Rapport annuel
Rapporto di fine anno  //  2014

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Assessorato agricoltura e risorse naturali

Lotta fitosanitaria

Problematiche fitosanitarie connesse alla Drosophila suzukii nei vigneti e nella frutticoltura

Problematiche fitosanitarie connesse alla Drosophila suzukii nei vigneti e nella frutticoltura

Per la prima volta, a tre anni dal ritrovamento in Val d’Aosta dell’insetto Drosophila suzukii, la presenza di questo parassita di origine asiatica, introdotto accidentalmente in Italia (Provincia di Trento) nel 2009, ha suscitato notevoli preoccupazioni nei produttori locali. A partire dalla fine di luglio, infatti, gli attacchi su piccoli frutti (lamponi, ribes) sono stati tali da compromettere le produzioni.

Un discorso a parte riguarda la vite: dopo l’allarme lanciato dai viticoltori al momento dell’invaiatura, la situazione fitosanitaria alla vendemmia si è dimostrata molto meno preoccupante del previsto e il marciume presente nei vigneti attribuibile, in ogni caso, a drosofile locali e non all’insetto alloctono.
La lista delle specie vegetali interessate dagli attacchi del parassita è lunghissima: oltre a mirtillo, mora, lampone, ciliegio e fragola, l’insetto è in grado di danneggiare i frutti di albicocco, pesco, susino actinidia (kiwi), kaki, fico, e anche le bacche prodotte da alcune piante spontanee quali  sambuco e caprifoglio.

I danni consistono nel disfacimento della polpa, causato dalle larve che si alimentano all’interno  dei frutti conducendoli a marcescenza.
A differenza delle altre Drosophile che possono attaccare solo frutti precedentemente danneggiati, questa specie può forare la buccia integra, grazie all’ovopositore seghettato di cui sono dotate le femmine. Tale capacità, unita alla notevole polifagia e al rapido ciclo di sviluppo, rende l’insetto particolarmente pericoloso.

Gli attacchi, inoltre, si manifestano in prossimità della maturazione, rendendo difficoltoso l’intervento con prodotti fitosanitari, specialmente su frutti caratterizzati da maturazione scalare (come fragola, lampone, mirtillo, mora). Per di più i prodotti autorizzati sono pochissimi e non completamente efficaci. Da tre anni a questa parte, infatti, il Ministero ha autorizzato l’utilizzo temporaneo su fragola, ciliegio, lampone e mirtillo di alcuni insetticidi.

La rimozione fisica dagli impianti infestati dei residui colturali seguita dalla distruzione con fuoco o nella solarizzazione dentro sacchetti di plastica è di fondamentale importanza.
La lotta con insetticidi è da valutare. Altri mezzi in sperimentazione sono le reti antinsetto, che visti i costi sono consigliabili solo in caso di colture di altissimo pregio.

Attività di monitoraggio e divulgazione

L’Ufficio servizi fitosanitari anche quest’anno si è occupato del monitoraggio, che si è realizzato posizionando trappole appositamente costituite in campi coltivati a vigna e a piccoli frutti da cui emerge la presenza ubiquitaria del parassita.

I consigli tecnici sono stati forniti ai frutticoltori e viticoltori attraverso comunicati fitosanitari, nei quali sono state date le indicazioni tecniche ottenute dalla bibliografia relative alla lotta e in particolare è stato consigliato il posizionamento, al momento dell’invaiatura, di trappole contenenti attrattivo per la cattura massale e la distruzione dei residui vegetali, possibile fonte di alimentazione per gli adulti.

Lotta fitosanitaria al Cinipide del castagno (Dryocosmus curyphilus)

Il cinipide galligeno del castagno appartiene al numeroso gruppo d’insetti alloctoni arrivati accidentalmente in Italia da lontano (Cina).

A livello della pianta i sintomi dell’attacco si manifestano su foglie, rametti e infiorescenze; le foglie colpite vengono deformate in vario grado e le gemme infettate, invece di svilupparsi nella nuova vegetazione, evolvono in galle. Ne consegue una ridotta produzione dell’apparato fogliare che comporta una riduzione di vigoria della pianta. Quando gli attacchi interessano le infiorescenze, si può determinare il mancato sviluppo dei frutti, compromettendo quindi la produzione di castagne e marroni di qualità.

La prima segnalazione in Italia, nonché prima segnalazione per l’Europa, risale al 2002 ed è avvenuta in Piemonte. A partire dal focolaio iniziale l’insetto si è diffuso in altre regioni italiane ed europee e nel 2010 è stato trovato per la prima volta anche nei castagneti della Valle d’Aosta.

