5 - 2010

ORTICOLTURA

Ugo LINI
Ufficio produzioni vegetali
Direzione produzioni vegetali e servizi fitosanitari

SECONDA PARTE: POMODORO, PEPERONE E MELANZANA

I FRUTTI

La parte alimentare degli ortaggi a frutto è costituita dal frutto stesso. Il pomodoro, il peperone e la melanzana appartengono alla famiglia delle Solanacee.


PEPERONE

NOME SCIENTIFICO: Capsicum annuum L.
NOME FRANCESE: poivron o piment
ORIGINE: Centro e Sud America
CARATTERISTICHE: il frutto è una bacca carnosa; inizialmente verde, in seguito assume colorazione rossa o gialla di diverse tonalità. Ama le temperature elevate, col freddo invece i frutti rimangono piccoli e non maturano
SEMINA: in semenzaio (serra, cassone caldo, ecc.) nei mesi di febbraio-marzo. Il trapianto in serra avviene in aprile-maggio, mentre in campo avviene nei mesi di maggio e giugno
RACCOLTA: a partire da luglio (serra), agosto-settembre in pieno campo. La coltivazione in serra può allungare ulteriormente questo periodo
CONSUMO: crudo o cotto, ma anche in polvere, ottenuta soprattutto dai peperoncini piccanti
IMPIEGHI: nelle insalate o come peperonata, squisito anche sott’olio e sott’aceto e come antipasto
PROPRIETÀ E CURIOSITÀ: il peperone contiene principalmente provitamina A e vitamine del gruppo B. I frutti carnosi possono essere consumati allo stato fresco crudi, cotti o conservati sott’olio, sott’aceto, ecc., mentre quelli a frutto piccolo e piccante, oltre ad essere consumati freschi, sono essiccati e utilizzati come condimento in cucina.

VARIETÀ CONSIGLIATE
Jolly, Diablo, Giallo, Rubens, ibridi, F1.
 

 


Fiore di peperone

TERRENO E CLIMA
Predilige un clima caldo e temperato e un’esposizione ben soleggiata. Il terreno deve essere profondo, permeabile, ben concimato e fresco. In Valle d’Aosta, in situazioni calde e ben riparate è coltivato anche a quote superiori ai mille metri.

COLTIVAZIONE
Per ottenere piantine ben sviluppate si consiglia di eseguire la semina in semenzaio (serra, cassone caldo, ecc.) nei mesi di febbraio-marzo-aprile. La messa a dimora delle piante deve essere eseguita quando il terreno e l’aria hanno raggiungono la temperatura di 18-20° C (maggio-giugno). Il peperone non sopporta il freddo (le piante e i frutti rimangono piccoli e non maturano) ed è molto sensibile alle gelate. Per migliorare la ripresa al trapianto e per avere un accrescimento più rapido, le piantine devono avere una zolletta di terra. Il sesto di impianto è di 50-60 cm tra le file e di 40-50 cm tra una pianta e l’altra. Il ciclo colturale (annuale) varia da 4 a 5 mesi. Si consiglia di eseguire la coltura su pacciamatura (ad esempio agritelo) per facilitare la maturazione (il colore nero attira i raggi del sole) ed evitare marciumi indesiderati.




Peperone, pianta e frutti a inizio maturazione

Le cure colturali consistono nel rincalzo, che serve da sostegno per le piante, quando queste hanno raggiunto 15-20 cm di altezza, nel controllo delle erbe infestanti con scerbature e nella irrigazione ben dosata, possibilmente per scorrimento, nei periodi secchi e caldi. Per garantire un buon dosaggio dell’acqua, è preferibile adottare i sistemi di microirrigazione come il sistema goccia a goccia durante l’intero periodo vegetativo. Nelle zone molto ventose si consiglia di rinforzare il fusto, assai fragile, delle piante legandolo a un tutore (paletto di legno, ecc.). Il peperone non richiede potature perché ha un portamento cespuglioso, però alcune varietà classiche (poco ramificate) richiedono, a volte, una cimatura che va effettuata quando le piante hanno raggiunto 15-20 cm per favorire l’emissione di getti laterali. Al cospetto delle condizioni climatiche della Valle d’Aosta, per ottenere una buona maturazione dei frutti lasciare al massimo 5-6 peperoni per pianta. I peperoncini piccanti si possono lasciare tutti perché maturano bene ugualmente. La resa alla raccolta è di circa 2-3 kg a metro quadrato ed è eseguita scalarmente, perché i frutti non si formano tutti nello stesso momento. In frigorifero si possono conservare per 1-2 settimane. 
 

