuni. Nel territorio si situa poi una delle principali stazioni sciistiche valdostane,  Pila, che, unica nel territorio nazionale, risulta direttamente collegata al capoluogo  regionale mediante una telecabina recentemente modernizzata. Nell’altro  versante poi, in un’area decisamente più remota, trova sede l’Osservatorio astronomico  regionale, all’avanguardia a livello nazionale nel suo settore. La quantità e  varietà di attività e ambienti rende questa CM particolarmente ricca di occasioni  ma anche particolarmente ricca di problemi, dovuti proprio al fitto intreccio di relazioni  funzionali ed economiche, non sempre facilmente integrabili. Occorre capire  allora che il territorio è uno solo, e che tutti gli usi devono entrare in un equilibrio  che ci permetta di non distruggerlo, ma al contrario di metterne in valore le  diverse potenzialità. Si tratta allora di costruire tutti insieme degli accordi d'uso  che, salvaguardando i legittimi interessi di ciascuna attività, mettano al primo posto  l'interesse comune a preservare il patrimonio ambientale.
 
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