3 - 2011

PROMOZIONE

Takeshi
SUGIYAMA

I SAPORI DELLA VALLE D'AOSTA IN GIAPPONE

La Valle d’Aosta e il Giappone: considerata la distanza, le differenze culturali e linguistiche, ecc., potrebbe sembrare a prima vista un accostamento alquanto innaturale. Fino a qualche anno fa si trattava effettivamente di due realtà lontane e intangibili che oggi però, grazie all’eccellente azione di promozione e marketing attuati dal “sistema Valle d’Aosta”, sono diventate sorprendentemente vicine.

Da alcuni anni la Valle d’Aosta si propone come destinazione turistica di eccellenza in Giappone, nell’ambito di un complesso progetto pluriennale condiviso con partners istituzionali italiani (Ice, Enit, Ambasciata, ecc.) e giapponesi (tour operators e non solo), progetto che in ambito istituzionale sia italiano che giapponese è stato definito come “la migliore azione promomarketing attuata negli ultimi anni”.

Gli obiettivi erano ambiziosi: intercettare e conquistare parte dell’imponente flusso di turisti nipponici che da decenni facevano la fortuna di tutte le maggiori stazioni turistiche alpine francesi e svizzere e “riscattare” la nostra quota di montagne più famose d’Europa. Da decenni, infatti, Francia e Svizzera promuovono il Monte Bianco, il Cervino e il Monte Rosa monopolizzandone, di fatto, l’immagine tanto che per il mondo risultano essere montagne francesi o svizzere. Ora grazie alla perseveranza, i turisti giapponesi iniziano ad arrivare in Valle d’Aosta (nel 2010 sono state oltre ottomila le presenze di sciatori e trekkers del sol levante), e in Asia si comincia a sapere che il versante sud dei maggiori quattromila d’Europa è italiano, valdostano per l’esattezza.

Ma se si parla di Asia e non solo di Giappone, si introduce l’elemento più strategico di tutta l’operazione “VdA in Giappone”: il Giappone, oltre ad essere una superpotenza economica e il più occidentale di tutti i paesi del continente asiatico, da sempre è il trend maker per eccellenza di tutto il continente. Questo significa che ciò che va di moda in Giappone infallibilmente impazza poi in Cina, a Hong Kong, in Corea, a Taiwan, a Singapore, eccetera. Per capirlo è sufficiente compiere un viaggio iniziando da Tokyo e visitando in seguito Shangai, Seoul, Taipei, Singapore: ben presto salta all’occhio come queste città siano cloni della capitale nipponica.

Conquistare una solida base d’appoggio in Giappone (paese solido e leale) significa garantirsi le chiavi di accesso per l’Asia, l’unico continente al mondo in cui la crescita economica e di tutte le tipologie di consumo si manterrà stabile nel medio lungo periodo.


Oltre a essere apprezzata come destinazione turistica, la Valle d’Aosta comincia ad essere anche “gustata” sulle tavole nipponiche. Da un paio di anni alla promozione turistica si è affiancata quella dell’enogastronomia e un certo numero di aziende valdostane del comparto agroalimentare hanno avviato rapporti commerciali con importatori e distributori giapponesi. A seguito della partecipazione al Salone Foodex Tokyo 2010 e 2011, nell’ambito di un’azione sinergica con l’Ice (Istituto per il Commercio Estero), sono stati contattati ulteriori importatori e distributori giapponesi che dal 15 al 19 giugno scorso hanno effettuato un breve sopralluogo presso alcune realtà produttive della nostra regione per esaminare vini, distillati e liquori, salumi e formaggi.

Si tratta di un mercato a prima vista difficile, a causa delle lunghe procedure preliminari di studio e valutazione dei prodotti. Quello nipponico, tuttavia, è un mercato estremamente stabile e corretto, e una volta terminato l’iter iniziale il prodotto può successivamente godere di una lunga vita su cataloghi e listini. Le aziende che consolidano il loro rapporto con il mercato giapponese generalmente godono poi di lunghe e fruttuose collaborazioni.
Una volta a regime i rapporti con gli operatori, i prodotti della tradizione enogastronomica valdostana potranno essere distribuiti presso i canali della ristorazione italiana in Giappone (sono più di undicimila i ristoranti censiti dall’Ice), presso la grande distribuzione di alta gamma (catene di gastronomie di alto livello), e la piccola distribuzione specializzata.

Ecco allora che la Valle d’Aosta – oltre ad essere meta turistica – comincia a essere “gustata” sulle tavole nipponiche!
 
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