 


Peperone, pianta e frutti verdi

PARASSITI E MALATTIE
Il peperone è attaccato principalmente dagli afidi, che possono essere eliminati con irrorazioni di prodotti naturali come macerazioni di erbe oppure soluzioni di sapone bianco di Marsiglia. Le malattie fungine (alternaria, marciume basale, botrite) sono combattute evitando gli eccessi di umidità oppure trattando le piante con prodotti a base di rame o con equiseto e propoli.
 









MELANZANA

NOME SCIENTIFICO: Solanum melongena
NOME FRANCESE: aubergine
ORIGINE: Asia
CARATTERISTICHE: il frutto è una bacca a forma allungata, arrotondata, ovoidale, di colore violaceo o bianco. Ama il caldo, teme il freddo e l’umidità
SEMINA: in semenzaio a marzo e trapianto in pieno campo a maggio, giugno
RACCOLTA: a partire da luglio sino ai primi freddi autunnali. La coltivazione in serra può allungare ulteriormente questo periodo
CONSUMO: solo cotta
IMPIEGHI: si utilizza interamente il frutto, anche se molti preferiscono eliminare la buccia violacea. È presente in numerosi piatti della cucina mediterranea, come la parmigiana, oppure è utilizzata per condire la pasta; numerose sono le ricette casalinghe per la sua conservazione sott’olio e sott’aceto
PROPRIETÀ E CURIOSITÀ:
il suo nome deriva da “mela insana” perché il frutto contiene la solanina, che tende a scomparire con la maturazione e a svanire completamente con la cottura. E’ ricca d’acqua, ma contiene poche vitamine e pochi sali minerali. La melanzana cresce bene in vaso e può essere coltivata sul balcone di casa.
 
VARIETÀ CONSIGLIATE
Viserba, Irene, Violetta, Viola scuro a frutto allungato.




Fiore di melanzana


TERRENO E CLIMA
Predilige un clima caldo e temperato e un’esposizione ben soleggiata, teme il gelo e l'umidità. Il terreno a pH neutro è quello ottimale, deve essere profondo, permeabile, ben concimato e fresco. In Valle d’Aosta, in situazioni calde e ben riparate, è coltivata anche a quote superiori ai mille metri.

SEMINA
Per ottenere piantine ben sviluppate si consiglia di eseguire la semina in semenzaio (serra, cassone caldo, ecc.) nei mesi di marzo-aprile. La messa a dimora delle piante deve essere eseguita quando il terreno e l’aria raggiungono la temperatura di 16-25° C (maggio-giugno). La melanzana sopporta male il freddo, a temperature inferiori a 10-12° C arresta la propria attività (le piante e i frutti rimangono piccoli e non maturano) ed è molto sensibile alle gelate. Per migliorare la ripresa al trapianto e per avere un accrescimento più rapido, le piantine devono avere una zolletta di terra. Il sesto di impianto è di 60-80 cm tra le file e di 50 cm tra una pianta e l’altra. Il ciclo colturale annuale varia da 150 a 180 giorni. Si consiglia di eseguire la coltura su pacciamatura (ad esempio agritelo) per facilitare la maturazione (il colore nero attira i raggi del sole). Consociazione: favorevole quella con cavoli, finocchio e lattughe.




