CLIMA. SOS GHIACCIAI, 13 ALPI E CALDERONE MONITORATI DA CAROVANA SI RIDUCONO /FOTO

PERDONO SUPERFICIE E SPESSORE FRAMMENTANDOSI E DISGREGANDOSI IN CORPI PICCOLI
12:45 - 17/09/2021 


(DIRE) Roma, 17 set. - Su tutto l'arco alpino "è in atto un pesante trend di riduzione delle masse glaciali con importanti segnali di progressiva accelerazione negli ultimi 30 anni". A causa del riscaldamento climatico i ghiacciai "perdono superficie e spessore, 'rifugiandosi' sempre più in alta quota e frammentandosi e disgregandosi in corpi glaciali più piccoli". A testimoniarlo "in maniera tangibile" è lo stato di salute di alcuni ghiacciai alpini come quelli dell'Adamello "che hanno perso oltre il 50% della superficie totale, quelli del Gran Paradiso circa il 65%". In Alto Adige 168 ghiacciai "si sono frammentati in 540 unità distinte". In Friuli Venezia Giulia il ghiacciaio orientale del Canin "oggi ha uno spessore medio di 11,7 metri, circa 150 anni fa superava i 90 metri". E se ci spostiamo sulla vetta più alta degli Appennini, il Gran Sasso, qui il ghiacciaio del Calderone, dal 2000, "si è suddiviso in due glacionevati e risponde alle oscillazioni climatiche in modo molto più veloce rispetto ai ghiacciai presenti sulle Alpi". È quanto emerge in sintesi dal bilancio finale della seconda edizione di 'Carovana dei ghiacciai', la campagna di Legambiente con il supporto del Comitato Glaciologico Italiano (CGI).

In questa seconda edizione della Carovana la campagna ha fatto tappa sul ghiacciaio dell'Adamello tra Lombardia e Trentino, su quelli della Val Martello in Alto Adige, sui ghiacciai del Canin in Friuli Venezia Giulia, su quello del Calderone in Abruzzo e a quelli nel Parco nazionale del Gran Paradiso tra Piemonte e Valle d'Aosta, verificando così gli effetti dei cambiamenti climatici sul terreno e attraverso il confronto con i dati storici prodotti dal Comitato Glaciologico Italiano, che dal 1895 opera in Italia con il compito di promuovere e coordinare le ricerche nel settore della glaciologia. (SEGUE)




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