>ANSA-VATICANO/ Papa:attesa Concistoro,tra esclusioni e sorprese

Una quindicina nuovi cardinali elettori;3/o mondo in primo piano
20:17 - 04/01/2014 


(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 4 GEN - La possibilità, dietro il clima di assoluta riservatezza, è anche che papa Francesco annunci la lista dei suoi nuovi cardinali già nella mattina dell'Epifania - come già fece Benedetto XVI per il suo penultimo Concistoro del febbraio 2012 -, prima di recarsi nel pomeriggio, si è appreso oggi, a visitare il presepe vivente nella chiesa di Sant'Alfonso Maria de' Liguori, sulla Giustiniana. Più probabile è che lo faccia a un mese esatto dal Concistoro convocato per il 22 febbraio, cioè nell'udienza generale di mercoledì 22 gennaio.

Gli uffici vaticani sono comunque già allertati per stampare biografie, redigere statistiche, produrre documentazioni. Segno che l'annuncio sarebbe ormai imminente, pur in un contesto di segretezza totale. E anche questo alimenta l'attesa, già forte, per quello che sarà il primo Concistoro di Bergoglio, e su quali saranno premiati ed esclusi nell'elenco delle nuove "porpore", ulteriore e fondamentale aggiustamento di rotta che Francesco imprimerà al cammino della Chiesa mondiale.

Al Concistoro del 22-23 febbraio, che sarà preceduto da una nuova riunione degli otto cardinali del "consiglio della corona", nei corridoi vaticani e non solo ci si avvicina in un clima di generale incertezza. Si prevedono però, con fondate ragioni, forti note di sorpresa e di innovazione. Una delle poche certezze è che i nuovi cardinali che Francesco nominerà con diritto di voto in un futuro Conclave saranno una quindicina: al prossimo 22 febbraio - dopo che il 30 gennaio avrà compiuto 80 anni il cardinale Giovanni Battista Re, che nell'ultimo Conclave svolse le funzioni di decano del Collegio - i cardinali "elettori" saranno 106, e ne mancheranno 14 alla quota di 120 fissata da Paolo VI e confermata da Giovanni Paolo II. Considerando che quest'anno altri dieci cardinali supereranno la quota degli 80 anni, a cominciare da Dionigi Tettamanzi già il 14 marzo, Bergoglio dovrebbe cautelarsi nominandone qualcuno in più, a parte le sempre possibili "berrette" onorifiche a prelati ultraottantenni che ne siano riconosciuti meritevoli.

Grande imprevedibilità - caratteristica che del resto è l'impronta più evidente in tutto il pontificato di Bergoglio - c'è soprattutto sui nomi. Dei capi dicastero di Curia dovrebbero essere della partita, salvo clamorose sorprese sempre possibili, il segretario di Stato Pietro Parolin, benché la sua funzione con la riforma di Bergoglio sia destinata a cambiare veste e a diventare sempre più una "segreteria del Papa", quindi il prefetto dell'ex Sant'Uffizio, il tedesco Gerhard Ludwig Mueller, il prefetto del Clero Beniamino Stella. Molto più indeterminate appaiono le chance del bibliotecario e archivista di Santa Romana Chiesa, il domenicano francese Jean-Louis Breguès, che dovrebbe saltare il turno. Quasi un cardinale "in pectore" è invece Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, cui Bergoglio il 13 marzo scorso impose sul capo il suo zucchetto rosso nel ricevere da lui, allora segretario del Conclave, quello bianco di Papa appena nominato.

Difficile pensare che in Curia Francesco possa distribuire altre "berrette": quindi tra gli esclusi dovrebbero esserci i vari Claudio Maria Celli, Rino Fisichella, Vincenzo Paglia.

Vescovi italiani in sedi di dignità cardinalizia ma senza ancora la porpora sono attualmente quello di Torino, Cesare Nosiglia, e il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, ma in particolare quest'ultimo, stando a indiscrezioni, non dovrebbe essere della partita. Niente esclude, invece, che il Pontefice possa tirare fuori dal cappello un vescovo di una sede diversa, non tradizionalmente cardinalizia: si è fatto, ad esempio, il nome di Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e vice presidente Cei, che Bergoglio ha voluto nella Congregazione dei Vescovi escludendone invece Angelo Bagnasco. Tra le personalità molto considerate da Bergoglio c'è anche Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, segretario speciale del prossimo Sinodo sulla famiglia.

Non moltissimi dovrebbero essere i nuovi cardinali europei. In pole position c'è soprattutto il britannico Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster. La scelta del Pontefice "giunto dalla fine del mondo" dovrebbe guardare molto più alle Chiese di altri continenti, all'America Latina, all'Asia, all'Africa, da dove sono da attendersi veri colpi a sorpresa, anche qui magari scegliendo vescovi in diocesi non tradizionalmente privilegiate dalla porpora. Comunque negli Stati Uniti in attesa ci sono i vescovi di Los Angeles, Josè Gomez, e quello di Filadelfia, Charles Chaput, (con tutti i mal di pancia, però, della destra cattolica americana contraria alle "rivoluzioni" di Bergoglio), ma chances ha anche il nuovo presidente dei vescovi Joseph Edward Kurtz, arcivescovo di Louisville. In Sudamerica, invece, in prima fila ci sono il successore di Bergoglio a Buenos Aires, Mario Aurelio Poli, l'arcivescovo di Rio de Janeiro Orani Joao Tempesta, reduce dal grande successo della Gmg, e quello di Santiago del Cile, Ricardo Ezzati Andrello. E anche altri potrebbero fare loro compagnia. (ANSA).


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