Dopo il primo ritrovamento, l’Assessorato si è attivato per trovare una possibile soluzione che mirasse al contenimento dei danni provocati dall’insetto. Da un attento esame della bibliografia disponibile e a seguito di scambi d’informazioni con tecnici e Università presenti nelle regioni che hanno dovuto affrontare il problema precedentemente, l’unica soluzione ritenuta tecnicamente realizzabile è risultata la lotta biologica con l’introduzione (lanci) nelle zone infestate di un limitatore naturale (Torymus sinensis).

Lanci finora effettuati in Valle d’Aosta:  8 nel 2012, 44 nel 2013 e 30 nel 2014, di cui 13 con materiale autoprodotto.

Scarica la Tabella lanci Torymus [49,50 KB]

La Processionaria del pino (Thaumetocampa pityocampa)

Generalità sull’insetto

La processionaria del pino (Thaumetocampa pityocampa) è un insetto nocivo che attacca le conifere, in particolare il genere Pinus. L’insetto presenta di norma sola una generazione all’anno. Gli adulti (farfalle) nascono durante l’estate,  le femmine fecondate depongono le uova  sugli aghi delle piante ospiti da cui nascono le larve che si nutrono della vegetazione. A fine estate le larve costruiscono dei nidi sericei dentro i quali passano l’inverno. I nidi, ben visibili anche da lontano, si trovano generalmente sulle branche più esposte al sole e nelle parti più alte delle piante. Nel momento di massimo sviluppo le larve sono lunghe 5/6 cm. Il capo è di  colore nero, il dorso rosso fulvo e grigio sui lati. Con la fine della brutta stagione, lasciano i nidi e scendono dagli alberi, dove completano la metamorfosi nel terreno passando attraverso lo stadio di crisalide.

Il nome processionaria deriva dal comportamento delle larve, che usano spostarsi in lunghe file nelle quali gli individui si dispongono uno dietro l’altro (processioni).
Le larve (chiamate volgarmente  gatte pelose) sono rivestite di peli urticanti che possono provocare reazioni allergiche anche gravi nell’uomo e negli animali. Le allergie si manifestano quando i peli urticanti presenti sul corpo delle larve entrano in contatto con la pelle o le mucose di uomini e animali. Sulla pelle l’allergia si manifesta con un eritema papuloso fortemente pruriginoso, che può scomparire dopo qualche giorno. Conseguenze più gravi si hanno quando i peli, o frammenti di essi, giungono a contatto con l'occhio, la mucosa nasale, la bocca o peggio ancora, quando penetrano nelle vie respiratorie e digestive.

Il momento in cui le larve escono dai nidi e scendono dalle piante formando le tipiche "processioni” è quello più rischioso. Negli altri periodi dell’anno l’insetto si trova in una forma innocua (crisalide o farfalla) o meno pericolosa (larve racchiuse nei nidi).

A seguito delle forti infestazioni di processionaria del pino avvenute nel 2014, che hanno interessato i boschi di numerosi comuni valdostani ed in particolare di quelli appartenenti al comprensorio di Sarre, dove si sono verificati episodi di allergie a uomini e animali, l’Assessorato si è fatto promotore del coordinamento di azioni che hanno coinvolto l’Ufficio servizi fitosanitari, il Corpo Forestale della Valle d’Aosta, le strutture Flora, fauna, caccia e pesca e Forestazione e sentieristica, il Servizio di igiene e sanità pubblica dell’USL e l’Assessorato della sanità, salute e politiche sociali, finalizzate a gestire il problema in accordo e collaborazione con i Comuni interessati. Dopo aver definito i ruoli dei vari soggetti,in base alle rispettive competenze, è stato stilato l’elenco delle azioni da realizzare nel breve periodo, in base anche alle disponibilità finanziarie e di personale.

Monitoraggio del parassita e lotta meccanica
Il Corpo Forestale della Valle d’Aosta, che già da anni si occupa dei censimenti in foresta, verifica con il supporto dei Comuni la presenza di nidi anche nelle aree verdi pubbliche maggiormente frequentate, quali scuole e parchi. I risultati, disponibili presso le stazioni forestali, verranno inviati al Celva, ai Comuni più colpiti, all’Assessorato della sanità e all’Ufficio servizi fitosanitari.
Entro il 31 dicembre 2015, sarà stilato un piano di intervento per l’attuazione della lotta meccanica a opera della Struttura forestazione e sentieristica, in collaborazione con i Comuni interessati. La precedenza degli interventi sarà data alle aree maggiormente a rischio.

Divulgazione
Le attività di informazione alla popolazione saranno intraprese attraverso la realizzazione di cartelli da esporre nei boschi più infestati. Il testo sarà disponibile sul sito della Regione, con schede tecniche riguardanti il ciclo vitale del parassita e i metodi di lotta attuabili. Materiale divulgativo sarà realizzato dalle strutture competenti dell’Assessorato e dall’Azienda USL.

Larva di processionaria del pino

Nido di processionaria del pino

Trappola di monitoraggio Drosophila Suzukii

Larva di Torymus Sinensis

Larva di Dryocosmus Curyphilus