3 - 2010

ANIMALI SCONOSCIUTI, ANIMALI TEMUTI

di Nicole VESAN
Ufficio per la fauna selvatica
Direzione Flora, Fauna,
Caccia e Pesca

CARTA D’IDENTITÀ DELLA VIPERA ASPIDE

NOMI COMUNI IN ITALIANO, FRANCESE E LATINO
Vipera aspide o Vipera comune, Vipère aspic, Vipera aspis.

INDIRIZZO (HABITAT)
Vive in pianura e in montagna fino a 3000 m, ama luoghi aridi e caldi caratterizzati da una buona esposizione alla luce solare, la si trova sotto i sassi, in mezzo agli arbusti e nelle siepi ai margini dei boschi.
 
SEGNI CARATTERISTICI
La vipera è un serpente lungo meno di un metro, di colore grigio-marrone talora rossastro o giallastro con una striscia a zig-zag sul dorso. Esistono anche esemplari completamente neri. La testa è triangolare ed è più larga del corpo, l’occhio ha la pupilla verticale, la corta coda finisce bruscamente dopo il corpo cilindrico.

PROFESSIONE
Cacciatrice, predilige la caccia all’agguato e uccide le prede a sangue caldo con il veleno. I giovani esemplari preferiscono cacciare lucertole, insetti, grilli, cavallette, grossi coleotteri e invertebrati, mentre per quelli adulti le prede preferite sono micro mammiferi (topi e piccoli ghiri), anfibi (rane) e nidiacei di uccelli.

BIOLOGIA
Come tutti i rettili che vivono alle nostre latitudini, la vipera ha un ciclo di attività annuale che presenta due fasi ben distinte: una fase di attività compresa tra la primavera e l’autunno e una fase di vita latente nei mesi invernali più freddi. In primavera, quindi, le vipere fanno la loro comparsa all’aperto (prima i maschi e successivamente le femmine) per termoregolarsi. È possibile incontrarle di primo mattino o nel tardo pomeriggio, immobili e irrigidite dalla bassa temperatura corporea (quella ottimale si aggira sui 27/29 °C). Solitamente non accennano a muoversi o a fuggire alla presenza umana, ma affidano alla loro capacità di mimetizzazione la propria incolumità.




Foto Anna Masiero


Le prime attività dopo il risveglio sono dedicate all’accoppiamento, precedute a volte da combattimenti ritualizzati molto vivaci e spettacolari tra i maschi. Le due vipere si affrontano emettendo brevi sibili, avvinghiandosi l’uno all’altro sollevando la parte anteriore del corpo e colpendosi ripetutamente con la testa senza mordersi.
Nei mesi di agosto e settembre le femmine danno alla luce 6-7 piccoli. I “viperotti”, già da subito autosufficienti, sono in grado di inoculare da 1 a 3 mg di veleno (contro i 5 mg degli adulti), utili alle piccole vipere al fine di procurarsi il cibo.

LA PAROLA ALLA DIRETTA INTERESSATA

Sapete cosa significa “vipera”? Che partorisco piccoli vivi invece di deporre uova! Ma questo mio nome fa ancora troppa paura a tanta gente, e sicuramente non mi facilita la vita… E pensare che incontrarmi non è assolutamente frequente, anche in montagna. Io sono un rettile lento nei movimenti, molto timido e mite, che preferisce sempre fuggire o nascondersi se si sente minacciato. Solo quando sono impossibilitata a scappare, ad esempio se mi pestate, soffio e sibilo, per poi assumere la classica posizione difensiva con il corpo raccolto e la testa eretta (posizione a molla) e, come ultima arma, a volte posso mordere. Colgo l’occasione per ricordarvi che anch’io sono un animale a rischio, anch’io vengo predato e ucciso. I miei nemici sono la volpe, la martora, il cinghiale, gli uccelli rapaci e, infine, l’uomo. Sì, purtroppo il nemico più pericoloso per me siete proprio voi umani, che, forse perché non mi conoscete davvero, mi uccidete senza pensare all’utilità di noi vipere nell’equilibrio della natura. Ad esempio amiamo predare i topi, impedendone l’aumento spropositato che causa danni all’agricoltura e la propagazione di malattie a volte anche pericolose.
Anche se sarà un’impresa difficile, prima o poi riuscirò a fare cambiare idea a voi umani su noi vipere e serpenti. In fondo entrambi vogliamo una cosa sola: il rispetto reciproco. Voi uomini amate fare delle passeggiate in montagna senza incontrare sul vostro cammino animali pericolosi e per noi è la stessa identica cosa...


