Rapport annuel
Rapporto di fine anno  //  2014

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Presidenza Regione autonoma Valle d’Aosta

Augusto Rollandin

Presidente della Regione autonoma Valle d'Aosta

A sei anni dall’inizio di uno dei momenti più critici per l’intera Europa, che ha portato a una trasformazione anche del sistema Valle d’Aosta, è necessario ritrovare attenzione e entusiasmi, puntando sui punti di forza che sono propri della nostra realtà di montagna.

Stiamo vivendo un momento complesso e difficile, non solo dal punto di vista economico, ma anche politico.
Ma, pur nella consapevolezza, che la situazione non può cambiare in modo rapido e che le difficoltà territoriali sono difficilmente superabili, pare aprirsi una nuova opportunità per far ascoltare la voce dei territori alpini, testimoniata dal ricorso all’istituzione della Strategia macroregionale alpina, un nuovo organismo che ha un taglio e una visione diversi rispetto a interessi simili nati anni or sono.

L’ambizioso progetto della macroregione alpina da un lato, l’evidente interesse europeo alla Montagna dall’altro e, infine, le nuove opportunità e i nuovi vincoli che il mercato attuale presenta, inducono a dover ripensare al nostro contesto economico e sociale, nel quale le nostre specificità rappresentano settori con sicure potenzialità.

Mi riferisco alla nostra agricoltura, per esempio, ma anche alla valorizzazione delle risorse ambientali e paesaggistiche, allo sfruttamento delle fonti di energia, così come al sistema scolastico plurilingue, alle espressioni del nostro "fare comunità” e all’attenzione alla persona, che in Valle d’Aosta si è sempre esplicitata in servizi diffusi sul territorio.

Riflettiamo per esempio al fatto che, in un momento di congiuntura economica così complesso come quello che sta vivendo il Vecchio continente, e in particolare l’Italia, in cui il tasso di disoccupazione ha raggiunto livelli record, proprio il settore primario dell’agricoltura è l’unico che ha un segno positivo confortante per quanto riguarda l’occupazione. E non è certo da sottovalutare il ritorno sia alla campagna sia alla montagna, soprattutto da parte delle nuove generazioni, che dimostrano sempre più un rinnovato interesse al mondo agricolo e a nuove forme di economia, nelle quali la ricerca di un equilibrio con l’ambiente e la riscoperta delle tradizioni si fondono a innovative e dinamiche forme promozionali e di marketing.

La necessaria analisi economica sulle priorità, quali le esigenze territoriali delle Alpi come i collegamenti e le capacità produttive - dall’agricoltura al settore dell’energie rinnovabili - ha in sé un dato di interesse e di speranza, perché l’evoluzione verso uno sviluppo consapevole, attento all’ambiente e pensato insieme alla realtà locale, è possibile.

La nostra Valle d’Aosta ha indubbie capacità per inserirsi nel solco di questa nuova economia. Sta al settore pubblico gettare le basi normative e di servizio perché uno sviluppo sia pensato in forma globale, ma sta sempre più al settore privato abbracciare queste possibilità, fare richieste e cercare soluzioni pratiche. Sempre più, per affrontare la nuova realtà, sarà infatti indispensabile potenziare il dialogo e la collaborazione tra settore pubblico e settore privato, perché è da questa sinergia - dalla visione di contesto dell’ambito pubblico e dalle energie di quello privato - che potremo alimentare i nuovi percorsi di crescita e di sviluppo.

La crise économique semble nous orienter vers des opportunités, que nous ne pouvons pas laisser passer. Surtout pour ce qui est de celles qui bénéficient du soutien de l’Union européenne - et je fais allusion aux projets qui ont été lancés au cours de cette année, tels que le Plan Jeunes - et qui doivent constituer un droit pour les nouvelles générations. L’avenir de celles-ci, placé sous le signe du plurilinguisme, doit être soutenu du point de vue de la législation par un renforcement et une simplification du passage de l’univers scolaire et de la formation au marché du travail ; mais les jeunes doivent surtout acquérir les éléments qui leur permettront de relever le défi de la globalisation, tout en restant bien conscients du fait que l’on ne se distingue que par ce que l’on a d’unique et d’original.

Et tous ces jeunes, les jeunes de chez nous, nous devons les amener à réaliser que la Vallée d’Aoste a de belles cartes dans son jeu, de véritables atouts dans le cadre du label montagne. Car affronter cette recherche d’un projet de qualité est une nécessité pour la relance économique et cette démarche peut se fonder sur une culture ancienne, revue à la lumière des nouvelles technologies et des nouveaux modèles.

C’est peut-être là, la clé de notre avenir : après avoir investi massivement sur les structures, nous devons aujourd’hui miser sur les idées : car c’est d’elles que naîtront les projets grâce auxquels nous construirons la Vallée d’Aoste de demain.

Et, tout comme hier, le sentiment de faire partie d’une même communauté doit demeurer la pierre d’angle de notre région : je suis convaincu que cet aspect mérite d’être réévalué, indépendamment de toute rhétorique, à la lumière de notre histoire, mais aussi des nombreuses et diverses réalités auxquelles nous devons faire face.
En ce moment, de nombreux sacrifices sont exigés dans tous les secteurs de l’économie, mais aussi de la part des familles ou des citoyens et les équilibres ont dû être modifiés dans bien des cas, mais nous ne devons pas céder au pessimisme. Nous devons travailler pour renforcer le système, travailler plus et de manière différente.

Nous nous sommes battus pour maintenir nos Communes, par exemple, parce que nous croyons que, pour nos citoyens, elles sont emblématiques de la proximité des institutions, qu’elles leur servent d’intermédiaire en cas de problème et qu’elles sont leurs premiers interlocuteurs quand ils ont besoin d’aide. C’est d’ailleurs un autre point particulier de nos montagnes, qu’il importe de préserver, tout comme les multiples formes de collaboration et de solidarité, qui font de la Vallée d’Aoste l’une des régions où l’on compte le plus de bénévoles. Et voilà encore une autre caractéristique qui nous est propre, qui fait notre richesse et qui mérite d’être reconnue et valorisée, pour nous permettre de faire face aux défis de demain.