Melanzana pianta e frutti

Le cure colturali consistono nel rincalzo, che serve da sostegno per le piante, quando queste hanno raggiunto 15-20 cm di altezza, nel controllo delle erbe infestanti con scerbature e nella irrigazione ben dosata, evitando di bagnare le foglie nei periodi secchi e caldi. Per garantire un buon dosaggio dell’acqua, è preferibile adottare i sistemi di microirrigazione, come il sistema goccia a goccia, durante l’intero periodo vegetativo.
La melanzana ha comunque una buona resistenza alla siccità. Nelle zone molto ventose si consiglia di rinforzare il fusto delle piante legandolo a un tutore (paletto di legno ecc.). La melanzana non richiede potature perché ha un portamento cespuglioso, però alcune varietà classiche (poco ramificate) richiedono a volte una cimatura che va effettuata quando le piante hanno raggiunto 15-20 cm per favorire l’emissione di getti laterali. Durante il ciclo vegetativo si consiglia di rimuovere le foglie e i rami secchi manualmente, iniziando dalle foglie più prossime al suolo. La resa alla raccolta è di circa 2-4 kg a metro quadrato ed è eseguita scalarmente, perché i frutti non si formano tutti nello stesso momento. La conservazione ottimale si ha a temperature di 9-10° C e può durare per più di 15 giorni.
 
PARASSITI E MALATTIE
I parassiti più comuni sono il ragnetto rosso (Tetranychus urticae) e la dorifora, che può rapidamente distruggere il raccolto. Le malattie fungine (alternaria, marciume basale, botrite) sono combattute evitando gli eccessi di umidità oppure trattando le piante con prodotti a base di rame o con equiseto e propoli.
 


POMODORO


NOME SCIENTIFICO:
Lycopersicon esculentum Mill.
NOME FRANCESE: tomate
ORIGINE: Centro e Sud America
CARATTERISTICHE: produce una bacca, che è il frutto alimentare, e può avere forme diverse: tondo, a peretta, ovale, costoluto e a grappolo, a seconda della varietà e tipologia. Ama il sole e temperature abbastanza elevate
SEMINA: in semenzaio a febbraio-marzo e trapianto in pieno campo a maggio-giugno
RACCOLTA: luglio-agosto-settembre. La coltivazione in serra può allungare ulteriormente questo periodo
CONSUMO: cotto o crudo
IMPIEGHI: si utilizzano i frutti per fare ottime insalate oppure per fare salse e conserve per il condimento di primi e secondi piatti
PROPRIETÀ E CURIOSITÀ: il pomodoro è ricco di vitamine e ha una buona azione diuretica e lassativa. In Italia la sua diffusione e il suo consumo non furono rilevanti fino al XIX secolo, quando nacque l’industria conserviera. I rametti di pomodoro eliminati con la potatura, se adagiati sul terreno tra le file dei cavoli, prevengono lo sviluppo dei parassiti quali nottua e cavolaia. Il pomodoro, così come la melanzana, cresce bene in vaso e può essere coltivato sul balcone di casa.
 
VARIETÀ CONSIGLIATE
Roma, San Marzano, Costoluto, Cuore di bue, ibridi, F1.




Fiore di pomodoro


TERRENO E CLIMA
Predilige un clima caldo, temperato e un’esposizione ben soleggiata; teme il gelo e l'umidità. Il terreno a pH neutro è quello ottimale, deve essere profondo, permeabile, ben concimato e fresco. In Valle d’Aosta, in situazioni calde e ben riparate, è coltivato anche a quote superiori ai mille metri. Per prolungare la raccolta e ridurre notevolmente le malattie fungine se ne consiglia la coltivazione protetta in serra o tunnel.
 
SEMINA
La semina diretta in campo è possibile, ma poco utilizzata nella nostra regione. Per ottenere piantine ben sviluppate e anticipare la raccolta, si consiglia di eseguire la semina in semenzaio (serra, cassone caldo, ecc.) nei mesi di febbraio-marzo. La messa a dimora delle piante deve essere eseguita quando il terreno e l’aria raggiungono la temperatura di 16-25° C (maggio-giugno). Il pomodoro è una pianta con elevate esigenze termiche e assai sensibile al gelo. La temperatura minima per la fioritura è di 21° C e le temperature più favorevoli all’ingrossamento dei frutti e alla loro maturazione sono 24-26° C di giorno e 14-16° C di notte. Le temperature troppo elevate, superiori a 30° C, provocano difetti di allegagione e di colorazione. Per migliorare la ripresa al trapianto e per avere un accrescimento più rapido, le piantine devono avere una zolletta di terra. Il sesto di impianto è di 60- 80 cm tra le file e di 50 cm tra una pianta e l’altra. Il ciclo colturale annuale varia da 150 a 180 giorni. Si consiglia di eseguire la coltura su pacciamatura (ad esempio agritelo) per facilitare la maturazione (il colore nero attira i raggi del sole).




