Scuola: Anief, da settembre ancora più "classi pollaio"

In Piemonte fino a 45 alunni per aula
13:22 - 25/06/2014 


(ANSA) - ROMA, 25 GIU - Il prossimo anno scolastico si preannuncia all'insegna dell'emergenza classi "pollaio": a seguito del taglio effettuato dal ministero dell'Istruzione di 1.400 cattedre, pur in presenza di 34mila alunni in più, dalle Regioni stanno pervenendo dati allarmanti sulla costituzione di organici ridotti all'osso e di classi con numeri di studenti ben al di sopra dei parametri previsti dalla legge per garantire il diritto alla studio e la sicurezza negli ambienti pubblici.

A sostenerlo è l'Anief, Associazione professionale sindacale, secondo la quale Una delle situazioni più difficili si sta registrando in Piemonte: a Casale Monferrato, il dirigente del liceo scientifico Cesare Balbo ha denunciato la formazione di una classe da 42 alunni mentre, in particolare a Biella, si rischierebbero, nel prossimo anno scolastico, classi da 45 alle superiori.

"Non era mai accaduto che nella Regione si verificasse una situazione di questo genere - spiega Giuseppe Faraci, responsabile Anief Piemonte - tutto nasce dei vincoli imposti dalle ultime Leggi di Stabilità e dalla spending review, che impongono a tutte le amministrazioni pubbliche di non incrementare i parametri di spesa. Ma nella scuola ci sono dei bambini e dei ragazzi che non possono essere ammassati per rispettare i calcoli ragionieristici dello Stato: in questo modo, si nega il loro diritto allo studio, perché sopra ai 30 alunni per classe, per un insegnante è impossibile fare lezione. E, nel contempo, si violano le norme sulla sicurezza che impongono non più di 25 alunni per classe".

La situazione, secondo il sindacato, "sta peggiorando di anno in anno, perché quella non adeguare il numero degli insegnanti alle necessità è una tendenza che va avanti da almeno un triennio: a fronte di 87mila alunni in più iscritti nelle scuole pubbliche, rispetto al 2012 il Miur ha imposto agli Uffici scolastici regionali una consistenza di organici, anche del personale non docente, praticamente immutata. In certi casi, come è accaduto in questi giorni, si è arrivati a ridurre il numero dei docenti e Ata. Con il risultato che le scuole dovranno occuparsi della crescita formativa dei loro alunni con migliaia di unità in meno". (ANSA).




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