CLIMA. SOS GHIACCIAI, 13 ALPI E CALDERONE MONITORATI DA CAROVANA SI RIDUCONO -3-

12:50 - 17/09/2021 


(DIRE) Roma, 17 set. - C'è anche da sottolineare, si legge ancora nel bilancio finale della seconda edizione di Carovana dei ghiacciai, la campagna di Legambiente con il supporto del Comitato Glaciologico Italiano (CGI), che per l'area del Canin i cambiamenti climatici, caratterizzati da estati sempre più roventi, ma anche dall'aumento di eventi estremi di precipitazione nevosa, hanno comportato un lieve aumento di volume dei piccoli corpi glaciali delle Alpi Giulie negli ultimi 15 anni di osservazioni. Ma questo aumento nevoso paradossalmente è anch'esso un segno del riscaldamento climatico, poiché esso comporta l'aumento degli eventi estremi come uragani, forti temporali, alluvioni, e tempeste. Inoltre, un evento estremo può significare il persistere di un evento più a lungo rispetto alla norma; ad esempio, per molte settimane nello stesso luogo possono mancare precipitazioni, oppure al contrario sempre nello stesso luogo può piovere o nevicare a lungo così com'è successo nell'area del Canin.

Analoga peculiarità è stata riscontrata sul glacionevato del Calderone. Questo corpo glaciale di modestissime dimensioni, dal 2000 è suddiviso nei due glacionevati (Calderone superiore ed inferiore) ricoperti del solo detrito a fine estate, e risponde alle oscillazioni climatiche in modo molto più veloce rispetto ai ghiacciai presenti sulle Alpi. La sua posizione al centro dell'area mediterranea e la ridotta distanza dal mare rendono particolarmente intensi gli effetti dal punto di vista meteorologico che si manifestano con gli elevati apporti nevosi a cui si contrappongono le sempre più frequenti ondate di calore africane con le sabbie in sospensione che favoriscono in maniera molto ingente i fenomeni di fusione. Questa sua capacità di risposta veloce lo rende particolarmente idoneo per gli studi sui cambiamenti climatici.(SEGUE)




Retour en haut