Pomodoro painta e frutti

Le cure colturali consistono nel rincalzo, che serve da sostegno per le piante quando queste hanno raggiunto 15-20 cm di altezza, nel controllo delle erbe infestanti con scerbature e nell’irrigazione ben dosata, evitando di bagnare le foglie nei periodi secchi e caldi. Per garantire un buon dosaggio dell’acqua è preferibile adottare i sistemi di microirrigazione, come il sistema goccia a goccia, durante l’intero periodo vegetativo. Un’impropria gestione dell’acqua può produrre, su varietà sensibili, danni come il marciume apicale e la spaccatura dei frutti.
Il pomodoro a crescita indeterminata (da mensa) ha un portamento rampicante e per questo motivo è necessario un tutore che deve essere abbastanza robusto da sostenere il peso dei frutti. Durante il ciclo vegetativo un’operazione molto importante è la scacchiatura, che consiste nell’asportare i germogli secondari per favorire il germoglio principale, regolando così l’accrescimento delle piante e lo sviluppo dei frutti. Nelle coltivazioni in piena aria lasciare un solo fusto per pianta, in serra le piante possono essere allevate con 2-3 fusti. Durante il periodo di raccolta si consiglia di rimuovere le foglie vecchie, spesso attaccate da problemi parassitari e più prossime al suolo. Il pomodoro a crescita determinata da industria di norma non è allevato sui tutori, ma può essere lasciato crescere adagiato sulla pacciamatura. La raccolta dei pomodori varia in base alla zona in cui ci si trova, solitamente quelli da mensa sono raccolti ancora verdi per aumentarne la conservazione. La resa alla raccolta è di circa 8-10 kg per le coltivazioni all’esterno e può arrivare a 25 kg a metro quadrato per le coltivazioni protette (serra). La raccolta è eseguita scalarmente, perché i frutti non si formano tutti nello stesso momento. La conservazione ottimale si ha a temperature di 9-10° C e può protrarsi per più di 15 giorni.

PARASSITI E MALATTIE
I parassiti più comuni sono i ragnetti rossi (Tetranychus urticae), che arrecano maggiormente danni nelle estati molto calde oppure in serra, e gli afidi che possono debilitare le piante. Occorre trattare tempestivamente con prodotti naturali come la propoli.
Tra le malattie che colpiscono la parte aerea le più pericolose sono la peronospora (Phytophtora infestans), che colpisce le foglie, il fusto e i frutti invadendone i tessuti e formando una muffa biancastra, e l’alternariosi (Alternaria solani) che sulle foglie forma macchie necrotiche rotondeggianti. In questi casi trattare con prodotti preventivi o curativi a base di rame o propoli.
Vi sono poi le tracheomicosi, come Verticillium e Fusarium, che, attaccando i vasi linfatici, portano rapidamente le piante al collasso. Queste ultime possono essere combattute utilizzando varietà resistenti. Le virosi sono provocate da virus del mosaico del pomodoro e da quello del cetriolo. Accorgimenti opportuni: ampie rotazioni, eliminazione delle piante ammalate e delle piante infestanti nei paraggi delle coltivazioni, lotta agli afidi vettori, seme sano e uso di varietà resistenti.
Altri inconvenienti che si possono riscontrare sono le alterazioni fisiologiche, come il marciume apicale dei frutti (affossamenti di colore nero all’apice dei frutti) causato da squilibri idrici, la spaccatura dei frutti provocata da un improvviso eccesso idrico che segue un periodo di stress e il colpo di sole o scottatura. L’improvvisa esposizione al sole provoca chiazze decolorate e disseccate dei frutti in fase di ingrossamento.
 
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