COVID. GIMBE: LIEVE FLESSIONE NUOVI CASI (-3,7%) E INTENSIVE (-1,4%) -4-

10:00 - 27/01/2022 


(DIRE) Roma, 27 gen. - Se da un lato la European medicines agency (Ema) ha chiarito che, al momento attuale, non ci sono evidenze scientifiche a supporto della somministrazione di una quarta dose di vaccino anti Covid-19 nella popolazione generale, dall'altro ha suggerito che potrebbe essere presa in considerazione per le persone immunocompromesse che hanno ricevuto la terza dose come 'dose aggiuntiva' a 28 giorni dal completamento del ciclo primario.

Cartabellotta sottolinea che 'nonostante per molti soggetti appartenenti a questa categoria siano già passati 4 mesi dalla dose aggiuntiva, né l'Agenzia italiana del farmaco-Aifa, né il ministero della Salute si sono tuttavia ancora pronunciati in merito'.

I dati dell'Istituto superiore di sanità dimostrano la riduzione dell'efficacia vaccinale a partire da 3 mesi dal completamento del ciclo primario e la sua risalita dopo la somministrazione del richiamo.

In particolare: l'efficacia sulla diagnosi scende progressivamente dal 66,1% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 34,7% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 66,7% dopo il richiamo; l'efficacia sulla malattia severa scende progressivamente dal 94,9% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni all'88,6% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 97,5% dopo il richiamo.

Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d'età si riduce l'incidenza di diagnosi (del 28-75,2%), ma soprattutto di malattia grave (del 75,2-90,7% per ricoveri ordinari; del 91,1-96,2% per le terapie intensive) e decesso (dell'84,2-93,5%).

Cartabellotta conclude affermando che 'nonostante ci troviamo ancora in uno scenario caratterizzato da un'elevata circolazione del virus e da una forte pressione sugli ospedali con pesanti ricadute sull'assistenza ai pazienti non Covid, le regioni spingono per semplificare le regole di convivenza con il Sars-CoV-2 mettendo sul tavolo varie proposte da discutere con il governo. Proposte su cui la Fondazione Gimbe ha condotto un'analisi per valutarne la coerenza con le evidenze scientifiche e la fattibilità pratica'.

Superamento del sistema a colori delle zone di rischio: proposta pienamente condivisibile per tre ragioni. Innanzitutto, non sussistono attualmente differenze tra zona bianca e zona gialla e per la zona arancione le (poche) regole restrittive si applicano esclusivamente alle persone non vaccinate; in secondo luogo, le regioni possono aumentare il numero di posti letto Covid-19 per evitare zone dai 'colori più intensi' ma determinando conseguenze rilevanti in termini di mancata assistenza a pazienti con altre patologie; infine, è opportuno che siano le regioni a istituire zone rosse, anche locali, in relazione alla circolazione del virus, al sovraccarico ospedaliero e ai ritardi delle cure in pazienti non Covid.

Revisione delle misure inerenti alla sorveglianza sanitaria, suddividendo fra i casi positivi asintomatici e quelli con sintomatologia correlata: proposta non accettabile perché l'ipotesi di differenziare le regole di sorveglianza sanitaria tra casi sintomatici e asintomatici non è basata su evidenze scientifiche, mentre l'elemento discriminante oggi dovrebbe essere rappresentato esclusivamente dallo status vaccinale.

Infatti, tra persone non vaccinate circa il 50% dei contagi avviene da parte di soggetti asintomatici, pre-sintomatici o pauci-sintomatici, mentre il vaccino (ciclo completo entro 120 giorni o dose booster) riduce sia il rischio di infezione (del 53,2-66,7%), sia la probabilità di contagiare altre persone perché la persona vaccinata è contagiosa per un periodo di tempo inferiore rispetto al non vaccinato.

Sospensione del contact tracing nell'attuale contesto epidemiologico di elevata incidenza per la variante omicron, al fine di concentrare energie e risorse per un più efficace contrasto al virus: proposta condivisibile perché con l'attuale numero di positivi il contact tracing non è sostenibile né fattibile, né contribuisce in maniera efficace a rallentare la crescita dei casi.(SEGUE)


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