COSA FARE QUANDO SI VIENE MORSI DA UN SERPENTE

Prima di tutto è necessario sapere come si può riconoscere il morso della vipera da quello di un serpente innocuo, per non spaventarsi inutilmente.
Il segno caratteristico del morso di vipera sono due piccoli ma netti fori, più raramente uno, distanti l’uno dall’altro circa un centimetro. Questi segni vengono lasciati dalle zanne velenifere, e inizialmente tendono a circondarsi di un alone rossastro fino a diventare violacei. La caratteristica più evidente del morso da vipera è il dolore acuto, o meglio la sensazione di bruciore nel punto in cui è stato iniettato il veleno. Il morso di un serpente non velenoso, invece, lascia impronte di tutta la dentatura, generalmente sotto forma di forellini molto ravvicinati. Questi morsi non sono pericolosi in quanto la loro tossicità è nulla, e basta disinfettare come una normale ferita superficiale.


In caso di morso da vipera, ciò che è necessario fare (o non fare) può essere così riassunto:
  • attivare immediatamente i soccorsi, chiamando il 118;
  • tenere a riposo la vittima e sfilarle eventuali anelli e bracciali;
  • disinfettare la lesione e immobilizzare la parte colpita mediante un bendaggio non compressivo;
  • non agitarsi e soprattutto cercare di tranquillizzare la vittima. Informarla che ci sarà tutto il tempo per ricevere le cure adeguate, in quanto la dose normalmente inoculata da una vipera è circa un terzo di quella considerata letale per una persona adulta, e che quindi il suo organismo sta reagendo e facendo fronte alla sostanza estranea che gli è stata introdotta;
  • evitare, per quanto possibile, che la persona morsa cammini, in quanto l’attività muscolare favorisce la diffusione del veleno;
  • evitare di rimuovere il veleno dalla sede di inoculo, attraverso l'incisione, la spremitura, la suzione o l'applicazione di dispositivi a pressione negativa, in quanto il veleno entra in circolo per via linfatica e solo in piccolissima parte per via ematica;
  • evitare l’applicazione del laccio emostatico, che può causare ischemia e una brusca immissione del veleno in circolo al momento della decompressione;
  • non somministrare il siero anti-vipera. Si stima che in Europa il numero di persone morte a causa della somministrazione del siero sia quattro volte maggiore di quelle decedute per il morso stesso. Per tale motivo l’eventuale uso del siero antiofidico deve essere riservato all’ambiente ospedaliero.
Detto questo, la prima misura di prevenzione da adottare è quella di indossare un abbigliamento adeguato alle passeggiate in luoghi impervi (scarponcini da trekking o da montagna, calze, pantaloni lunghi) che mantenga coperte e protette le zone del corpo a rischio di morso. La seconda misura preventiva consiste nel porre la massima attenzione a dove si mettono le mani senza protezione (ad esempio durante la ricerca di funghi).

Ricordate! La vipera non attacca, ma si difende solo se minacciata seriamente da vicino. In caso contrario, alla presenza dell’uomo reagisce primariamente con la fuga!

 
Si ringraziano, per la gentile disponibilità e la segnalazione dell’esemplare raffigurato in queste pagine, i Signori Pierino Chentre ed Eraldo Deanoz, per le belle immagini in primo piano la fotografa naturalistica Anna Masiero e per la supervisione nella stesura dell’articolo l’erpetologo Ronni Bessi.
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